lunedì 17 novembre 2008

Chiusura

Si chiude il libro
Delle opportunità perdute,
Che non vennero
Ritrovate.

Orsonarciso

Guardandomi allo specchio Orsonarciso,
Nel mio sguardo vedo l'intelligenza,
E la cultura della Conoscenza,
Ritornare dov'è presso il mio viso,

E di bellezza pur mi trovo intriso,
Come la perla di quella semenza
Che brillò per le arti e per la scienza,
Facendo della Terra un Campo Eliso.

E se son goffo nei miei movimenti,
Che ci vuoi far sarò pur sempre un orso;
Anche bisognerà farsi contenti

Nella vita, se s'ha villoso dorso,
Muso peloso e 'sì robusti denti,
Pesante il passo, e ben lungo il percorso.

Penelope o la Canzone dell'Inconscio

Disfo piano e rifaccio poi il mio telo,
Nascosta in questa reggia d'una stanza,
Che sola m'è rimasta sotto il cielo,
Che vedo alla distanza,
Dalla finestra cucita di stelle,
Ancor sembrano belle,
Anche se dalle lacrime filtrate,
Le ho pur sempre amate.
Dalle tremanti mani il mio tessuto
Cade sovente a terra,
Ché dal mio Fato altro non ho avuto
Che una costante guerra,
Contro l'assedio che mi fu portato
In casa nell'assenza del mio amato.

Rumoreggiar li sento all'altro piano,
Feriscono le orecchie con le urla,
E se a qualcuno scappa un motto vano,
Non è che trista burla.
Io, donna, abbandonata in uno scrigno,
Come oggetto prezioso,
Lascerò andare il mio canto del cigno,
Se non giunge il mio sposo,
Piuttosto ch'affrontar l'umiliazione
D'esser costretta in un'altra regione,
E sedere come finta regina:
Così di molte seppi,
Graffiate dentro il cuore dalla spina
D'essere messe in ceppi.

Dove ti trovi Odissèo immortale?
Sei tu perito in guerra o ancora vivo?
Intanto io qui ravvivo
Lo schermo di tessuto all'altrui male.
Non pensi mai alla moglie o al caro figlio
Telemaco che fu soggetto ai motti
Di uomini che fecero scompiglio
E tennero complotti?
Potendo aver da te solo una voce
A dirmi che ritorni,
Per sopportare quello che mi nuoce
In così oscuri giorni,
Avrei forza come non l'ho mai avuta:
Tutta me l'han spremuta!

Ma soltanto i cavalli del pensiero
Corron da te nell'immaginazione;
E' solo un'illusione,
Un inganno intessuto e menzognero,
Siccome questa tela,
Ch'intesso quando il sangue mi si gela,
Comunque sia ancor vorrò sperare,
Ricordando Pandora ed il suo vaso,
Giacché non fu per caso,
Che non poté la speme naufragare.

~ Haiku ~

Scrivo pianino,
Con la penna blu notte:
Sera su foglio.

Poesia dell'Ammutolito

............................

Le pagine di oggi

Erano centoventi,
Ma adesso son +ottanta,
Ed ora siamo avanti
______________________
Di quaranta.

domenica 16 novembre 2008

Il pianoforte dimenticato

I tasti di coriandoli vetusti
Lasciati a terra solo per sbiadire
Ricordano d'arcobaleni antichi,
E un Angelo che piano si diparte.
Il vino che non è stato bevuto
In libagioni senza nome alcuno,
Ritornerà ai sentieri dell'Altrove,
A suoni che non hanno identità.

Zufoli tzigani

Viene da lontano
Il suono degli zufoli tzigani,
E porta a piene mani
Memorie d'epoche dimenticate.

Elisa - II

Ti ho risognata dopo dieci anni,
Ti ho rivista immerso negli affanni,
Nella mia mente pur di rivederti,
Dopo avere lottato per averti,

E non sapevo che ti amavo ancora,
Ma la mia vita si è fermata allora,
Ed anche se va avanti l'orologio,
Non serve che a portarmi al necrologio.

Tu hai incarnato tutti i sogni miei,
S'anche mi guardo attorno, non ci sei,
E la mia vita è come un annaspare,
Tra le dovunque estese acque del mare.


Eppure con me eri, nel mio sogno,
Sapevi darmi ciò di cui ho bisogno,
La tua dolce parola e il tuo sorriso
I tuoi begli occhi, il delicato viso.

Tornavamo al ristorante cinese,
Con te ci andavo mese dopo mese,
E parlavamo del nostro futuro,
Ma adesso, solo, il mio non è che duro.

E se per me ogni giorno è disperato,
Adesso m'è anche il sonno tormentato,
Perché ti perdo quando ti raggiungo,
E come Tantalo la mano allungo

Invano per raggiungerti e toccarti,
Per trovarti vicina e per amarti.
Si svapora ogni mia speranza,
E non ne resta che la rimembranza.

Il passero beone

Vola felice il passero beone,
Si posa su una nube di cotone,
E se la usa come gabinetto,
E' meglio se ti trovi sotto un tetto.

Nietzsche al pianoforte

E' uscita recentemente per " NCA ( New Classical Adventure ) " & " Super Audio CD : Hybrid " la raccolta di brani per pianoforte di Friedrich Nietzsche. Era una vita che volevo sentirli.
L'esecuzione, di Michael Krücher, è brillante, ma, all'ascolto, si può ben dire che se Richard Wagner ebbe ragione su qualcosa, fu quando parlò, a proposito di questi pezzi pianistici, di " stupro della musica. "
Sono effettivamente orribili. Non pensavo che di un pianoforte si potesse fare un uso tanto orrendo!
Sia come filosofo che come filologo ( ma anche come poeta ditirambico ) Nietzsche fu sicuramente uno dei più grandi uomini di tutti i tempi, ma come musicista, è meglio lasciar stare.
Se conoscete qualche musicista o cultore delle belle note, e volete fargli un regalo scherzoso per Natale, non potete non cogliere questa occasione ( ma indubbiamente il Carnevale sarebbe un'occasione più propizia. )
Un parallelo: Nietzsche iniziò come musicista, e poi si diede alla filosofia e alla poesia, e finì pazzo; io sto seguendo lo stesso percorso, ammesso che non sia già completamente fuori di testa ora, senza essermene accorto ( Comma 22: " Chi è pazzo non sa di esserlo, se sa di esserlo, non lo è. " ), spero di non fare la stessa fine.

- Haiku -

E' come un manto
Adorno di brillanti,
Questa tua notte.

giovedì 13 novembre 2008

Suburbia

Il mulinello delle laminate
Sospinte flebili ed aguzze scorie
Di polvere si stende con le foglie
Accartocciate sopra un po' di nulla,
E il freddo che si muove tra i cappotti
Attinge brividi sin dalle ossa,
E fa fermare il sangue nel suo corso.

Mentre il passante silenzioso attende
Tra il gelo grigio della ferrovia
Un vuoto nero che non gli appartiene
Ma lo circonda invece tra le case.
Esse si alzano robuste e fiere,
E a volte espongono quelle bandiere
Per far sapere che c'è una partita,

Si guarda attenti il televisore,
Vedi gli schermi dietro ogni balcone,
Ci si domanda come finirà,
E se la propria squadra vincerà.

Una tesi sull'Universo - VIII - Il segreto dei Templari

Questo è il nucleo della tesi che mi costrinse a chiudere il blog:
il lettore è invitato a non prendere quanto troverà scritto come
semplici provocazioni od illazioni, ma come il frutto di anni di
ricerche. Chi è acuto noterà scritto ivi in esposizione chiara quanto
un autore come H.P. Lovecraft nascose al di sotto di metafore, questo
è il vero Necronomicon ed il sunto del medesimo:

" (...)

Sinora ritengasi dimostrato:

Che il Corpo di Dio è Lucifero ( Leggi Fisiche esprimentisi nel
tempo ) e che la Mente di Dio è Dio ( Mnemotecnica Divina o Cosmo ).
Che i Due sono perfettamente intrecciati e che l'Uno non può
sussistere senza la compartecipazione dell'Altro.
Che Dio si occupa della creazione come Lucifero della distruzione, che
l'Uno è quindi il Bene visto da un limitato punto di vista umano,
mentre l'altro è il Male visto ancora da un punto di vista umano
limitato.
Che l'interazione tra i Due dà origine al Movimento il quale è la
sostanza della Realtà.
Che l'Uno è specchio dell'Altro.
Che l'anima è una realtà temporale. Che il corpo è una realtà
spaziale.
Che non l'anima, ma la consapevolezza dell'anima, fu data da Lucifero
all'uomo in quanto, con l'evoluzione e nel corso, appunto, del tempo,
l'uomo acquisì l'autocoscienza.
Che tutti gli animali, eccetto l'uomo, sono dotati di anima, ma non ne
sono consapevoli, conseguentemente la loro incapacità di pensare in
maniera temporale, e la necessità di affidarsi all'istinto. ( Vedasi
in proposito la distinzione aristotelica tra anima vegetativa,
sensitiva, e razionale ).
Che ogni creatura vivente nel cosmo è destinata a prendere aspetto
umano e anche oltre, od a discendere da tale stato.
Che gli Angeli sono anime in uno stato superiore, e che, maggiormente
privati della realtà spaziale, e più avvicinati alle realtà temporali,
essendo privi di libero arbitrio, cadono necessariamente. ( Di qui il
culto gnostico secondo cui non solo i pericoli terreni, ma anche i
pianeti erano realtà maligne, nonchè la visione della Scala di
Giacobbe, i testi alchemici e la distinzione bruniana delle due scale:
gli Angeli non sono altro che le anime che scendono o salgono nella
scala dell'incarnazione )-.
Che la consapevolezza dell'anima è conseguentemente un fenomeno
esclusivamente temporale e quindi di per sé una realtà distruttiva,
che trova opposizione nella realtà del corpo, che, essendo
manifestazione spaziale, e quindi divina, tende invece a preservare se
stesso. Da ciò la realtà distruttiva dell'uomo alla sua radice, ed il
costante bisogno di filosofie, religioni, leggi, etc. per temperarne
la natura di per sè più violenta di quella di ogni altro animale.
Di ciò fa fede che la longevità spetta a chi maggiormente si preoccupa
e prende cura del corpo, mentre chi abbia fatto maggiore affidamento
sull'anima matura come un senso di suicidio ed un bisogno di morte
( casi Michelstaedter, Leopardi, etc. ); inoltre, nelle antiche
civiltà e non solo, il culto dell'anima e della virtù fu coltivato
quasi esclusivamente a fini bellici, mentre nelle confederazioni e più
in generale nelle società pacifiche è maggiormente diffuso il culto
del corpo.
Che la morte deriva in ultimo dalla malattia causata dall'anima sopra
il corpo, la quale, di conseguenza, si comporterebbe sopra lo steso
come un parassita, e infatti, secondo la dottrina della metempsicosi,
distrutto un corpo ne prende un altro ( un corpo posto in ibernazione
è basicalmente un corpo privato con mezzi esterni di fenomenologie
interne, esso è di fatto immortale ).
Che nella necessità e nella possibilità dell'uomo di redimere l'anima
facendole acquisire proprietà positive e non distruttive e negative
dall'interno, e non dall'esterno, consiste la realtà dell'esistenza
umana: che questa realtà è accessibile all'uomo solo attraverso mezzi
sociali adatti alla sua felicità. E che si tratta di una
trasvalutazione, di un movimento verso la trascendenza, e che la
trascendenza è gioia, ed è ricercata da tutte le religioni positive.
Che scendere verso il tempo costituisce la Dannazione, mentre salire
verso lo spazio costituisce la Salvezza.
Che il percorso delle anime nel Cosmo è conseguentemente una marcia
senza sosta dall'alto verso il basso, e dal basso verso l'alto. Questo
nell'ottica in cui non si può arrivare né allo spazio assoluto ( Dio-
in-sé ), né al tempo assoluto ( Satana-in-sé ), e cioé nè a spazio
privo di tempo, né a tempo privo di spazio, perché ciò è impossibile.
E' discutibile invece la possibilità di estinzione dell'anima come
autoprivazione di entrambi i fattori. Tuttavia ciò non è avvicinabile
da un punto di vista semplicemente umano. Questo probabilmente
indicavano gli Gnostici con il percorso dell'anima lungo le vie
planetarie, il cui scopo era raggiungere il Pleroma, ovvero, con ogni
possibilità, l'autodistruzione metafisica.
Scendere verso il tempo implica in ultimo agire nella realtà verso un
maggiore bisogno di movimento ( e infatti vediamo che i microorganismi
o addirittura gli elettroni hanno un maggiore bisogno di movimento
mentre via via che avanziamo verso il regno vegetale, animale, umano e
celeste il movimento diminuisce sempre di più: la necessità di
un'apparente maggiore bisogno di movimento dda parte dell'uomo deriva,
in ultimo, dai bisogni superflui indotti dall'autocoscienza e dal
conflitto della medesima con le altre ); salire verso lo spazio è
esattamente il contrario. Il lettore non si stupisca dell'affidamento
del movimento al regno vegetale: nonostante sia stabile fisicamente in
un luogo, esso partecipa di grande movimento, a cominciare dalle
radici: un ghepardo ha, proporzionalmente, un minore bisogno di
movimento a fini di nutrizione rispetto a una pianta, ciò che conta
non è in questo caso che la direzione del movimento medesimo.
In ultimo, l'estinzione del movimento è l'estinzione del bisogno, e
l'estinzione del bisogno è l'estinzione del desiderio, di cui già
parlò il Buddha Sakyamuni. Esclusività umana è la capacità di
estinzione del desiderio, ma anche del bisogno.
In ultimo, che sebbene i pianeti siano comunque entità partecipi del
tempo, e quindi di Lucifero, e quindi del Male, un'ascesa verso di
essi è comunque preferibile ad una caduta verso i mondi vegetale o
animale o addirittura dei microorganismi. Se non altro secondo criteri
di comodità.
In altri termini, si espletano così le quattro fasi astrologiche del
rapporto dell'uomo con il desiderio per quanto riguarda la storia
occidentale:

Fase 1. o Dottrinale: Si accumulano enormi fascicoli probanti
l'infamia del desiderio e la negatività dell'impulso sessuale come
piacere, si agiscono con grande impegno mezzi terreni di predicazione
( dottrinali ) o di persecuzione ( inquisizione ) allo scopo di sedare
il desiderio. E' il momento in cui, partendo da Agostino d'Ippona per
raggiungere Tommaso d'Aquino, matura la Scolastica.

