" E allora mi disse: - E adesso, sdraiato su questo letto, ove aspetto la morte, mi accorgo che, delle paure che mi sconvolsero in vita, la più gran parte me l'ero create io. -
Aneddoto molto diffuso nella letteratura classica, citato tra gli altri, da Cicerone e Seneca, se la memoria non m'inganna, perché sono costretto a citare a braccio a causa dell'inagibilità della mia biblioteca.
" Cercate prima il Regno di Dio...Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. Ogni giorno ha la sua pena. "
Gesù Cristo.
" Dunque ha men grazia chi più qua soggiorna:
ché chi men vive più lieve al ciel torna. "
Michelangelo Buonarroti, Rime, 132.
Per ripristinare il significato originario dei Vangeli, occorre davvero agire di grimaldello, e penetrare in antri lasciati inesplorati per millenni, per recuperare il Fuoco della Verità e tornare a porgerlo agli uomini. Questo perché, passando il tempo, le cose si deteriorano, fino a diventare l'esatto rovesciamento di quanto erano alle origini, così come l'uomo, che nasce pieno di beltà e ricco di grazia e poi, vivendo nel mondo, si rende vieppiù cagionevole nel corpo ed annerisce nell'anima, finché non arriva all'ultimo stadio di questa rovina, che è la decomposizione o l'incenerimento di quanto prima gioiva, soffriva, e viveva.
Non a caso, d'altronde, Michelangelo scrisse il sonetto 132, mentre Franz Liszt compose il " Von der Viege bis zum Grabe ", per altro, scopro ora, ispirato ad un dipinto di Mihàly von Zichy, etc.
Ma non parliamo di cose tristi, perché questa è un'altra prova del messaggio di Liberazione e di Gioia portato agli uomini da Gesù Cristo, e infatti, questo insegnamento può facilmente essere messo in rapporto con il precedentemente citato, di chiara matrice stoica, per indicarci che occorre ripulire la mente da ogni scoria, e dalla quantità straordinaria di timori, per lo più vani, che giorno per giorno creiamo a noi stessi, e questo ci permetterà di affrontare meglio le nostre giornate: non forzando il mondo a donarci una felicità che, oggi, può essere anche impossibile da raggiungere, ma a donarci una serenità che, in ultimo, corrisponde anche ad un'accettazione del dolore, ed al superamento dello stesso, per permetterci di accogliere un domani che potrebbe anche rivelarsi maggiormente giocondo.
Se ogni giorno ha la sua pena, accontentiamoci di quella, ed accettiamola, senza dimenticare tutte le grandi e piccole cose, che ci circondano ogni giorno: il sorriso di una persona cara, un sincero gesto d'affetto, un motto di spirito che ci abbia causato un sorriso, etc. costituiscono quella felicità che abitualmente non vediamo, perché timori e paure spesso infondati, ma che però causano sempre o per lo più dolore o rancore, ci fanno volgere lo sguardo da esse, e rendono più difficile costruire un rapporto amorevole con il nostro prossimo. Perché il Male non è fuori di noi, ma è dentro di noi, ed è sul suo territorio che va cercato, affrontato, e possibilmente sconfitto, o comunque occorrerebbe fare in modo che il suo terreno si assottigli sempre di più, stante il detto ermetico: Visita interiora terrae, rectificando inveniet occultum lapidem, veram medicinam.
Ma questo è cercare il Regno di Dio in Terra, e se Gesù disse: - Io sono la Via, la Verità, La Vita. - Allora percorriamo quella Via che, dimostrandosi come Verità, dona la Vita; e Viva il Cristo Vivo che dà la Vita! ( E che è poi il Santo Angelo Guardiano di Abramelin, presente in ognuno di noi ).
martedì 11 novembre 2008
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