Eight words the Wiccan Rede fulfill
Ain't you arm anyone,
Do what thou will.
Codice etico della Wicca.
Apro con una nota di Immanuel Kant, tagliata da una quantità di sforbiciate, i corsivi sono miei:
" (...) Ma io ho coscienza della mia esistenza nel tempo (...), per mezzo della mia esperienza interna. (...) Questa coscienza della mia esistenza nel tempo è dunque identicamente legata con la coscienza di un rapporto a qualcosa fuori di me (...) ma l'intuizione interna, nella quale soltanto può essere determinato il mio esistere, è sensibile, e legata alla condizione del tempo; e questa determinazione, e con essa l'esperienza intenra, dipende da qualcosa di immutabile, che non è in me, e per conseguenza è solo qualcosa fuori di me: per modo che la realtà del senso esterno è necessariamente collegata, perchè possa esservi un'esperienza in generale, con quella del senso interno: cioè io sono consapevole con tanta certezza che esisto io stesso determinato nel tempo. (...) A questo si può aggiungere l'osservazione, che la rappresentazione di qualche cosa di permanente nell'esistenza non è tutt'uno con la rappresentazione permanente; giacché questa può essere mutevolissima e instabilissima, come le nostre rappresentazioni tutte, comprese quella di materia, e aver tuttavia rapporto con qualcosa di permanente, che perciò deve essere alcunché di esterno e di diverso da tutte le nostre rappresentazioni; la cui esistenza, compresa necessariamente nella determinazione della mia propria esistenza, costituisce con essa un'unica esperienza, che non vi sarebbe in nessun modo come interna, se a un tempo non fosse ( in parte ) anche esterna. Come? Noi qui non lo possiamo spiegare, come non ci è possibile pensare in generale ciò che nel tempo permane, e dalla cui simultaneità con ciò che cambia sorge il concetto del cangiamento. "
Da: Immanuel Kant
Critica della ragion pura
Ed. Biblioteca Universale Laterza.
In questo brevissimo compendio di filosofia kantiana, in nota dell'autore, egli definisce lo sfuggente concetto di " cosa-in-sé " nelle ultime righe, ma questo fu il più madornale errore di Kant nella fondazione del suo sistema filosofico.
Tuttavia, Albert Einstein era ancora di là da venire, inoltre, suppongo che il grande filosofo fosse sufficientemente a digiuno di esoterismo da non prendere in considerazione il mondo come macrocosmo, e l'uomo come microcosmo il quale, secondo l'assioma della Tabula Smaragdina ( si ricorda che scopo di questi scritti non è altro che un tentativo di spiegazione della medesima ): " ciò che è in alto è come ciò che è in basso ", deve necessariamente rispondere alla costituzione del primo.
Il filosofo infatti si avvicina constantemente alla realtà delle cose, e se avesse preferito all'indefinibile " cosa-in-sé " l'inafferrabile natura del tempo, avrebbe forse preceduto Einstein di due secoli e, cosa più importante in assoluto, non ci sarebbe stato bisogno di questa tesi, e quindi voi non avreste dovuto imporvi il titanico compito di vincere la noia nel leggerla ( ed io di vincere una quantità di ostacoli interiori, o logici, nello scriverla ).
Invece, egli costruisce tutta la sua critica sulla natura aprioristica dei concetti di spazio e di tempo, allontanandoli quindi totalmente dalla realtà oggettiva del mondo ( che poi sarebbe, appunto, il noumeno ).
Stando a quello che parrebbe dai nostri ragionamenti, invece, la cosa-in-sé sarebbe proprio l'inafferrabile realtà del tempo, la quale costituisce quella parte del continuum uomo che viene a costituire la concrezione spirituale dello stesso, laddove le realtà spaziali costituiscono la sua concretazione materiale.
Tutto ciò è stato intuito dall'uomo fin dall'antichità, ma occorreva questa tesi perché tale intuizione inconscia si facesse finalmente concetto, capace di essere ragionato.
Vediamo infatti che gli antichi attribuivano un Dio ad ogni pianeta, gli scolastici un Angelo, gli attuali scienziati delle forze oggettive come quella gravitazionale ( che poi, mi par di capire, deriverebbero dalla capacità del tempo di deformare lo spazio, così come , d'altronde, e mutatis mutandis, l'anima ha la capacità di muovere il corpo ), gli sciamani degli spiriti, etc.
Insomma, più ci si elevava nell'alto dei cieli, più diventava gradevole la musica delle sfere, mentre il contrario avveniva per l'avvicinarsi al centro della Terra, vista come deposito di detriti e di materia, così gli spiriti dei Sumeri passano il tempo mangiando polvere e fango, Dante scende in questo senso nell'Inferno mentre la sua marcia nel Paradiso prosegue attraverso le sfere celesti, etc.