Fase 2. Gnostica o Baphometica: L'universo è inconsciamente percepito
come il frutto malvagio e bizzarro di una copula omosessuale le cui
parti attiva e passiva vengono lasciate all'immaginazione del lettore.
Di qui l'enorme diffusione dell'omosessualità in una quantità di
Ordini Esoterici. E' la percezione che scandalizzò i sacerdoti
cattolici e causò la Crociata contro gli Albigesi, e la persecuzione
dei Templari. Il Baphometh. Anche l'Islam partecipa di motivi
gnostici, come l'idea secondo la quale non fu Gesù ad essere
crocefisso, ma un sosia.

Fase 3. o dell'Osculum Infame: Le parti vengono confuse, e proprio per
questo si cerca la perdita del principium individuationis ( si veda F.
Nietzsche, La nascita della tragedia, Ed. Laterza ), o della
percezione di spazio e tempo, attraverso mezzi specialmente
orgiastici. L'osculum infame nasce dalla confusione secondo cui,
essendo le parti coincidenti, baciare il sedere di Satana è come
baciare il volto di Dio. L'androgino perfetto. E' la fase che diede
origine ai roghi delle Streghe, e che era presente in nuce già tra i
Templari e gli Albigesi, e che si avvia ad una fase di risoluzione
nella filosofia di Giordano Bruno, che ipotizzò una nuova separazione
secondo etereità, nonché una riforma degli Dèi. Mezzo per arrivare a
ciò era il sacrificio della trascendenza all'immanenza.

Fase 4. o del Feminino Sacro: E' la risoluzione attuale, ossia, stante
l'integrazione dei precedenti due punti come parte della dottrina
della Magia Sessuale, la percezione passiva ( la materia viene
penetrata dal tempo, attorno al quale si riavvolge per rigenerarsi, si
veda in proposito la " Teoria della relatività " ) di Dio come
fenomeno materiale, nell'ottica del panteismo, viene mutuata in quella
di una Dèa, mentre il Demonio, data la sua parte attiva, rimane tale e
quale ma riprende le caratteristiche degli Dèi antichi come Pan o
Cernunnos. Ciò, assieme ad un recupero delle filosofie della doppia
polarità come il Tao, etc. (...) Vedansi la correzioni impartite da
Nietzsche non solo a Schopenhauer, ma anche al Bruno ( Introduzione
della Volontà di Potenza invece della Volontà, del Dionisiaco invece
della riforma degli Dèi, annullamento del criterio di etereità per un
assoluto ritorno alla terra, etc. ) Si torna anche a riconoscere la
validità dei criteri astrologici come punto di raccolta per costruirvi
attorno le analogie alla base del funzionamento dell'universo: " Ciò
che è in alto è come ciò che è in basso ", etc. presenti anche nella
fase 1. laddove però erano state occultate e nascoste.

Finalmente!

Più o meno anche questo blog è stato ripristinato: ora andrò a rivedere su hard disk se ho saltato qualcosa, ma sicuramente quanto di più importante è ritornato in rete, ma ormai privo di corsivi, per lo più, e forse in maggiore disordine, ma non ha importanza, tanto si capisce lo stesso: la mia unica preoccupazione ora è la celebrazione dell'Esbat di domani.

Sottosopra

Mettere sottosopra
E' anche mettere
Soprasotto.

Non philosophus, sed philosophia

Non m'importa di ricevere, men che meno di richiedere, l'attribuzione di un titolo come quello di filosofo, che per altro, per Legge, non potrei neanche reclamare.
Quello che mi interessa è che, a quanto scrivo, sia attribuito il nome di Filosofia, se non oggi, domani, perché la Storia è un arbitro imparziale.
Chi mi legge avrà compreso perché il mio interesse sia rivolto esclusivamente ai Posteri.

Ancora barocco

Non è vero che il rapporto qualità/prezzo è sempre sfavorevole per l'utente. Questa edizione dei " Quartetti di Parigi " di Georg PhilippTelemann ( 3 CD!! ), esecuzione " Musica ad Rhenum ", che ho trovato in vendita al prezzo di Euro 11,90, in Edizioni Briliant Classic, è veramente ben realizzata.
I fiati ( un flauto traverso ) hanno la dovuta preminenza sugli archi, che a loro volta vengono gestiti con sottigliezza e profondità, gli staccati si percepiscono benissimo, mentre i filati sono portati avanti con eleganza e maestria, il tutto per un torrente di delizie in esecuzione musicale che non lascia spazio all'incertezza o all'improvvisazione ( quanto mai inappropriata per il barocco ).
Per saperne di più su Telemann:
it.wikipedia.org/wiki/Georg Philipp Telemann
Sull'autore, possiamo dire che i suoi criteri sono quelli del barocco, consistenti nell'eleganza, nella proprietà fonetica ed in un'elaborazione dell'amalgama musicale che, pur non lasciando spazio ad alcun criterio personale o innovativo, rimangono ciònonostante piacevolissimi e affascinanti all'ascolto ( Ed è bello parlare di qualcosa di etereo come dei " criteri " per discutere di un argomento altrettanto sottile come la musica ).
Consigliato a cinque stelle!

Formazione democratica

Tutti i problemi, e le contraddizioni esistenti nel nostro paese, derivano, in ultimo, dal fatto che, sebbene l'Italia sia politicamente formata in Repubblica, non si ha, specialmente tra il popolo, una formazione sociale e culturale, del popolo particolarmente, in senso democratico e laico, ma questo, anche nel senso di una ripresa dei più importanti valori religiosi. Tutti gli autori dovrebbero partecipare di questa costruzione, sia in base ai mezzi ed agli strumenti a loro disposizione, sia recuperando gli scritti di autori come il Beccaria o il Verri.

In astronave

Viaggio sulla mia astronave,
E mi delizia,
Percependo le leggere
Vibrazioni del motore,
Lo spettacolo dei pianeti,
E delle stelle,
Muoversi intorno a me.

Ed il muso dello scafo,
Mi sembra quasi
Spingersi verso l'Oltre,
Come una sfida al destino,
Mentre tutto l'Universo,
Mi sembra tale
Da racchiudersi
Nella mia mano.

Sopra i vetri
Dell'abitacolo
Si riflette il cielo,
Ed è un pianeta,
Forse Giove,
Quello che sembra
Ergersi in maestà.

Ma è in questo viaggio
Solitario,
Che i miei sogni
Trovano coronamento,
E mi sento rinascere
Verso un nuovo futuro,
Come un Re,
Che presa la corona,
La ponga
Sulla propria testa
Autonomamente;
Sia pure tra un rigoglio
Di lacrime.

Ancora sulle permutazioni del Nome Divino

Il lettore è invitato a prestare attenzione, perché ora riveleremo come queste stesse Leggi espresse dalla permutazione del Nome Divino, trovino rispondenza nella storia dell'uomo.
Abbiamo visto presso una citazione precedente che nell'Islam questa permutazione, segreto degli antichi, non solo non sia presente, ma venga proprio totalmente cassata, la donna è vista esclusivamente come veicolo di perdizione, e non c'è riscatto, né mediante la grazia donata attraverso un figlio, né attraverso il sotterfugio.
Questo, in ultima analisi, spiega non solo la condizione della donna nel mondo islamico, ma anche le nostre difficoltà di approccio con il medesimo, nonché l'evidente natura statica dello stesso. Non inganni il fatto che, inizialmente, esso si proponga non solo come una necessità di espansione, ma anche in alcuni, singolari casi, come ad es. del primo Islam, un veicolo di straordinaria fioritura: la staticità, non trovando espressione nel tempo, deve infatti espandersi nello spazio, e quindi vediamo come tutti i movimenti statici, dai comunismi, ai fascismi, fino all'Islam dei primi tempi, di fatto necessitino per loro natura di un'ampliamento dei confini territoriali. Qualora questo non possa più avvenire, si possono avere soltanto due opzioni: o un annullamento della staticità, oppure un radicale irrigidimento della stessa ( il passaggio delle redini della Russia Sovietica da Lenin a Stalin, in questo senso, è un ottimo esempio ).
Notiamo anche come la stessa situazione torni necessariamente a presentarsi in tutti i regimi dittatoriali o autoritari: i quali si configurano come l'estinzione storica, messa in opera da parte dell'uomo della possibilità di permutazione del Nome Divino: infatti, essi inclinano ad un criterio di rigidità, ma quanto è più importante ora, è sottolineare come ogni regime basato su criteri di autorità sia costretto a mettere la creatività e le libere capacità realizzatrici, in particolare della donna, in ceppi.
( Si potrebbe obiettare che questo ragionamento non valga per la civiltà dei Greci, che, pur essendo oggettivamente libera, in realtà manifestava un grande controllo sul mondo femminile: sottolineamo però non solo come in essa fosse presente lo schiavismo, tant'è che Aristotele definisce lo schiavo " uno strumento ", ma anche che la medesima era facilmente soggetta a tentazioni autoritarie, manifestantisi in tirannidi, etc. per non voler considerare il regime rigidamente scalare di Sparta, e non mettere in conto le necessità dettate da pericoli esterni; tuttavia l'assoluta grandezza storica dei Greci consiste proprio, sia pure negli evidenti limiti della società dell'epoca, nell'essersi essi resi conto intuitivamente di questi pericoli, e nell'aver posto contro i medesimi quella straordinaria e valida barriera che, in ultimo, è costituita dalla virtù; il discorso non è diverso per la Repubblica Romana finché, infatti, la virtù non finì per estirparsi ed il mondo latino cadde nelle pastoie dell'Impero ).
Gnosi, infatti, è anche accorgersi della necessità della ribellione di Lucifero come ragione del movimento, e come comprensione della realtà del medesimo come principio di trasformazione, che si esplica nel costante autorigenerarsi dell'Universo, Satana infatti si occupa di distruggere, come Dio di creare; tuttavia vediamo come, durante la cerimonia dello Haji o pellegrinaggio, il fedele islamico scagli tre sassi contro i tre pilastri di Mina ( simboli di potenze diaboliche ).
Verrebbe quasi da dire: povero Diavolo!
Tuttavia, occorre aggiungere che, a differenza delle dittature, che si configurano necessariamente, da qualunque parte, come espressioni di violenza contro l'uomo e ribellioni contro Dio ( tant'è che questo è il reale concetto, valevole tanto per ogni fascismo, quanto per ogni comunismo, della concezione dell'"uomo nuovo", e cioé, in ultimo, del voler rendere superiore il microcosmo sul macrocosmo, quando invece il primo è realizzazione speculare e manifestazione dello stesso in altro modo, secondo l'assioma qabbalistico: - Malkuth è in Kether, e Kether è in Malkuth, ma in un altro modo. - ), sia l'attuale civiltà occidentale, che la civiltà islamica, sono parimenti meritevoli agli occhi di Dio, perché entrambe permettono un'espansione del cuore, dell'uomo e della donna, verso i Suoi orizzonti ( cosa che non avveniva, e non può avvenire, nelle dittature, perché il primo loro scopo è proprio di impedire questa espressione di Amore non solo per quanto riguarda le libere facoltà creatrici e realizzatrici dell'uomo, ma anche per quanto riguarda la stessa manifestazione del medesimo nella personalità e nell'individualità del singolo, che viene sostituita dalla paura, la quale è poi la fonte di ogni emozione negativa: unico dio, nelle dittature, infatti, è proprio il dittatore ), e perché entrambe espressioni della Sua Volontà, inoltre, la religione, sebbene possa essere espressa collettivamente, è rivolta al singolo, e infatti vediamo come sia l'Islam preveda una preghiera personale, sia come Gesù abbia detto: - Se volete onorare Dio, chiudete la porta della vostra camera, e pregate da soli. - Scopo di questo messaggio di Gesù, infatti, non era scagliarsi contro l'espressione collettiva della religiosità, anzi, era sottolineare la preminenza individuale del messaggio religioso, su quella collettiva, in ogni caso di fondamentale importanza. ( E infatti anche chi frequenta un Ufficio collettivo non per mostrarsi agli altri, ma esclusivamente per rivolgere la propria adorazione a Dio, esprime un rapporto personale, e non sociale, e questo, in ultimo, corrisponde comunque ad un " chiudere le porte della propria camera ", ad es., all'eventuale ammirazione degli altri, di qui non solo la necessità di tacere sul bene che si è fatto, ma anche l'opportunità religiosa della Via del Biasimo che, inevitabilmente, è una conseguenza di tale condotta: - Beati voi quando vi perseguiteranno perché avrete fatto la mia volontà. - ).
In ogni caso, la manifestazione politica più vicina alla Gnosi e alla Realtà Macrocosmica, vero e proprio ponte tra l'uomo e Dio, perché più mobile e quindi più vicina a criteri di realizzazione personale e sociale, è la democrazia, che, quanto più si fa corrotta e incline a tentazioni personali, tanto più si avvicina invece ai criteri della dittatura, e quindi all'allontanamento dell'uomo da quella che è la Vera Fede, infatti più difficili sono le condizioni di vita dell'uomo, meno questi è, per sua natura, propenso a credere e, quindi, a provare Gioia. Di conseguenza, massimi responsabili di fronte alla Volontà Divina sono i politici, che hanno il compito di fondare le basi materiali per la crescita spirituale dell'uomo, e non le basi spirituali per la crescita materiale di loro stessi, e, con loro, anche i filosofi, i poeti, gli artisti in generale, nonché chiunque si proponga di proporre, nella propria vita, un messaggio, che può essere più o meno producente, in questo senso, nella vita di tutti, stante che, attingendo ai Vangeli, scopriamo che grande peccato è sforzarsi di togliere la Fede agli altri.
Quanto si è detto a proposito della donna, e della Gnosi, non trova rispondenza nei criteri politici dei regimi comunisti, a causa della natura eminentemente satanica degli stessi, i quali non tentarono la permutazione del Nome Divino, ma si sforzarono invece di leggerlo così com'era, ma al contrario, di fatto rovesciando non solo quello che è il normale ordinamento sociale, ma anche, con esso, ogni comune regola di buon senso, dando luogo in questo modo ad una diversa forma di staticità, parimenti pericolosa rispetto alle altre.

Sulla natura del fuoco

Il fuoco mi sembra essere l'unico ente che, pur non partecipando di vita, ne ha tutte le caratteristiche: nasce ( ad es. da uno sfregamento ), cresce (anche troppo!!) se non viene fermato, si riproduce ( ad es. da una candela all'altra ), si nutre ( attraverso la trasformazione, ovverosia la consumazione, del combustibile ), muore ( quando viene spento o si spegne ).
Per questo gli alchimisti trattarono di due fuochi: uno di natura materiale, e l'altro di natura spirituale, e quest'ultimo posero come principio radicale delle trasformazioni materiali:
Igne Natura Renovatur Integra.

Lo specchio del Nome Divino

Indagando sul Nome Divino, scopriamo facilmente che esso è composto dalle seguenti lettere:
Yod-He-Vau-He.
Chi sa scrivere l'Ebraico, vede subito che esso è composto da una lettera a carattere maschile, una lettera a carattere femminile, un'altra lettera a carattere maschile, ma più allungata, e di nuovo una lettera a carattere femminile uguale alla precedente.
La prima cosa che notiamo, è che questo Nome non è assolutamente speculare, e ciò basterebbe ad inficiare tutte le nostre teorie, la seconda, invece, è che se la terza lettera è stata allungata, un motivo dovrà pur esserci.
Continuiamo la nostra indagine: ipotizziamo la prima Yod come elemento maschile ( Cosmo o Memoria Divina ), la prima He come elemento femminile ( Leggi fisiche o Corpo di Dio ), e qui troviamo anche la spiegazione del motivo per cui venga usato un termine maschile ( Eloah ) con un plurale femminile: Elohim, nonché il fatto che gli uomini vengano creati maschio e femmina secondo somiglianza, e a questo punto, scendendo proprio verso l'uomo, torniamo a Schopenhauer e all'Induismo, per decidere le attribuzioni delle altre due lettere: Vau ( Elemento maschile o Volontà ), He ( Elemento femminile o Conoscenza ). Renderci conto che ancora una volta il percorso non è speculare, ci permettere di decidere le attribuzioni delle prime due lettere in base ad un principio scalare secondo l'etereità della materia presa in questione.
In questo senso, comunque, possiamo ricordare la massima della Tabula Smaragdina: " Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, per compiere la meraviglia della Cosa Una. "
La Vau posta in quella posizione, dunque, stante il predominio della Volontà sulla Gnosi, implica quelle alterazioni di percezione di cui abbiamo parlato nell'articolo: " Corpo ed anima " e che, costituiscono, di fatto il " Kundabuffer " ( non a caso egli anticipa un termine fondamentale dell'informatica moderna associandolo alla radice della parola: " Kundalini " ) di G.I. Gurdjieff ( per chi fosse interessato a saperne di più, si ricorda che le dottrine essenziali del Maestro si trovano in: " Frammenti di un insegnamento sconosciuto " di P.D. Ouspensky, che andrebbe assolutamente letto prima delle opere scritte da lui stesso, mentre viene dedicata maggiore attenzione al Kundabuffer, attraverso una narrazione mitologica che ha realmente qualcosa di epico e straordinario, in G.I. Gurdjieff, I racconti di Belzebù a suo nipote, Ed. Neri Pozza, ma naturalmente ogni opera di questo autore, o raccolta delle sue lezioni, è caldamente consigliata ).
Il Nome Divino , dunque, designa un rapporto passivo dell'uomo con la Natura.
Ora, adottando un procedimento analogo a quelli della Temura, facciamo un piccolo scambio, liberandoci del Kundabuffer, e quindi accorciando la seconda Yod, così rivelando quello che potrebbe essere il Nome Divino Segreto:
Yod-He-He-Yod
A questo punto, notiamo che il Nome diventa speculare nella fonetica, ma non nella redazione scritta, e questo, per due motivi: 1) l'Ebraico è un linguaggio assolutamente sacro, e conseguentemente non solo non deve essere alterato in alcun modo, ma dovrà anche essere tracciato con il massimo rispetto e la massima considerazione. 2) Le lettere implicano la Volontà Divina, stante che il mondo fu creato con la Parola, di conseguenza, il fatto che il Nome non rimanga speculare nello scritto implica il procedere in ogni caso secondo questa Volontà.
Cos'è accaduto? Intanto che la Gnosi ha preso il predominio sulla Volontà, rendendoci attori attivi sul palcoscenico del mondo, e non, invece, agenti passivi del medesimo, così ristabilendo in noi quegli equilibri armonici ed ordinati che erano stati turbati da Satana con la sua ribellione la quale, lo ricordiamo, si configurava comunque come necessaria. Inoltre, con questo Nome abbiamo la reale conoscenza dell'ordinamento speculare dell'Universo, che si manifesta nell'androgino perfetto attraverso il riconoscimento, e l'attuazione, della Sophiah o Gnosi presente nell'uomo ( e a ciò allude anche Platone nel famoso episodio in cui Socrate riesce a far dimostrare da uno schiavo l'area di un triangolo ), e quindi come attuazione del feminino sacro, che prende il predominio sulla Volontà a carattere maschile.
Il Nome Divino permutato, dunque, designa un rapporto attivo con la Natura.
Non solo, ma questa permutazione spiega anche la leggenda esoterica secondo la quale il Santo Nome, letto al contrario, causa l'Apocalisse: infatti vediamo che la pronunzia al contrario è identica a quella ordinaria; Gesù era un Grande Maestro, e quando disse quelle parole che sono state commentate per secoli: - Molti di voi saranno vivi quando arriverà la Fine dei Tempi. - Non le disse a caso, ma sapendo bene che l'Apocalisse si compie ad ogni istante, che l'Universo costantemente rigenera se stesso, e che ogni nostro atto è sottoposto a giudizio.
Notiamo, infatti, come questo lavoro qabbalistico coincida con quanto trattato nell' articolo: " Ancora sulla Sophiah ", e più in generale su tutto il blog.
Questa permutazione, dunque, è il grande segreto celato non solo nella Bibbia, ma anche nella dottrina pitagorica del Sole e del Fuoco Centrale, nei culti gnostici, nelle religioni vediche, e in generale nelle più importanti opere letterarie ed artistiche di tutti i tempi e tutti i luoghi. Ma allora, se questa conoscenza è così importante, perché fu celata?
Perché rivelare esplicitamente una conoscenza così importante, se non a pochi ( e di lì anche i tre anni di silenzio decisi da Pitagora prima di ammettere alla propria scuola ) prima dei tempi in cui sarebbe stato opportuno manifestarla, sarebbe stato un peccato gravissimo, ossia un vero e proprio tentativo di interferire con la Volontà Divina, che comunque, se conoscibile nella sua essenza, rimane ciònonostante imperscrutabile, stanti la natura, ma anche la realtà sociale, dell'Era dei Pesci. Oggi, invece, all'alba del Nuovo Eone, questa Conoscenza è giusto che diventi disponibile per la crescita spirituale di ogni uomo.
Allora continuiamo con una frase di Gesù Cristo: " Beati coloro che predicano la pace. " Questa tesi viene sviluppata non solo per armonizzare il mondo della scienza con quello della religione, ma anche, più in generale, i mondi delle religioni: smettete di contrastarvi, perché dite tutti le stesse cose, e l'unico vostro fine è esclusivamente il miglioramento dell'uomo, perché si renda degno dell'Universo che gli è stato donato, e di Dio, mentre, per chi procede invece sulla strada del male, vorrei dire: - Ravvediti, perché sarai giudicato, e lo sei tutt'ora. -
In ultimo si ricorda che questi ragionamenti, proprio in quanto tali, possono essere giusti o sbagliati, e che probabilmente sono entrambe le cose nel contempo ( occorre qui rammentare la natura parziale delle conoscenze impartite a Semjaza nel " Libro di Enoch ", nonché quelle ambivalenti della filosofia eraclitea, del Tao, dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, etc. ), io sono un sostenitore del panteismo, e cerco di fondare filosoficamente le mie credenze, ma anche buone ragioni appartengono al sostenitore della trascendenza, piuttosto che dell'immanenza, del teismo piuttosto che dell'ateismo, etc. Occorre però ricordare che proprio nella natura parziale della ragione si trova la sorgente di ogni conflitto, e si tende a dimenticare che fine di ogni religione, di ogni credenza, di ogni attività speculativa o pratica dovrebbe essere innanzitutto il miglioramento spirituale dell'uomo. Chi scrive, ricorda che non si sente di titolarsi alla schiera di quelli che si credono giusti, ma piuttosto a quella di coloro che si sentono peccatori, o almeno, fa quello che può per ricordarsi di sé stesso come tale, e magari non sempre ci riesce.

La mia abilità nel disegno

Come
Un tricheco
Ubriaco,
Che tenga
Un pennello
Coi baffi,
Tentando
Di dipingere
Sopra
Una lastra
Di ghiaccio
Incrinato.

Esbat: 15/10/08

Il pomeriggio di oggi ha visto il compimento di un lungo ed elaborato Rito di Magia Sessuale che si è concluso questa sera con una brevissima Cerimonia in nome del Dio e della Dèa ( celebrati genericamente, ma nella forma più personale essi sono, naturalmente, Mercurio e Minerva ), finalizzata all'Apertura del Settimo Aethyr.
Le esplorazioni eteriche infatti procedono a pieno ritmo, e vengono redatte sopra un blog apposito, il quale verrà liberato dai Sigilli al momento opportuno, ossia , alla conclusione dei lavori.
Due circostanze significative invece durante le mie passeggiate: mi sono infatti imbattuto in un tizio che ricordava molto, all'aspetto, un Càtaro piombato sul mio percorso direttamente dal Medio Evo: scalzo, dalla pelle scura, smagrito, avvolto in una lunga e piuttosto ampia tunica nera, capelli corti, e barba di tre giorni; devo riconoscere che aveva un aspetto molto più inquietante di quanto non mi abbiano mai lasciato immaginare i miei studi sull'argomento, passeggiava avanti e indietro presso una sorta di spartitraffico; in ogni caso, mi è parso un importante messaggio degli Dèi: sono sulla strada giusta.
Invece, meno favorevole il fatto che, durante il mio percorso, a un certo punto mi sia trovato costretto a sedermi su una panchina, cosa che non mi era mai successa: mi sto indebolendo molto, probabilmente a causa della quantità mastodontica di sigarette che macino sia di giorno, che di notte ( non seguite questo esempio deleterio e nocivo, anzi, se fumate, prendete in considerazione l'idea di smettere, anch'io dovrei farlo, ma non lo faccio ).

Una massima taoista

Una bella massima taoista è quella ben nota secondo cui il bicchiere che sia mezzo vuoto, è pur sempre mezzo pieno.