A ciò vorremmo aggiungere che la natura planetaria, così come percepita dall'uomo, è esclusivamente temporale, in quanto il pianeta non ha alcuna capacità o libertà di movimento autonomo, né, per altro, è sospinto da forze diverse come quelle alle quali è soggetto eternamente, come la spinta del vento, le correnti delle acque, etc. diversamente da quanto avviene in questa terra di mezzo, in cui le forze che agiscono sono straordinariamente numerose, sia nel mondo interiore dell'uomo, che in quello che lo circonda. Lo stesso, naturalmente, vale per il mondo sotterraneo, con le sue falde freatiche, le sue correnti laviche, etc.
Sotto un certo punto di vista, dunque, la natura dei pianeti sembra rispecchiare il concetto agostiniano del non poter peccare.
Vedremo in un secondo momento, e cioé in un successivo scritto di questa tesi, come ciò possa aiutarci a costruire i fondamenti etici del Nuovo Eone.
Anticipiamo però sin d'ora, che il concetto di peccato riguarda in ultima analisi concrezioni spirituali o materiali di colpa, le quali trovano svolgimento nell'operato dell'uomo nel mondo, ma che, per loro stessa natura, sono destinate a ripercuotersi contro lo stesso secondo un criterio triplicato:
1. Nel mondo materiale.
2. Nel mondo astrale.
3. Nel mondo spirituale.
Poniamo l'esempio classico, quello del furto: un uomo ruba una macchina, la conseguenza sul prossimo, ammesso che non riesca a rintracciarlo, e a fare intervenire gli apparati statali per l'opportuna e dovuta punizione, e l'altrettanto necessario risarcimento, sarà che dovrà procurarsene un'altra, il che, per quanto grave, problematico e spiacevole, rimane comunque l'unica conseguenza, che è sul piano materiale.
Il ladro, invece, a causa dell'infamia della sua azione, dovrà liberarsi al più presto del maltolto ( conseguenza sul piano materiale ), e procurarsene un'altro ( conseguenza sul piano astrale ), presumibilmente compiendo un altro furto, e quindi ripetendo l'azione nel tempo ( conseguenza sul piano spirituale ), ed è per questo che, lasciato nelle sue condizioni e per natura, il criminale rimane sempre e comunque un criminale.
Invece, positivo è l'intervento dello Stato, il quale agendo con la forza ( conseguenza materiale ), allo scopo di redimerlo ( conseguenza sul piano astrale ), lo punisce ( conseguenza sul piano spirituale ). Le conseguenze ci sono comunque, ma attualmente, grazie alle attuali legislazioni nonché alle possibilità offerte dalle nuove risorse, si preferisce mettere l'accento sull'astrale, piuttosto che sullo spirituale, come avveniva un tempo, per mezzo di legislazioni molto severe.
Comunque in questa sede non si vuole disquisire di diritto, ché, per altro, non ne sarei capace, ma invece sottolineare come questo tipo di azioni prive di etica affossi sempre più lo spirito nella materia, a causa della pesantezza delle conseguenze di esse che possono essere viste come concrezioni spirituali e quindi temporali di una condotta finalizzata al male. Infatti, gli esempi sopra esposti trovano concretazione nel mondo materiale e quindi legato allo spazio, ma stando a quanto si è detto, e per necessità di completezza di un universo perfettamente organizzato in se stesso, esiste un impercettibile specchio nel mondo spirituale, o temporale, delle azioni commesse, e perché anche questo trovi espletamento è necessaria l'introduzione del concetto di metempsicosi.
Ogni nostra azione in Terra, dunque, in questo senso dà origine ad un Karma, positivo o negativo a seconda dei casi e dei nostri movimenti, esprimentesi per lo più in senso spirituale o temporale e conseguentemente inafferrabile ed apparentemente incomprensibile ( ma in realtà perfettamente preciso e determinato, così come lo è la presenza inaccessibile e sempre simile a se stessa, ma nello stesso tempo in continuo scorrimento, del tempo ) le cui conseguenze possono essere definite in questo senso, secondo un normale modello di bilanciamento che considera la realtà della reincarnazione come necessaria conseguenza delle proprie azioni:
Condotta antietica o immorale ( consistente nel danneggiamento della propria o altrui persona, o della propria od altrui immagine, o del proprio od altrui patrimonio, a scopo di lucro, profitto, frode, o semplice piacere): dà origine alla reincarnazione in animale secondo l'entità delle proprie colpe, o in vegetale o, in rari casi, particolarmente gravi, addirittura alla cristallizzazione dell'anima in forma minerale ( così come richiamata dall'esistenza dei fossili, che sono invece, suorum generis, cristallizzazioni di corpi ), che richiederebbe un tempo lunghissimo per esserne liberati.