Corpo ed anima

Se le nostre Leggi Fisiche sono le medesime in ogni situazione, allora esse seguiranno il principio di quegli specchi che ci siamo divertiti a montare per tutto l'Universo, anche per l'anima. E infatti, ponendo l'esempio di una lieve scottatura, ci accorgiamo che, come l'evento influisce sul corpo, così agisce anche sull'anima ma al contrario, e cioé essa, in qualità di memoria, la quale quindi si configura non solo come espletazione, ma proprio come la realtà più concreta e sostanziale della medesima, stante un centro corrispondente al movimento storico attorno al quale ogni evento ruota ( e qui trova risoluzione di quell'importante dottrina dell'Eterno Ritorno Nietzschiano, che l'autore, pur essendo ad arrivato ad intuire, non seppe mai spiegare chiaramente ), ed ogni ricordo si aggrega, fa sì che la spiacevole circostanza non si verifichi nuovamente. ( Ma, naturalmente, vale ancora una volta l'opposto per quelle piacevoli, a maggior ragione se sicure, quindi l'anima, stante qualche bisogno di soddisfazione nella vita, ma anche la necessità della salvaguardia della propria salute, impara a distinguere tra: occasioni piacevoli e sicure, occasioni piacevoli ma non sicure, occasioni spiacevoli e non sicure, occasioni spiacevoli ma sicure, come ad es. nel caso del rinunciare a un uovo oggi per avere una gallina domani. Il che, in ultimo, corrisponde a un chiasmo e quindi ad un nuovo e articolato gioco di specchi, senza giungere a considerare i nuovi riflessi causati dalla manifestazione materiale ( scelte personali o sociali, realizzazione ed incentivazione od affievolimento ed annullamento di desideri, pulsioni etc. ancora sociali o personali ) di questa necessaria elaborazione spirituale dell'uomo sulla realtà, nonché dall'elaborazione materiale ( costruzione di macchine, nonché trasformazioni ed alterazioni del territorio secondo il modello determinato dall'elemento antropico) causata dalla consistenza spirituale necessaria della realtà sull'uomo, laddove questi rapporti sono necessariamente all'incontrario, perché quanto si propone segue necessariamente un percorso rovesciato rispetto a quanto si oppone o dispone: - Il lupo viene nelle vesti dell'agnello. - Il che lascerebbe, di fatto, molto da disquisire sulla reale proprietà, in tutti i sensi del termine, delle nostre percezioni, delle nostre motivazioni, e dei nostri ideali, nonché sul fatto che si incontra molto più facilmente il male, di cui, per altro, è più difficile liberarsi, piuttosto che il bene, che è più facile da perdere ).
Questo spiegherebbe perché le cose ci tocchino molto più quando ci coinvolgono personalmente, in modo diverso da quanto imparato dall'esperienza altrui che, per quanto formativa, non è altrettanto coinvolgente, nonché per quale motivo noi stessi tendiamo, durante il nostro percorso, a evadere quei medesimi consigli che diamo agli altri, qualora essi siano elaborati esclusivamente, per quanto giusti ed opportuni, su base teorica soltanto.
Uno studio più approfondito, in questo senso, della psicanalisi potrebbe portare ad un'evoluzione degli stessi princìpi in modo più concreto e determinante.
Il valore dell'esperienza...

La Divina Sinfonia

Si muovon l'Universo e le sue stelle
Sopra un sentiero ben articolato,
Eppur quelle scintille sono ancelle
Di un Destino predeterminato,

E' sotto il loro influsso l'uomo nato,
Perché l'opere sue sempre più belle
Siano, che sia a prescindere dal Fato,
Oppur dalle sue nascite o favelle.

Ché lo Spirto lo muove senza posa,
Secondo le sue Leggi e i suoi Orizzonti,
Perché possa conoscere ogni cosa,

Ed attingere sappia alle sue Fonti,
Di cui Natura è il frutto, ed è la Sposa,
Dell'uom tra cielo e terra, mari e monti.

Una piccola espansione dei precedenti appunti sull'alchimia

Mercurio: Tempo. ( Venne scelto il mercurio a causa della sua natura a metà tra il liquido ed il solido, il che rende bene l'idea delle leggi fisiche manifestantisi nella natura del tempo, ed operanti sullo spazio. )
Sale: Spazio ( Il sale è facilmente solubile, per le mie poche cognizioni in fatto di chimica, almeno in acqua, è sinonimo di Intelligenza o Mente Divina, e quindi, nel suo rapporto con il mercurio, non poteva che essere sotteso ad indicare il mondo materiale, in rapporto al mercurio, nelle sue continue trasformazioni ).
Solfo: Movimento ( Lo Zolfo è facilmente combustibile, e quindi, in questo senso, lo possiamo diagnosticare come oggetto di quell'alchemico Igne Natura Renovatur Integra degli alchimisti, ossia come sinonimo del fuoco o movimento e perpetua trasformazione ).

Oro: Uomo ( Scopo del movimento degli elementi di cui abbiamo trattato è il raggiungimento dello status naturale dell'uomo: oro sia nella sua essenza corporale, o materia allo stato denso, sia nella sua essenza spirituale, o materia allo stato rarefatto, nonché guardiano e sentinella della Natura e dell'Universo tutto, cui è affidata la responsabilità del corretto ordinamento e funzionamento del medesimo, essendo l'unico ente la cui natura rispecchia quella del Cosmo, in base alle sue virtù morali ed etiche, da dimostrarsi non solo nei confronti del prossimo, ma anche di ogni creatura vivente: quanto infatti l'amore per l'intero universo rinforzerà l'amore per il nostro vicino, sapendo che questo è specchio di quello? ).

Una visione

Vestiti rinascimentali, si cammina sul selciato.
Io e un uomo che sembra essere una Guida passiamo oltre un bancone dove Gesù, fermo e solenne, sta mangiando, Egli dice: - Prendete due pani e andatevene. -
Il bancone è circondato da una barriera di taniche, io pongo tremante una pagnotta presa da una cesta nei pressi sopra le stesse, ma la mia Guida ne pone una sull'angolo in alto a destra del piatto di Gesù, allora si vedono le due pagnotte una sull'angolo in alto a destra e l'altra sull'angolo in alto a sinistra del piatto.
Mentre ce ne andiamo, io dico: - Hai visto che bello era Gesù così pieno di luce? - Ma la mia Guida non risponde, o forse fa un leggero segno di negazione con la testa.
Torno a casa e vado a dormire aspettando l'Apocalisse, perché Egli è tornato, ma la mattina dopo mi risveglio in normali occupazioni di routine.

Immanuel Kant

Nella stessa ottica panteistica vediamo muoversi Immanuel Kant, il quale volle sopra la sua tomba la scritta:

" Il cielo stellato sopra di me,
La legge morale in me. "

Proprio per sottolineare, sul Simbolo del passaggio da una realtà all'altra, l'affinità speculare tra la Mente Divina od Universo, e l'anima dell'uomo, capace di meritarsi le stelle solo mediante una condotta virtuosa.
Il che dimostra che era partecipe del segreto della Gnosi.

Canto d'Amore

Rivedo nei tuoi occhi tutto il mondo,
Le stelle dentro il cielo e tutti i fiumi,
Le acque che si muovon nel profondo,
I piani laghi e dei vulcani i fumi,

I campi con i fiori ed i profumi,
L'acuto, il quadrato, ed il rotondo,
E con la tua dolcezza mi consumi,
E nell'immensità tua mi confondo.

La sorgente dei battiti del cuore
Mi sembra che si perda nel lontano
E notturno e silenzioso bagliore

Delle stelle d'un cielo che par vano,
Ma che raccoglie invece il nostro Amore,
Ove mi perdo, e prendo la tua mano.

Ancora sulla Sophiah

" La paura porta all'ira, l'ira porta all'odio, l'odio porta....alla sofferenza. "
George Lucas, Guerre Stellari, Episodio V: L'Impero colpisce ancora.

" Il mondo è pieno di esempi negativi. "
Georges Ivanovitch Gurdjieff

Dopo aver trovato riferimenti alla Sophiah in ogni cultura religiosa ma anche letteraria: dalla Genesi ( esiste una tavoletta sumera in cui sono ritratti un uomo e una donna accovacciati presso un albero attorno al quale si arrotola un serpente: manca ogni possibile testo esplicativo ) al Libro di Enoch, dal Ramayana all'Iliade a Dante Alighieri ( ma anche nell'Odissea: Penelope assediata dai Proci ) non dovrebbe stupirci di trovarne anche nel Corano, e infatti eccolo:

" Il Corano accenna a un'altra storia di ribellione e dissenso, sviluppata poi dalle tradizioni iraniane. La storia parte dal disprezzo che gli angeli avevano per gli uomini, a causa dei loro numerosi peccati. Gli angeli non nascosero il loro giudizio, e anche se Allah parlò in difesa degli uomini, essi non lo ascoltarono, anzi, vollero dimostrargli che il loro disprezzo era fondato. Scelsero così due tra di loro, Harut e Marut, esseri sapienti e dotati di arti magiche, e li inviarono tra gli uomini, per dimostrare che essi avrebbero saputo facilmente astenersi dai peccati comuni fra gli esseri umani: idolatria, violenza, intemperanza e soprattutto le tentazioni della carne. Ma i due angeli, una volta che ebbero presa forma umana, si trovarono esposti a tutte le tentazioni degli uomini. E quando videro una bella donna, immediatamente la desiderarono. Grazie alle loro arti magiche riuscirono a rapirla, ma furono scoperti da un uomo, che uccisero. A quel punto, presi dalla vergogna, tornarono in cielo e confessarono ad Allah che non erano stati capaci di resistere alle tentazioni, proprio come i peggiori tra gli uomini. Essi stessi scelsero la loro punizione: furono incatenati e sottomessi a feroci torture, nella città di Babilonia. "
Da: Raffaele Russo
Atlante Illustrato dell'Islam
Ed. Giunti
( Corsivi e grassetti dell'Autore )
Confrontando le narrazioni della " Genesi ", del " Libro di Enoch ", ma anche del " Corano ", ci accorgiamo di un fatto essenziale, in tutti i casi contemplati, gli Angeli falliscono necessariamente dove gli uomini possono riuscire. In questo senso, possiamo adottare una sola spiegazione: essi falliscono perché non sono dotati di Libero Arbitrio, e cioé non sono dotati degli strumenti necessari per affrontare la vita terrena ( e questo porta necessariamente ad una condotta opposta in Terra rispetto a quanto avveniva in Cielo, stante l'ordinamento speculare del mondo, l'assenza di Libero Arbitrio, dunque porta gli Angeli a seguire le Leggi della Terra, e quindi a comportarsi in modo contrario, rispetto a quanto avveniva nel Cielo ). E infatti vediamo nel " Libro di Enoch " che responsabili della Caduta sono esclusivamente gli Angeli definiti Osservatori, e cioé quelli che hanno la responsabilità di vegliare sopra gli uomini.
In questo senso, dunque, la caduta degli Angeli si configurerebbe come perfettamente naturale,
ma anche la decisione di Dio di porli in tale situazione non solo per provare la loro superbia, ma anche allo scopo di dare luogo a quel movimento ( che, per sua natura, abbisogna di una polarità positiva e di una negativa ) e sbloccare quella staticità di cui parlavamo in qualche articolo precedente. In questo modo, dunque, Angeli e Dèmoni si configurerebbero come vere e proprie forze naturali, e la nostra lontananza dalle sfere celesti spiegherebbe, stanti gli insegnamenti della Qabbalah, perché qui in Terra è più facile, ad es., distruggere qualcosa che costruirlo ( ma si confrontino anche la Legge delle Ottave nonché più in generale le Leggi alle quali sono sottoposti i mondi in P.D. Ouspensky, " Frammenti di un insegnamento sconosciuto ", Ed. Astrolabio ).
Sarà ormai chiaro al lettore che stiamo procedendo sui binari del più schietto panteismo.
Ma arriviamo all'uomo, e, stanti gli insegnamenti di cui sopra, chiariamo una volta per tutte quale sia l'insegnamento concernente la Sophia, o Gnosi, presente in tutte le culture del mondo, attraverso paralleli con due narrazioni lontane nel tempo e nello spazio come l'Iliade e il Ramayana.
Una donna viene rapita ( qui vediamo una corrispondenza con la Sophiah decaduta che, di fatto, corrisponde ad una donna lasciva che si lascia tentare e si fa rapire volentieri: Ramayana, Odissea, mentre nella Genesi la donna è " rapita " da un serpente dal quale si lascia facilmente " sedurre "), a questo punto si scatena una guerra ( sia nel Ramayana che nell'Odissea, invece nella Genesi viene scatenata una punizione che però, pur avendo conseguente devastanti, ha anch'essa, come vedremo tra poco, fine purificatorio ), la quale può essere vinta esclusivamente da un sotterfugio ( Cavallo di Troia, ma ora ci spostiamo sull'Odissea, e cunicolo sotterraneo nelle narrazioni induiste ), che riporta le cose a posto, ristabilendo il matrimonio; più articolata invece la narrazione biblica, ma comunque con una conclusione purificatoria riguardante tutta l'umanità: infatti la discendenza di Caino verrà estirpata dal Diluvio Universale, e sostituita dai figli di Noé, a sua volta discendente di Set, dato ad Adamo ed Eva per compensare la perdita di Abele. Vediamo che nella narrazione della Genesi c'è uno spostamento d'ottica, infatti, mentre nelle altre due narrazioni gli eventi si compivano attraverso una guerra, in questo caso si compiono attraverso un fratricidio, ma, stante la nota leggenda riguardante Romolo e Remo a proposito dei confini della città ( e che quindi lascerebbe immaginare un'invasione, guerre tra fratelli erano molto comuni, purtroppo, all'epoca, chi non ricorda le " Anabasi " ? ), nonché la funzione metaforica dei due fratelli, l'uno come pastore, l'altro come agricoltore, classi sociali che a loro volta entravano facilmente in conflitto, possiamo configurare questo fratricidio come la metafora di una guerra a sua volta, ripristinando la condizione originaria del nostro percorso, o quasi, perché manca, in questa narrazione, il sotterfugio, e questo cambiamento è, in ultimo, determinato dalla presenza di un Dio misericordioso ( e che si esprime, in questo contesto, nella nascita di Set ), piuttosto che da un Fato immutabile, al quale soggiacciono anche gli Dèi, e che, di fatto, ne annulla la necessità.
Tuttavia, scegliamo ora una delle vicende in questione per esaminarla meglio secondo un canone attinente alla nostra ricerca, e prendiamo la Guerra di Troia, perché più facile da ricapitolare.
Elena è la nostra anima, bella, nobile e graziosa alla nascita ( ed è la più bella di tutte le donne perché è la più dotata di tutte le anime, ovverosia, di tutte le creature visibili e non visibili, è l'unica dotata di Libero Arbitrio ), è però soggetta ad allontanarsi dalla nostra conoscenza della medesima ( o conoscenza di sé ), man mano che andiamo avanti con il tempo ( Gnosi decaduta ), e infatti il matrimonio, che è poi in realtà il matrimonio del corpo ( Menelao, padre, Volontà ) con lo Spirito ( Elena, madre, appunto Conoscenza ) all'atto del rapimento, è già concluso, a causa delle difficoltà via via maggiori che incontriamo lungo il nostro percorso di vita, e che si configurano vieppiù come una guerra, e questo costringe generalmente l'uomo, chi più chi meno, a lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative, che si esprimono più generalmente attraverso la paura, la quale crea una doppia specie: da un lato infatti essa è socialmente inaccettata: si teme di far la parte dei vigliacchi, dall'altra essa è comunque preferibile alle altre, non solo alle più antisociali e quindi giustamente improponibili, ma anche alla sofferenza e al pianto, che invece di essere, come dovrebbero, sinonimi di umanità e di sensibilità, è stigmatizzata quasi come un torto, se dimostrata in pubblico. Lascio immaginare quale sia la condizione dell'uomo sistemato in questo modo tra le sue emozioni come una pallina da flipper: magari scorgerà questo stato di cose direttamente in sé stesso.
Tuttavia occorre considerare che anche la sofferenza è un'emozione negativa, e, in quanto tale, occorrerebbe liberarsi anche di essa, e ritrovare la gioia del cuore, che, una volta imparato ad accettare la vita, è più facile da raggiungere di quanto non si pensi, e che coincide con la Vera Fede. Per raggiungere la Fede, però, secondo Omero è necessario compiere un sotterfugio ( e vediamo che si passa di luogo chiuso in luogo chiuso, ovvero dal Cavallo di Troia all'interno di una città fortificata ), ossia occorre prima occultarsi alle emozioni negative, ed osservarle quasi dall'esterno: cosa le genera, perché si manifestino, etc. E potremmo facilmente scoprire che qualcosa che ha causato il nostro turbamento in realtà è totalmente innocente, ma ha scatenato un'associazione di idee che ci ha resi vittime delle nostre emozioni ( o armate di Ilio ).
A questo punto riusciremo a prendere il predominio nella roccaforte da espugnare ( il corpo ), e non dovremo fare altro che disciplinare ( e ciò, grazie al sotterfugio precedentemente adoperato, sarà molto più facile a farsi che a leggersi ) le nostre emozioni, che poi coincidono con i nostri Dèmoni, riportando a casa Elena ( Gnosi dell'Alto ), e cioé la nostra anima purificata, affinché possiamo portare avanti un matrimonio felice. Non mi resta, però, che concludere con una citazione da Aristotele ( se ricordo bene, come sapete, sono costretto a citare a braccio, ma quello che è importante è ricordare che l'uno, poniamo Platone, era rigidamente contrario al dionisiaco, mentre l'altro diceva quanto riportato più sotto ):
" Possiamo concederci ai riti dionisiaci, ma con moderazione, affinché essi non prendano il sopravvento su di noi. " Non diversamente Jim Morrison: " Il sesso deve essere un nostro strumento, non dobbiamo diventare schiavi noi dello stesso . " Con una traduzione un po' articolata, ma efficace. Infatti i nostri desideri vanno controllati e disciplinati e non repressi.
Naturalmente, questo è un percorso altamente formativo e liberatorio, che può essere intrapreso da chiunque, a prescindere da qualsivoglia religione appartenga.
E' questo l'insegnamento di cui tutti i grandi saggi, da Valmiki a Omero, da Dante Alighieri a Sigmund Freud ci hanno fatto dono, e io lo lascio a voi, sintetizzato in poche righe, perché ne facciate buon uso.

E a proposito di buoni usi e ottimi consigli, una raccomandazione che è sempre importante: qualsiasi siano i vostri orientamenti sessuali, chiunque sia il vostro o la vostra partner, se non ne avete la maggiore conoscenza, non ne provate la più certa fiducia, o comunque nutrite il minimo dubbio sui suoi trascorsi, USATE SEMPRE IL PRESERVATIVO!! Perché, dicevamo, questo è un mondo in cui è molto più facile distruggere ( e distruggersi ) che costruire o guarire.

Questo invece è un Sufi che vi fa l'occhiolino

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Vabbeh non è esattamente un Caravaggio, però è gentile ed educato, ve lo assicuro io che lo conosco bene!

Virgilio e Silio Italico

A proposito delle mie ambizioni: se proprio non riuscissi ad ottenere il podio di un Virgilio o di un Dante, evidentemente tra i massimi della nostra letteratura e della nostra storia, mi accontenterei anche di quello di un Silio Italico: certo, l'" Eneide " è più completa e formativa, ma, se devo essere sincero, mi sono sentito molto più coinvolto e appassionato dalla lettura delle sue " Guerre Puniche ".

" Lo steccato "

Cazzeggiare, rubicondo e malaccorto,
Ed ubriaco di birra e di porto,
Inciampare tra i pruni e gli sterpi,
Beccato da merli, morso da serpi,

Dal barile attingendo anche la feccia,
Spiar le file di bruni bicchieri,
Che ora si svuotano, ora schiumecciano,
E non mi sembra ma son proprio veri.

Osservar tra' scaffali il palpitare
Di mille bottiglie che sembrano un mare,
Mentre si levano tremuli scricchi
Dagli ubriachi che si credon ricchi.

Ed andando sentirmi rinato,
Nell'ebbrezza di allegra meraviglia,
Seguendo nel percorso uno steccato,
Ché mi son perso, e non ho trovato
Casa, dietro ogni mia bottiglia.

A proposito di religioni

Tengo a sottolineare che io mi occupo della Wicca, e precipuamente di una fondazione filosofica della stessa, stanti i miei mezzi e le mie capacità, seppur minime, secondo anche il metodo delle religioni comparate, perché questa è la mia scelta religiosa. Tuttavia, è giusto considerare anche ogni altra religione presente sulla faccia della terra con il massimo rispetto e la massima considerazione, purchè ci porti verso il bene e non verso il male, non solo perché si tratta di aspetti di straordinaria importanza delle credenze umane tutte, ma anche perché sono fomite di buoni insegnamenti e di giuste misure di salute, perchè sono tutte aspetti di un identico Messaggio Divino e perché la storia recente ha dimostrato quanto un mondo possa rimanere ingrigito e povero, misurato esclusivamente sulla capacità del successo terreno e dell'accumulazione del denaro, invece che sulla virtù e sull'amore per il prossimo, come dovrebbe essere, qualora un insegnamento religioso, il quale trova una giusta ed opportuna controparte nella filosofia, venisse a mancare.
Coltiviamo dunque il rispetto e lo studio delle religioni, e, se ci è possibile, scegliamone anche una che riconosceremo come nostra secondo i nostri bisogni e le nostre esigenze, nonché i nostri ideali e le nostre prospettive.
Anche la filosofia potrebbe essere adatta all'uopo, e sicuramente occorrerebbe studiarla, ma certamente la storia ha ormai dimostrato che è più fallibile e maggiormente insicura e traballante come scelta. Occupiamoci dunque di filosofia come contraltare critico, ma anche come supporto, delle nostre scelte religiose.

Eppur si muove...

Altra prova di una realtà noumenica è come, cambiando di veste, le cose sembrino riproporsi, nella storia, ripetendosi od in veste uguale o contraria dalla precedente, esattamente come i pianeti si muovono attorno al Sole, ma, stanti la circolazione ad es. delle acque sopra di essi, o gli impatti delle meteore, od i mille altri cambiamenti che, pur impercettibili all'occhio umano, in essi avvengono, variandone la formazione, non diversamente la realtà si muoverebbe attorno al proprio sostrato, cambiando di forma, ma non di sostanza.

Gli specchi di Archimede

Muovono sull'acque all'orizzonte
Le nere turbe lontane
Delle navi romane,
Tremano le sentinelle
Sugli spalti,
Mentre il saggio procede,
Archimede,
Agli ultimi lavori
Presso la costa.

E si distinguono vele e divise,
Pure di troppa luce
Ogni arma riluce,
Ed anche l'acqua sui legni
Si fa brillante,
Mentre s'accende il fuoco,
Si fa l'aere roco
Di nebbia e fumo
Sopra le acque.

Pure sbarcano i soldati,
Mentre crepitano le navi,
Cadono le travi
In acqua e presso riva,
E le trappole,
Grate di dardi e frecce,
Scagliati oltre le brecce,
Atterriscono il nemico,
Al suo avanzare.

Ma cade la città,
Povera Siracusa amata,
E' stata conquistata,
Ed urla e strepita
Il nemico infuriante nel sacco,
Quando un milite romano
Ti uccide di sua mano,
Sancendo la sconfitta
Della tua intelligenza.

A Olivia

- Dedicata a tutti gli studenti dei Licei, ma in particolare del Classico, di ieri, di oggi, di domani, e di sempre. -

Olivia, rimembri ancora
Quando i denti ti facevan male,
Ed il tartaro oscurava
I tuoi incisivi neri e fuggitivi,
E tu, incerta e pensosa, sulla sedia
Del dentista salivi?

Sonavan le sale
D'attesa, e le vie d'intorno
Alle tue perpetue urla,
Allor ch'all'opre del dentista attenta,
Sedevi, assai tormenta
Di quel trapano vago che in bocca avevi?
Era un paese curioso: e tu solevi
Mandare proprio a quello il tuo dentista.

I miei passatempi da perdigiorno
Talor lasciando e le carte da gioco,
Ove tutto il mio tempo
E di me si spendea la peggior parte,
D'in su i veroni della bettola vicina,
Porgea gli orecchi al suon delle tue urla,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa arcata.
Mirava il ciel gioioso,
E quinci il mar da lungi, e quinci il monte.
Lingua mortal non dice
La mia soddisfazione.

Che me l'hai sempre menata
Con la tromba ed il trombone, Olivia mia!
Quale allor mi apparìa
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di quel tal casino
Un affetto mi preme
Lieve e soddisfatto,
E tornami a gioir di tua ventura.
O natura, o natura
Perché solo or le rendi
Quanto mi diede allora? Perché di tanto
Fai aspettare i figli tuoi?

Tu pria che il dente le cadesse infermo
Da chiuso morbo combattuto e vinto
La carie tenerella le mostravi,
Annerire sopra tutti i denti in fiore,
E le molcea nel cuore,
Il dolce masticato o il nero specchio
In cui vedeva i denti andare a male;
E neanche le compagne ai dì festivi
Con lei masticavano d'amore.

Anche perìa tra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Breve pausa fu data al tuo trombone.
Ah come passato sei,
Caro compagno dell'età mia nuova,
Mio lacrimato dente cariato!
Questo è il mondo?
Questi i trapani e strumenti
Onde cotanto ragionai da solo?
All'apparir del vero, tu misero, cadesti,
E con la mano,
Perdite al gioco ed una fredda tromba
Mostravi di lontano.

Un binario di trattini

Dove va il treno====================================
===============================================
==============================@@=@@=@@>>====
==============?

Per oggi

Per oggi
Siamo arrivati
A sera,
Domani si vedrà.

A questo punto

A questo punto,
Penso che potrei dire,
Che qualunque cosa sarà
Del mio futuro,
Sicuramente
Non morirò ignorante.