Condotta etica o morale non finalizzata alla speculazione ( è la condotta abituale delle persone oneste ): fortemente meritevole, dà origine alla reincarnazione in forma umana, ma in una classe sociale più doviziosa e conseguentemente avente parte di maggior tempo libero da dedicare alla speculazione, chi omettesse questo dovere dell'uomo, tornerebbe indietro nelle gerarchie sociali nell'incarnazione successiva. Perché solo la speculazione ( ma chiunque abbia letto le parole spese in questa sede per gli sciamani, per i popoli primitivi, per i Pellirosse, etc. sa che per " speculazione " non intendo esclusivamente il trafficare con i libri, per quanto questa sia una forma nobilissima della stessa: l'importante, infatti, credo sia custodire una sensazione di curiosità, e di stupore, per noi stessi, per il nostro prossimo, per gli animali e per il mondo tutto ) porta alla conoscenza di sé, e solo la conoscenza di sé porta alla comprensione del prossimo, ed al vero e sincero altruismo, ed al più puro amore, e ad un nuovo rapporto con gli animali e con la Natura tutta, e soprattutto alla tentazione di restituire qualcosa per quanto si è preso, perché conoscere il mondo è conoscere Dio, e perché Dio si porge alla speculazione dell'uomo, così come l'uomo si presenta alla comprensione di Dio, stante il Libro di Abramelin: " Non vi è altro male che l'ignoranza "; e così benvenute le scoperte scientifiche, e le sonde che vagano per il sistema solare, e le astronavi che auspicabilmente costruirà l'uomo in futuro per esplorare e colonizzare nuovi mondi, purché esse non incatenino l'uomo al Caucaso della materia, ma siano invece fonte di liberazione spirituale dai vincoli della necessità.
Condotta etica o morale finalizzata alla speculazione ( è la condotta abituale dei filosofi, dei maghi, ma soprattutto dei mistici ): è la massimamente meritevole, e porta all'estinzione dei vincoli materiali nonché al raggiungimento delle sfere più alte, che potranno però volontariamente essere abbandonate dall'anima qualora voglia cimentarsi nuovamente nel percorso terreno, oppure prestare soccorso, come bodhisattva, alle anime attualmente in peregrinazione sulla Terra.
Le Leggi infatti trovano espressione nel tempo, la materia nello spazio, e come le prime costituiscono il corpo di Dio, e le seconde la Memoria Divina ( macrocosmo ), esse trovano un riflesso speculare nel corpo dell'uomo e nelle sue funzioni spirituali ( microcosmo ), e ciò dà origine alla natura di riflesso della conoscenza scientifica, ed è ciò ragion per cui quello sporcarsi le mani in laboratorio, che tanto avrebbe scandalizzato gli Scolastici, che avrebbero, in questo senso, creduto di cercare Dio scendendo nei più profondi abissi dell'Inferno per trovarsi faccia a faccia con Satana in persona, costituì, invece, il percorso più adeguato per una conoscenza il più possibile esatta del mondo, e questa non è che un'ulteriore prova della natura speculare del medesimo. E le stesse motivazioni, e cioé la natura perfettamente scalare dell'universo ( che fa sì che nel grande il sistema solare trovi rispondenza di funzioni e di struttura con l'atomo nel piccolo ), nonché la ragione spirituale dell'esistenza materiale ( Universo o Memoria Divina, esprimentisi nello spazio, il pane ), in contrasto con la ragione materiale dell'esistenza spirituale ( Leggi Fisiche o Corpo di Dio, esprimentisi nel tempo, il vino), rendono necessaria l'introduzione del concetto di reincarnazione, come manifestazione di questi stessi princìpi scalare e speculare per quanto riguarda il destino dell'anima dell'uomo, e di ogni altra entità spirituale e vivente, e quindi del mondo tutto, nel tempo e nello spazio, e cioé, nella Natura Divina e Vivente, o Iside.
Ma cosa rende necessaria la reincarnazione, e cosa frammenta l'inafferrabile natura del tempo ( che è transitorio almeno tanto quanto rimane sempre uguale a sé stesso, il che ricorda l'immutabile Volontà schopenhaueriana che è sempre sé medesima eppure si frammenta in un'infinità di individui e di desideri ), in una quantità innumerevole di esseri, e nei loro desideri, che trovano espressione, delusione o risoluzione nel tempo medesimo, e che consistono, fattualmente, in permutazioni della materia? La stessa natura dell'universo, le cui leggi, abbiamo visto, sono il corpo di Dio, almeno quanto gli oggetti presenti in esso ne costituiscono la mente, e come spazio e tempo necessitano di reciproca integrazione per dare origine al movimento, così questo si svolge senza finalità e senza motivazioni, ma secondo una natura ben precisa e vincolante, per il compimento del grande spettacolo del cosmo, nonchè per compiere " il miracolo della Cosa Una. "
martedì 11 novembre 2008
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