Sopra il concetto aristotelico di sostanza

Molto si è detto e contraddetto a proposito del concetto aristotelico di sostanza che, trovando origine nelle speculazioni dello Stagirita, venne in seguito negato dalla filosofia anglosassone e da Locke, per poi essere demolito dalle macchine di Heidegger. E chi sono io per contraddire tutte queste autorità?
Eppure, qualcosa doveva essere pur loro sfuggito, se consideriamo che ancora oggi identifichiamo una bottiglia per una bottiglia, un vaso per un vaso, od un fiore per un fiore.
Effettivamente, la sostanza di un oggetto trova la sua manifestazione nell'immaginazione dell'uomo ( ossia nella natura prettamente peculiare del tempo ), così come quest'ultimo trova realizzazione nell'Immaginazione Divina.
E infatti, poniamo, della sostanza di una bottiglia possiamo dire che è in fase di progettazione nella mente del costruttore, che è in fase di costruzione nelle mani del costruttore, che è in fase di vendita nelle mani del venditore, che è in fase di consumo da parte dell'aquirente, che è in fase di riciclaggio dal parte del consumatore, etc.
Tutto ciò senza che la bottiglia, di fatto, esista, e senza considerare che possiamo anche porre questi verbi nelle varie modalità passate, presenti, e future, senza distinzione.
In altri termini, l'oggetto trova la sua realtà sostanziale nel tempo, e nell'immaginazione dell'uomo, e la sua realtà materiale nell'oggettità, così come l'uomo trova la sua realtà peculiare nell'anima, manifestantisi necessariamente secondo le leggi fisiche*, o Corpo Divino, e la sua realtà fattuale nella manifestazione mortale secondo l'oggettivazione dell'Universo o Mnemotecnica Divina.
Come infatti una bottiglia verrà costruita in tale o tale modo, od in tale o tale materiale, a seconda degli usi cui verrà destinata, etc. allo stesso modo l'uomo nascerà in questo o quel paese, e con queste o quelle doti, etc. a seconda dei casi: e in entrambi i casi, come nel piccolo così nel grande, possiamo parlare di " predestinazione ", laddove strumento di questa irradiazione sono per l'uomo nel grande gli influssi astrologici, e nel piccolo la materia dalla quale egli si forma ed è costituito, e che si configurano veramente come quella che potremmo chiamare la Mano di Dio, e che in ultimo si risolve in un piano forse comprensibile, ma comunque imperscrutabile, da parte dell'uomo, e che riguarda il futuro e la crescita tanto del primo, quanto dell'Universo tutto.
Ma si ricorda che astra inclinant, non determinant: peculiarità della natura umana è infatti il Libero Arbitrio, e quindi possiamo definire la sostanza, a proposito delll'uomo, in questo modo: movimento sufficientemente predestinato nel tempo, ma con larghissimo margine di libertà etica e morale, al fine di una crescita spirituale.
Non potremmo comunque concludere questo articolo senza parlare dei nostri amici animali, per i quali, in base alla nostra tesi, potremmo definire la sostanza come: movimento necessariamente predestinato nel tempo, al fine di una crescita spirituale. Infatti gli animali non possiedono il Libero Arbitrio, ma quant'è vantaggiosa e conveniente per l'uomo la loro compagnia! Infatti, come l'uomo assistendolo aiuta un'anima a raggiungere uno stato più elevato, così l'animale stando vicino all'uomo gli ricorda tanto le virtù quanto i vizi ( come il cane, che è fedele ma anche avido, od il gatto, che è sincero e indipendente ma anche opportunista e indomabile ), e soprattutto, gli porta il conforto del suo affetto e del suo amore.
Per quanto riguarda i vegetali, potremmo definirne la sostanza come: movimento assolutamente predestinato nel tempo, al fine di una crescita spirituale. E infatti vediamo che non solo il vegetale è assolutamente immobile nella sua situazione, e quindi la sua predestinazione non è più necessaria, ma diventa addirittura assoluta e irremovibile, stante anche la sua mancanza di anima sensitiva, capace di sentimento, o comunque presente sia pure in minima parte, invece propria all'animale, ciònondimeno, in base alla nostra tesi, ispirata all'antica saggezza orientale, il fine per ogni creature è il medesimo, e per questo occorre prendersi cura anche del mondo vegetale da parte dell'uomo, che è veramente il guardiano, il curatore e l'ordinatore: il Druido posto da Dio a sentinella dell'Universo.
Possiamo quindi immaginare quanto siano colpevoli il nostro attuale rapporto con la Natura, l'inquinamento, lo sfruttamento indiscriminato del mondo animale nonché vegetale, etc.
Più difficile invece la definizione della sostanza a proposito dell'infinità di oggetti come sassolini, minerali, etc. Mi azzardo però ad un tentativo, che il lettore potrà modificare come meglio gli sembrerà opportuno per una maggiore chiarezza razionale: Movimento totalmente predestinato nel tempo, al fine di un'utilità pratica da parte dell'uomo, o di una crescita spirituale. Infatti ci accorgiamo che, qualora un'anima umana abbia commesso peccati di così grave rilevanza da essere costretta non più a reincarnarsi, ma addirittura a oggettivarsi, sicuramente le Sentinelle che necessariamente regolano il funzionamento del Cosmo faranno sì che il suo veicolo di punizione terrena non venga scelto dall'uomo per i suoi fini, deviandone l'interesse verso altri oggetti esclusivamente materiali.
La questione è però molto dubbia in tutto il mondo della Wicca, e conseguentemente preferirei lasciarla cadere, stante che una reincarnazione nei vari mondi animati potrebbe essere più che sufficiente per gli scopi cosmici.
Infine, potremmo definire la sostanza degli oggetti e degli strumenti di lavoro come movimento totalmente predestinato dall'uomo nel tempo di un qualunque tòde tì, al fine di un'utilità pratica.
Stante dunque che occorre una differente definizione del concetto di sostanza per quanto esiste, le nostre Leggi trovano per natura attuazione in ogni cosa coinvolta nei mutamenti materiali, e rispondono esattamente agli stessi canoni e motivazioni, sia in salita che in discesa, per ogni oggetto esistente, e quindi, vivente, perché: " Tutto è pieno di Dèi. "

* Ci accorgiamo infatti ad una seconda lettura che la psicanalisi non è altro che la definizione del metodo attraverso il quale la stessa anima trova rispondenza e risoluzione nelle leggi attinenti alla natura del cosmo, stante una rilettura dell'idea bruniana, e non solo, secondo cui tutto è materia più o meno rarefatta.

I passatempi degli Dèi

Stante che Omero ci insegna come gli Dèi si divertano a pasticciare con le vicende umane, e a proposito del fatto che

Anche un gioco che dà gioia,
Viene a noia prima o dopo,

E, a tale proposito, chiunque si sia affaticato sui classici sa come non ci sia niente di più affascinante, e pesante nel contempo, dell'Ovidio delle " Metamorfosi ", che poi, oltretutto, ci toccherà ripetere con il petrarchesco " Canzoniere ": perché di certe cose non si ha mai abbastanza; verrebbe quasi da chiedersi se gli Dèi non abbiano introdotto la diffusione dei culti monoteistici come espansione del gioco.
E infatti, se paragoniamo ad es. l'invasione romana della Corsica, con quella europea delle Americhe, scopriamo che grosso modo le regole di base sono sempre rimaste le stesse.

In favore di Roberto Saviano

" E se si alza una mano,
Si alzano tutte quante. "
Lucariello, Cappotto di legno.

Un pentito della camorra ha recentemente rivelato di un progetto volto ad uccidere Roberto Saviano, autore del libro di denuncia: " Gomorra ", dal quale è stato anche tratto un importante film, entro dicembre.
La scia di sangue di vittime della criminalità organizzata nel nostro paese è veramente troppo lunga: Giuseppe Fava, Rosario Angelo Livatino, Giorgio Ambrosoli, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, e molti, molti altri:
http://it.wikipedia.org/wiki/Vittime di Cosa Nostra
Per questo, la voce dell'Italia onesta, che è quella della più cospicua maggioranza dei cittadini, deve sempre e comunque farsi sentire.
Di qui questa mia iniziativa, ma, forse, anche di molti altri, che vorrei passasse di blog in blog, di levare una mano in favore del giornalista che è stato minacciato: chi lo vuole, aggiunga anche l'immagine di una mano alzata, io non posso perché non m'intendo molto di diritti d'autore ( e cioé non so cosa si possa o non si possa prelevare da Flickr, o da altri siti analoghi ) e, comunque, non possiedo uno scanner.

Una grammatica di Greco moderno

Ho trovato in Rete una grammatica di Greco moderno che mi sembra interessante, uno studio appropriato e serio della medesima potrebbe regalarmi un punteggio in questa lingua pari a:2, forse, addirittura:3.
http://users.forthnet.gr/agn/drennolds1/

Appunti per la risoluzione del problema alchemico

Mercurio: Tempo
Sale: Spazio
Solfo: Movimento

Oro: Uomo

In altri termini, gli alchimisti non si concentravano, come la chimica odierna, sugli elementi per così dire fattuali, ma tentavano invece di agire sul " frame ", ovvero su quella struttura che sta alla base del mondo e delle trasformazioni della materia, e che trova costituzione nelle leggi fisiche, ma soprattutto in quei canoni che sono alla base di esse, e che basicalmente si individuano in spazio e tempo.
Se così fosse, numerose scoperte, a cominciare dall'evoluzione, potrebbero essere state anticipate dagli alchimisti, che posero le basi per la diagnosi, almeno per quanto riguarda i motivi fondamentali delle stesse, ma soprattutto riconobbero le norme che stanno a struttura del sistema universale o cosmo.
La stessa cosa vediamo avvenire, ad es., nell'informatica, laddove si identificano dei princìpi che stanno alla creazione di strumenti virtuali ( software: mercurio ), quelli che stanno alla base di strumenti materiali ( hardware: sale ), i quali poi operano contemporaneamente ( solfo ), per dare origine ad un risultato ben preciso ( esecuzione del programma o oro ), il quale in molti casi può procedere anche senza un controllo diretto dell'operatore, che si configurerebbe dunque, mutatis mutandis, come deus absconditus.
Lo stesso varrebbe per la Legge del Tre di Gurdjieff nonché per verun'altra arte o scienza umana.

Come funziona questo blog

Questo blog funziona come un Gioco di Ruolo, ma anche come i quattro mondi della Qabbalah, infatti, perché si possa giocare ad un GdR, occorre che esista una Cronaca, all'interno della quale si possa sviluppare il concept di un Personaggio ( Atziluth ), il quale prende l'aspetto e le facoltà di Hermês ( Briah ), ora non resta altro da fare che costruire una Scheda del Personaggio ( Yetzirah ), che potrà quindi, nel mio aspetto, muoversi nel mondo ( Assiah ).
Ricapitolando:

Cronaca e concept del personaggio: Atziluth: Yod
Hermês o il Giocatore: Briah : He
Scheda del personaggio Yetzirah:Vau
Io Assiah: He

Ed ecco che non solo il mondo, ma ogni cosa che tenti di rappresentarlo, funziona egualmente allo stesso modo, ossia seguendo il percorso dei quattro princìpi cabbalistici.

La " Kabbalah denudata " di S.L. McGregor Mathers

Ho appena terminato di leggere questo volume in PDF. Cosa troviamo all'interno di " La Kabbalah denudata " di Samuel Liddell McGregor Mathers, e perché è così importante?
Si parte con una validissima introduzione dell'autore, nella quale viene spiegato quali siano le branche di questa disciplina, e cioé Gematria, Notariqon, Temurah, etc. come funzionino, e se possano essere messe in rapporto tra di loro creando, di fatto, dei sistemi o delle griglie d'interpretazione biblica, come in effetti avviene per la Qabbalah delle nove camere, che ci viene rapidamente definita nelle linee essenziali.
Si passa quindi ai tre testi cabbalistici classici raccolti nel volume: il primo è la " Siphra dtzeniouta: the book of concealed mistery ", un testo accompagnato dalle eruditissime note di Mathers, nel quale ci vengono esposti i primi rudimenti della Qabbalah.
Il secondo è il terzo sono invece lo " Ha idra rabba qadisha: L'assemblea santa maggiore " e lo " Ha idra zuta qadisha: L'assemblea santa minore ", in cui dei dotti rabbini si riuniscono presso Rabbi Schimeon, e ne ascoltano, intervenendo a tratti, le erudite osservazioni a proposito degli aspetti del Macroprosopus, e del Microprosopus, che vengono a coincidere sia con la natura del mondo, sia con quella dei fatti che in esso si svolgono.
Si tratta di una lettura non adatta a chi non sia già versato nella Qabbalah, molti infatti sono i riferimenti e la terminologia tecnica adottati al riguardo di questa disciplina, tuttavia, la lettura è agevole, si porta avanti con una certa rapidità, ed è molto coinvolgente, piena di insegnamenti dall'alto valore spirituale.
Inoltre, si respira per tutta la lettura un clima di letizia e di gioia, vorrei quasi dire di estasi, quali soltanto sa donare una Fede sincera e profonda, e questo è il più grande messaggio di speranza, di amore e di ispirazione per il futuro che si possa chiedere: un libro che ha anche valore talismanico.

I versi più belli di Saffo ( almeno a mio avviso )

Fàinetai moi xénos isos theoìsin
émmen'òner òttis enàntiòs toi
isdànei xaì plàsion àdu qonèi-
sas upaxoùei,

xaì ghelàisas iméproen, tò m'é màn
xardìan en stéthesin eptòaisen.
òs gàr és s'ìdo bròke', òs me qònai-
s' oùd'én ét'eìchei,

allà cham mèn glòssa dèage, lèpton
d'aùtika chròi pùr upadedròmaken,
oppàtessi d' oùd én òremm, epirròm-
beisi d'àxouai:

à dé m'ìdròs xaxxhéetai, tròmos dé
paìsan àgrei, chlorotèra dè pòias
émmi, tethvàchen d' olìgo pidéuen
qàinom'

allà pàn tòlmaton èpei

A quanto mi risulta, è l'unico caso in cui usa gli a capo, interrompendo la parola; Saffo è davvero sconvolta: sono singhiozzi.

La " musica sull'acqua " di Haendel

Che delizia questa " Musica sull'acqua " di Haendel: certo, gli stilemi sono quelli del barocco, e quindi richiamano alla mente brani di Benedetto Marcello o degli Scarlatti ( non per fare critica, naturalmente, ma a suo tempo li ascoltai fino a non poterne più ), ma che grazia, che candore, che gentilezza in questi violini ed in questo delicato accompagnamento. Si ha davvero l'impressione di galleggiare sulle acque, o di nuotare schivando le nuvole. Sono giorni e giorni che l'ascolto, e ancora non riesco a farne a meno, come sottofondo, o ad un volume sufficientemente alto da avvolgere tutta la stanza, ma, è chiaro, senza esagerare.

Apokalypsis

Il discreto lettore è invitato a cominciare la lettura alle 0.00 precise, quando il vecchio giorno si chiude ed il nuovo incomincia ( perché non è vero che l'Apocalisse non è mai arrivata: essa infatti si compie al passare di ogni giorno, anzi allo scorrere di ogni momento ), a porre un candelone nero culminante a forma di teschio alla sua sinistra ed uno bianco con il Chi-Ro alla sua destra, ad inserire la " Messa da requiem " di W.A. Mozart nel lettore CD, e soprattutto...a non addormentarsi durante la lettura ( soprattutto per l'eventuale presenza di candele accese ):

I.

Dies irae,
Dies illa,
Solve seclum
In favilla,
Teste David cum Sybilla!

Scende dal cielo la Città di Gemme,
Tempestata d'arazzi e di splendori,
Stanti Elia e Matusalemme,
Son perle i suoi astri, e soli i suoi ori,
Sibilante di strepito di tuoni,
Risonante di trombe e di tromboni.

II.

Quantus tremor est futurus,
Quando Judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus.

E' la Sua lingua una spada affilata,
E siede imperturbabile sul trono,
La folla al Suo cospetto s'è adunata,
Non n'esce voce, e non si ode suono.
Ma ogni gente trema, ed è affranta,
Siccome onda sugli scogli infranta.

III.

Kyrie eleison,
Christe eleison,
Kyrie eleison.

E tutti chiederan misericordia,
Ma non s'avrà pietà per il malvagio,
Muoverà tra le turbe la Discordia,
E potrà far bottino a proprio agio.
Ognuno guarderà l'altro di storto,
Dirà: - A me il bene, ed a lui il torto. -

Ipotesi per una nuova teoria dell'anima

Se l'Universo, abbiamo visto, costituisce un gioco di specchi, allora a maggior ragione questo varrà per l'uomo, come riflesso microcosmico del macrocosmo.
Sebbene, infatti, nella cultura attuale, l'inconscio sia considerato un deposito in cui vengono rilasciati desideri incoffessati, pulsioni socialmente inaccettabili, etc. che possiamo anche, volendo, mettere in relazione con l'espressione platonica: " La brava persona fa nell'immaginazione quanto la cattiva fa nella realtà. " Oppure con il ben noto episodio manzoniano in cui Renzo, pensando a don Rodrigo, porta e toglie ripetutamente la mano dall'arma che porta alla cintura, si può diagnosticare che l'inconscio si esprima molto spesso in una forma positiva: non solo fisicamente, reggendo come il battito del cuore, così la digestione, etc. e molte altre cose che non sono abitualmente controllabili, ma anche dimostrandosi fonte di importanti scoperte ( quante realtà scientifiche vengono dal caso? ), indicandoci la parola giusta al momento giusto, offrendoci la possibilità di uscire da una situazione difficile, e via dicendo.
Secondo la nostra tesi, che prende in considerazione le influenze astrali dimostrate dall'astrologia ( la quale è ormai considerata una scienza dalle più importanti università europee ), l'inconscio collettivo junghiano, il quale a sua volta si manifesta secondo forme archetipali ( essendo di fatti l'Archetipo junghiano non una forma, ma una matrice di forme ) che, negli aspetti divini ( Giove, Mercurio, etc. ) in cui si rappresenta, non fa che rispecchiare le influenze delle stelle, ma al contrario, perché, come queste emanano verso l'uomo e procedono dall'alto verso il basso, così l'inconscio collettivo emana dall'uomo e dai suoi atti ( personali, ma anche sociali e storici ), e procede, conseguentemente, dal basso verso l'alto, nel tentativo di costruire una società che sia il più possibile vicina all'armonia, se non all'ordinamento, delle stelle nel cielo.
Questo tentativo non è mai riuscito perché come dalle stelle ( Madre ) arriva la Conoscenza, così dall'inconscio collettivo arriva la volontà ( Padre ), e così, dall'incontro dei due, che sono in realtà la stessa cosa, ha origine l'anima, che trova manifestazione nel costante connubio dei due durante la vita ( inconscio personale ), ed espressione nella mente conscia, la quale dunque sarebbe apparentemente libera, ma in realtà totalmente necessitata dai fattori dai quali trova origine: di conseguenza, anche inconscio personale e mente conscia sarebbero due facce della stessa medaglia, essendo il primo necessitante la seconda per sua stessa natura, e qui troviamo un ulteriore risoluzione della formula alchemica dei quattro elementi, nonché del Nome Divino: Yod-He-Vau-He.
Proprio a causa di questa natura composita, l'anima umana è un quid che può essere arricchito e formato, ma mai modificato nella sua costituzione più semplice, la quale andrebbe oggettivata nei criteri di predestinazione, nonché di realtà karmica, che questa tesi si sforza di portare ad una nuova valenza.

La musica delle sfere

Non avendo potuto scrivere musica nella vita, mi sono organizzato per comporre una sinfonia in cui le leggi fisiche costituiscono lo spartito, i pianeti gli strumenti musicali, e l'uomo, al centro, il direttore d'orchestra.

martedì 11 novembre 2008

Brevissimo elenco di umanazioni divine

Dioniso: Alessandro Magno, Jim Morrison.
Marte: George Smith Patton.
Giove: Piero di Cosimo de' Medici.
Venere: Moana Pozzi
Saturno: Franz Kafka, Howard Phillips Lovecraft ( è l'unico ad essersi sdoppiato ).
Pan: Aleister Crowley
Mercurio: Orfeo, Abû'l-kasim Maslama b. Ahmad al-Magriti, Dante Alighieri, Konstantinos Kavafis.
Atena: Giovanna d'Arco.
Apollo: Johann Sebastian Bach.

...Ed una terza

Date a Cesare quanto è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio.
Gesù Cristo

Sono maggiormente favorevole all'Eucaristia della doppia specie, perché fomite di maggiore equilibrio. Storicamente, infatti, stando alla nostra tesi che tenta di dimostrare come nello spazio si manifesti la Mente o Memoria Divina ( Deus ), e nel tempo le leggi fisiche o il Corpo di Dio ( Lucifer ), e che quindi al secondo corrisponda l'etereo sangue o il vino, mentre al primo la solida carne o pane, sarebbe risultato inevitabile che, se da una parte si erano ricevute entrambe le specie, e dall'altra una sola, la prima avrebbe acquisito, rispetto alla controparte, un eccesso di Lucifer, e di lì l'Inquisizione nonché una quantità di dottrine repressive, mentre dall'altra si sarebbe ricevuto un eccesso di Deus, e ciò avrebbe manifestato la stabilità e l'acquiescenza. ( Secondo, naturalmente, il consueto gioco di specchi che vuole l'uomo come riflesso microcosmico del macrocosmo ), così come in effetti avvenne.
Infatti, la frase di cui sopra non è che un'ulteriore manifestazione dell'Eucaristia, laddove Cesare corrisponde al corpo, o pane, e Dio allo Spirito, o vino, i quali richiedono pari tributo, e soprattutto pari considerazione, proprio perché si rispecchiano l'uno nell'altro. ( Con l'uomo nel mezzo, a rispecchiarli entrambi. )
Il che mi lascia sempre più convinto che Gesù fosse un Maestro Taoista, e che il suo insegnamento venne successivamente traviato dai Confuciani.

Due massime cristiane...

" Chi vuol venire dietro me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. "
Gesù Cristo

" Che merito c'è, infatti, a salutare solo quelli che vi sono amici? Non vi sarà maggior merito nel salutare anche i vostri nemici? "
Gesù Cristo.

L'Oltreuomo è profeta e crea attrito, perché il suo compito in Terra è ricordare Dio agli uomini! Ed il pensiero di Dio è doloroso e fa male, altrimenti come potremmo spiegare l'enorme quantità di strumenti creati dall'uomo per dimenticarselo? Per chiunque voglia rinnegare se stesso ( e cioé disciplinare quelle emozioni negative che, di fatto, impediscono all'uomo di entrare in armonia e in simpatia con l'Universo tutto, che è Dio ) e prendere la propria croce, metto in versi questa bella massima di cui mi fece dono il mio professore di letteratura al liceo ( io infatti creai non poco attrito anche in quel luogo ), che, sebbene non passerà forse mai da queste parti, colgo l'occasione per salutare con grande rispetto:

E' facile restare laddove
Sei voluto e ti apprezzano,
Chi infatti rinuncerebbe
A un tale piacere?

Più difficile invece
E' restare dove non ti vogliono,
E ti disprezzano,
Ma questa è la strada
Propria dei Grandi.

Il che riporta molto bene quella che è la Via del Biasimo, e come occorra prodursi per percorrerla.

Sedie ermetiche

Questo pomeriggio, avendo fatto una breve escursione al mobilificio, ho diagnosticato un'ulteriore coincidenza significativa, favorevole, e piacevole.
Stante la mia precedente manifestazione come Orfeo: musicista, cantore, poeta, e sapiente, ma anche psicopompo e mago, dietro la maschera del quale possiamo individuare ancora una volta il volto del Dio Hermês, infatti, ho trovato oggi una bellissima sedia in legno con schienale a forma di lira, ossia il mio vecchio strumento: oggi, essendomi modernizzato, preferisco il pianoforte.
Naturalmente non ho esitato a farla mia, e presto, la mia casa ospiterà anche una Sedia Magica.

Apollo & Dioniso

Deus est mundus.
( Vel spatium vel Cernunnos vel corpus vel panis vel phenomenon vel Dea vel Ignis Centralis ).
Lucifer est administrator suum vel interpres vel dracomannus.
( Vel tempus vel Aradia vel sanguis vel vinum vel noumenon vel Deus vel Ignis Spiritualis ).
Tripudium bellumque amborum motus ac naturae Naturantis Naturae causa sunt.

Gli uomini e il lavoro

A suo tempo leggevo sopra un testo universitario che " la storia degli uomini è la storia del loro lavoro. "
Naturalmente, mi permisi di dissentire.
Correggerei questo scritto con: La storia degli uomini è la storia del loro rapporto con il lavoro.
Stante che le leggi economiche di domanda e offerta costituiscono, di fatto, le catene prometeiche tali da vincolare l'uomo, e le sue facoltà creative e realizzatrici, non si può negare, ad es. nel mondo antico, che gli Spartani preferissero esercitare il ruolo di guerrieri, stante la maggiore richiesta nel mondo antico, e nonostante le apparenze che traiamo dai libri di scuola, di lavoratori della terra, perché questa attività era, per motivi storici, ma anche sociali, religiosi, etc. considerata più virtuosa, sebbene con ogni probabilità consistente in un percorso di maggiore rinunzia, sofferenza fisica, e fatica, e soprattutto di minore adattamento alle necessità terrene.
Vediamo la stessa staticità di orientamento svolgersi in ogni situazione storica in cui abbia avuto preminenza il principio passivo o rinunciatario ( Dèa vista allo specchio nell'uomo), come nel Medio Evo dominato dalla Scolastica, nell'attuale mondo islamico, etc.
Tutto ciò stante che, naturalmente, il principio attivo o desiderativo ( Dio visto allo specchio nell'uomo) è fattualmente il contrario, ed oggi trova espressione nell'Occidente moderno e nel suo continuo incameramento e consumo di combustibili fossili.
Riconosciamo in ultimo come tali princìpi trovino svolgimento l'uno dall'altro, e viceversa, come ad es. dall'Induismo ( principio attivo ) avessero avuto origine il Giainismo e il Buddhismo ( principio passivo ), e mentre il primo diede origine, spostandosi in occidente, ai movimenti rinunciatari, ma riconoscenti le necessità della Chiesa Militante, come manifestazione terrena di quella Trionfante, in cui il rapporto, se pur non sembra essere rovesciato ( ma che in realtà lo è, stanti le necessità terrene della prima rispetto alla seconda ), è pur sempre scalare, e così i Domenicani e i Francescani ( principio attivo ), il secondo, spostandosi in Oriente, diede nascita alla sua versione " Zen ", alla base del pensiero giapponese moderno, e trovante riscontro negli attuali sviluppi scientifici ( principio attivo ), etc.
Non diversamente per ogni altra forma di percorso storico.
D'altronde il Tao non è altro che l'espressione delle fasi calanti e crescenti lunari, il cui contrasto è sottilmente identificato dai due puntini opposti sistemati ai lati, per significare che, perché qualcosa si illumini, occorre prima che sia oscurata, e viceversa, ma anche, come diceva ancora Eraclito, che " ogni salita è anche una discesa ", ed ondulate al loro incontro per significare l'impatto della Luna sul mare esplicitamente, ma implicitamente sul mondo tutto, il che ricorda molto non solo il " Raggio di Creazione " gurdjieffiano, ma anche, appunto, la sostanziale unità di cause e di effetti tra tutte le cose ( almeno nella loro manifestazione percettibile, esiste infatti un quid che trova manifestazione nella natura temporale delle cose, statica nella sua essenza ma transitoria nella sua manifestazione, e che è totalmente impercettibile, nonchè inspiegabile: questo quid è il noumeno, o cosa-in-sé ).

Sonetto verde

E' la carrozza sotto quei lampioni
Illuminati a gas, la verde luce
Ripercorre arabescati rosoni
Sul legno d'essa, e intanto si riduce

Il rosa del tramonto, e si ricuce
Il manto di stelle, e dalle stazioni
Della Luna ancora il Sole riluce
Ad orientar cavalli e galeoni.

Di verde sei vestita, e lieve il passo
Ti porta alla vettura che ti attende,
E ti accompagna ed evita ogni sasso,

Laddove, mescolando il proprio assenzio,
Attende quei che l'occasione prende
De' bei tuoi detti e dolce tuo silenzio.

Ianua Bifrons

Mostri al passante inavveduto,
Il tuo volto di donna sorridente,
Scolpito in oro massiccio,
Di Saggezza e Virtù,
Ma a chi osi girare la maniglia,
E riposare gli occhi feriti
Dalla luce sopra la tenebra
Che occulti,
Riveli il sogghigno della Gòrgone,
Ed il volto cesellato in ottone
Di Follia e Vizio.

Ispirati dalla Luna

Ogni culto mai esistito sulla faccia della Terra ( Schopenhauer sostiene addirittura che il Buddha fosse una permutazione di Mercurio, e io non sono molto lontano dal credergli ) trova la sua ragion sufficiente nella determinazione druidica secondo cui le moltitudini di Dèi non sono altro che manifestazioni di un solo Dio e di una sola Dèa che, in ultimo, possiamo riconoscere simbolicamente nel Sole e nella Luna.
I culti solari ( come il Cristianesimo, l'Islam, che però potrebbe essere una permutazione di un precedente culto lunare, come vediamo dal suo simbolo, etc. ) sono generalmente ottimisti, in quanto prevedono uno svolgimento positivo della storia cosmica, vedono il mondo terreno come un passaggio, possono prevedere la figura di un Salvatore che, come Dioniso, etc. venga smembrato per poi ricostituirsi o resuscitare ( seguendo il corso del Sole nel cielo ), oppure la presenza di una o più voci profetiche che additino il percorso da seguire allo scopo di aiutare il mondo a redimersi.
Soprattutto, però, invitano alla sottomissione, alla rassegnazione, all'obbedienza, etc. Mentre l'esatto contrario avviene in Giacomo Leopardi, che si rivolta costantemente contro la natura del mondo, e che invita ne " La ginestra " tutti gli uomini a fare lo stesso.
I culti dell'Astrum Argentinum, infatti, osservando che la luna non risorge, ma si spegne e ritorna ad illuminarsi, sono più pessimisti, vedono il mondo terreno come una punizione, finalizzata generalmente alla reincarnazione nello stesso, o, se proprio va di lusso, all'annullamento totale dell'anima ( confrontare il finale di " A Silvia " ), come avviene nel Buddhismo, non prevedono la figura di un Salvatore, ma bensì di un mondo terreno che funziona perfettamente da solo secondo leggi proprie, anche se a volte paradossali, ma comunque integrate, nella loro essenza ( come sembrano lasciar intuire le recenti scoperte scientifiche, particolarmente quelle della Fisica, in particolare quantistica, etc. ), ed invitano l'uomo, come nel caso dell'Alchimia, del Voodoo, etc. a redimersi da solo.
Massima espressione di questo pessimismo cosmico ( ma sempre e comunque inteso alla reale comprensione del mondo per il raggiungimento di una liberazione personale ) fu proprio il culto di Cibele, del quale mi propongo di dimostrare che Giacomo Leopardi fosse fattualmente un sacerdote. ( La reincarnazione non è presente in Leopardi, probabilmente perché aveva raggiunto un tale sviluppo spirituale da considerare anche una sola esistenza come pienamente sufficiente per la liberazione; d'altronde, immaginare una prospettiva di reincarnazione per Giacomo Leopardi non è qualcosa che si accetti volentieri ).
Chiunque si sia occupato anche per un breve periodo di culti lunari sa che questi trovano sostanziazione nella Magia, intesa come metodo di sviluppo spirituale necessitante il riconoscimento della quantità dei nostri bisogni, nonché la difficoltà, per non parlare dell'impossibilità, nell'arrivare alla realizzazione degli stessi. Tema questo ben presente nell'opera leopardiana. Inoltre, chiunque si intenda di Magia sa che l'opera magica può anche essere costituita da un lavoro artistico, a prescindere dall'eccellenza dello stesso ( chiaro che, nel caso in questione, parliamo di opere di portata straordinaria ), e che la metrica è sempre stata il primo strumento d'invocazione sacerdotale, e in particolare sciamanica: anche questo, sebbene valga di fatto per tutti i poeti, vale particolarmente per il nostro Leopardi.
Purtroppo, chi scrive non ha attualmente letto, del Leopardi, che i " Canti " e le " Operette morali ", e si baserà esclusivamente su questi importantisimi testi della letteratura italiana per giustificare le sue tesi.
Se confrontiamo con il suo poema più celebre: " L'Infinito " la nostra tesi, scopriamo che esso segue esattamente i movimenti lunari: il poeta ripensa alle situazioni dell'antichità ( luna crescente e piena ), quindi si accorge della loro scomparsa ( luna calante o nuova ), per poi riviverli in toto nella sua mente ( nuova luna crescente o piena ). Non a caso, infatti, il poeta termina con i versi " Il naufragar m'è dolce in questo mare ". In quanto, da che mondo è mondo, il primo effetto riconoscibile dell'Astrum Argentinum sulla nostra Terra riguarda proprio il mare, e conseguentemente le maree.
Il culto di Cibele, inoltre, rappresentava in questa Dèa la Luna ed i suoi effetti, come effettivamente avviene in tutti i culti basati sul feminino sacro, e conseguentemente il suo predominio sulla vita terrena, ma in questo caso si tratta di una matrigna insensibile, per liberarsi del predominio della quale, almeno sulla propria eventuale progenie, ci si rivolgeva alla castrazione, e per quanto riguarda Leopardi, i temi, così espressi come nel " Dialogo tra la Natura ed un islandese " sono esattamente gli stessi, e la Natura ha il volto e l'aspetto di Cibele, con tanto di leoni: inoltre, se per Leopardi non possiamo certamente parlare di castrazione fisica autoindotta, possiamo sicuramente parlare di castrazione psicologica volontaria, anche se esclusivamente al riguardo dei fini riproduttivi. Alcune voci di corridoio mi dicono inoltre che il culto di Cibele avesse un'importante rapporto con la malformazione fisica, non sono attualmente in grado di confermarle o di negarle.
In ogni caso, da un sacerdote ci aspetteremmo almeno un canto dedicato alla Dèa, e infatti eccolo, l'amarissimo " Canto notturno di un pastore errante dell'Asia " ( escludiamo qui la trattazione del breve " Alla luna ", in cui vediamo di nuovo i movimenti dell'Astrum, ma usati secondo un gioco di specchi, intendiamo infatti che la Luna alla quale il poeta si rivolge è piena, ed egli ricorda i suoi fatti passati con dolore ( luna calante o nuova ), ma questo gli porta giovamento ( luna crescente o piena ), sebbene l'affanno duri ( nuova luna calante o nuova ), con un implicito ricorso, in chiusura, all'osservazione della luna ( la precedente, ancora piena ), sottinteso nel punto esclamativo finale ( nessun autore come il Leopardi fece un tale sapiente uso della punteggiatura, ed in particolare proprio del punto esclamativo. ) In cui ancora una volta troviamo una costruzione basata sui movimenti lunari, ma questa volta secondo i moti del cielo: " Sorgi la sera e vai ", rispecchiato dal " Somiglia alla tua vita/ La vita del pastore ", e quindi: " Dimmi: ove tende( Questo vagar mio breve/ Il tuo corso immortale. " ( Si noti anche la contrapposizione breve<->immortale ), Invece luna calante nel " Vecchierel stanco infermo ", nel cui precipitare ritroviamo ancora una volta la luna nuova. In seguito si parla della nascita e dei suoi rischi ( passiamo alla luna crescente ), ed il conforto dato dalla famiglia ( luna piena ). " Ma perché dare al sole/ Perché reggere in vita/ Chi poi di quella consolar convenga? " Di nuovo Luna calante, si noti il riferimento non casuale al Sole: implicitamente il conforto dato dalla famiglia è paragonato alla luce del Sole che viene riflessa dall'Astrum. " Se la vita è sventura " ( Luna calante ) " Perché da noi si tanto dura? " ( Luna crescente e piena, infatti nella visione comune la longevità è vista come beneficio, esattamente come nei culti solari, si richiami il precedente riferimento al Sole, e non a caso successivamente ci si rivolge alla " Intatta luna " o Luna piena ): altra contrapposizione: " E' lo stato mortale " ( Luna crescente ) " Ma tu forse mortal non sei " ( Luna piena ). Con un accento più forte sullo stato di luna crescente e piena forse per sottolineare l'impatto del Sole nella figura precedente.
Chi lo desideri può dilettarsi a continuare sul testo questo gioco di specchi, nonché sugli altri, in ogni caso, la quantità di inversioni e rovesciamenti è di per sé evidente. ( Nota del 12/09/08: Questo ad una prima stesura, ma adesso mi accorgo che lo stato mortale può ben essere visto come Luna calante, mentre quel " forse " per altro accennato in una nuova contrapposizione, può ben dar luogo da un'idea di Luna nuova, come se il poeta estendesse all'inverso l'idea di mortalità anche all'Astrum, permettendoci di ritornare a vedere così nel testo equilibri perfettamente naturali ).
" Le ricordanze " ha connotazioni evidentemente antisociali, vedremo perché tra poco, trattando molto brevemente de " Il sabato del villaggio " e " La sera del dì di festa "; passiamo quindi al " Consalvo ", con la premessa che, nei culti sciamanici, la distruzione del mondo equivale alla morte del singolo, secondo la funzione di Rappresentazione già evidenziata in Schopenhauer ( altro grande esperto di Magia e di Esoterismo ). Il " Consalvo " è un vero e proprio inno apocalittico, in cui il poeta esprime a chiere lettere, così come in " Amore e morte ", la propria vocazione all'autodistruzione, nonché il raggiungimento spirituale di quella conjunctio oppositorum tanto cara agli alchimisti. Esistono molte narrazioni mitologiche che sottendono come l'amore tra il Sole e la Luna ( Eros ed Eris di eraclitea memoria, torniamo sempre lì ), inattuabile perché l'una sfugge costantemente l'altro, sia manifestazione della natura del mondo, così come dell'insoddisfazione dei desideri, etc. E riscontriamo come il bacio di Elvira a Consalvo, cui segue la morte del secondo, sia in realtà il corrispondente dell'eclisse, in cui l'amore tra i due si compie, ma al terribile prezzo della tenebra ( la morte di Consalvo ), qui vediamo una preminenza fortissima dell'istinto di Thanatos, però compensata dal fatto che Elvira ( cfr. Thomas Mann, " La montagna incantata ", in cui si spendono bellissime parole sulla funzione riproduttiva incarnata nella donna ) sopravviva, mantenendo in esistenza l'istinto di Eros ( Cfr. anche le parole di Schopenhauer, in " Parerga e paralipomena ", laddove si tratta della funzione più innocente della donna nella riproduzione, laddove l'uomo manifesta la Volontà, e la donna dona la Conoscenza per liberarsi della prima ).
Aggiungiamo alla nostra tesi " Il tramonto della luna "( tra l'altro, la quantità di Canti dedicati dall'autore all'Astrum è di per sé indicativa ), che segue queste corrispondenze a sua volta: " Scende la luna " Ovviamente Luna calante, che si rispecchia nel lasciare la vita mortale della giovinezza, ma ciò a sua volta rispecchiato dalla luna prima presente, come la giovinezza medesima ( luna crescente o piena ), " Vengono meno le lontane speranze " ( Luna calante ), e " Abbandonata, oscura/ Resta la vita. " ( Luna nuova ). " Troppo felice e lieta, etc. " ( Luna crescente ) fino a " Le pene/ Maggiori sempre, e non più il dato bene. " ( Luna piena; in realtà, la narrazione procede con toni amari, ma elevati da un cambiamento di prospettiva: si vede la situazione dal punto di vista degli Dèi, quindi dell'Astrum, quindi di Cibele, e quindi, in ultimo, della Natura medesima, e possiamo immaginare il poeta in piedi sopra un pianoro, mentre fa le sue rimostranze contro una Luna rigorosamente piena, per poter meglio esser vista e meglio essere ascoltati dalla medesima, secondo un principio che trova la prima ragione nell'antico " Picatrix ", nonché, più in generale, nei culti pagani. )
" Voi, collinette e piagge " ( Luna crescente e piena ), " Ma la vita mortal, etc. " ( Luna calante e nuova in conclusione, sostenuta dalla contrapposizione: " non si colora/ D'altra luce giammai, né d'altra aurora ".
In ultimo, e in base alle supposizioni fatte, possiamo riscontrare come " La sera del dì di festa ", ma anche " Il sabato del villaggio ", siano in realtà dei potentissimi attacchi non tanto contro i culti solari, quanto contro una società umana modellata sugli stessi, e che impedisce all'uomo il raggiungimento della felicità terrena, posponendola in un mondo ulteriore.
D'altronde, coronamento dell'opera di Leopardi è proprio " La ginestra o il fiore del deserto ", in cui, in linea con il pensiero dei culti lunari, il poeta invita gli uomini non solo a coalizzarsi contro la Natura matrigna, e quindi contro la severa Cibele, ma anche, conseguentemente, a redimersi da soli per riuscire in questo, ma soprattutto, a spremere dalla vita, per quanto ciò possa riuscire difficile, il più possibile di gioia terrena, e si concentra, perciò, non diversamente da Nietzsche, altro grande Maestro spirituale del feminino sacro, nonché eminentissimo filosofo, sui beni terreni.
In base a questo studio, mi sembra sufficientemente dimostrata l'essenza dell'opera di Giacomo Leopardi come sacerdozio del culto lunare. A tutto ciò si aggiunga, come nota a margine, lo straordinario interesse dato dal Leopardi al mondo della cucina che, messo in raffronto con quello conferito da un altro importantissimo maestro " lunare " come G.I. Gurdjieff, nonché in considerazione del fatto che la cucina è sempre stata il principale ripostiglio e luogo d'opera delle streghe, potrebbe avere un'importanza ancora tutta da considerare.
Infine, e chiedendo quindi venia con un sorriso agli insegnanti ed ai docenti che potrebbero, eventualmente, passare da queste parti incuriositi, asserisco che, storicamente, di Leopardi si è fatto l'uso che si è usualmente fatto di tutti i profeti ( ivi compreso lo stesso Gesù Cristo ), ovvero lo si è rovesciato mettendolo con la testa al posto dei piedi, ed i piedi al posto della testa. ( Fare ciò è facilissimo, basta omettere porzioni parziali del messaggio, travisare qualche cosa qui e là, ma soprattutto, le conclusioni dello stesso ), infatti, le varie forme di pessimismo che ci vengono fatte studiare nelle scuole, non sono altro che strumenti utili a nascondere la verità, ovvero la realtà lunare, e quindi individualmente liberatoria, dell'opera di Giacomo Leopardi.
Questa trattazione, dunque, costituisce il rovesciamento del rovesciamento attuato sull'opera dell'Autore, per riportare le cose al loro giusto posto.