" La paura porta all'ira, l'ira porta all'odio, l'odio porta....alla sofferenza. "
George Lucas, Guerre Stellari, Episodio V: L'Impero colpisce ancora.
" Il mondo è pieno di esempi negativi. "
Georges Ivanovitch Gurdjieff
Dopo aver trovato riferimenti alla Sophiah in ogni cultura religiosa ma anche letteraria: dalla Genesi ( esiste una tavoletta sumera in cui sono ritratti un uomo e una donna accovacciati presso un albero attorno al quale si arrotola un serpente: manca ogni possibile testo esplicativo ) al Libro di Enoch, dal Ramayana all'Iliade a Dante Alighieri ( ma anche nell'Odissea: Penelope assediata dai Proci ) non dovrebbe stupirci di trovarne anche nel Corano, e infatti eccolo:
" Il Corano accenna a un'altra storia di ribellione e dissenso, sviluppata poi dalle tradizioni iraniane. La storia parte dal disprezzo che gli angeli avevano per gli uomini, a causa dei loro numerosi peccati. Gli angeli non nascosero il loro giudizio, e anche se Allah parlò in difesa degli uomini, essi non lo ascoltarono, anzi, vollero dimostrargli che il loro disprezzo era fondato. Scelsero così due tra di loro, Harut e Marut, esseri sapienti e dotati di arti magiche, e li inviarono tra gli uomini, per dimostrare che essi avrebbero saputo facilmente astenersi dai peccati comuni fra gli esseri umani: idolatria, violenza, intemperanza e soprattutto le tentazioni della carne. Ma i due angeli, una volta che ebbero presa forma umana, si trovarono esposti a tutte le tentazioni degli uomini. E quando videro una bella donna, immediatamente la desiderarono. Grazie alle loro arti magiche riuscirono a rapirla, ma furono scoperti da un uomo, che uccisero. A quel punto, presi dalla vergogna, tornarono in cielo e confessarono ad Allah che non erano stati capaci di resistere alle tentazioni, proprio come i peggiori tra gli uomini. Essi stessi scelsero la loro punizione: furono incatenati e sottomessi a feroci torture, nella città di Babilonia. "
Da: Raffaele Russo
Atlante Illustrato dell'Islam
Ed. Giunti
( Corsivi e grassetti dell'Autore )
Confrontando le narrazioni della " Genesi ", del " Libro di Enoch ", ma anche del " Corano ", ci accorgiamo di un fatto essenziale, in tutti i casi contemplati, gli Angeli falliscono necessariamente dove gli uomini possono riuscire. In questo senso, possiamo adottare una sola spiegazione: essi falliscono perché non sono dotati di Libero Arbitrio, e cioé non sono dotati degli strumenti necessari per affrontare la vita terrena ( e questo porta necessariamente ad una condotta opposta in Terra rispetto a quanto avveniva in Cielo, stante l'ordinamento speculare del mondo, l'assenza di Libero Arbitrio, dunque porta gli Angeli a seguire le Leggi della Terra, e quindi a comportarsi in modo contrario, rispetto a quanto avveniva nel Cielo ). E infatti vediamo nel " Libro di Enoch " che responsabili della Caduta sono esclusivamente gli Angeli definiti Osservatori, e cioé quelli che hanno la responsabilità di vegliare sopra gli uomini.
In questo senso, dunque, la caduta degli Angeli si configurerebbe come perfettamente naturale,
ma anche la decisione di Dio di porli in tale situazione non solo per provare la loro superbia, ma anche allo scopo di dare luogo a quel movimento ( che, per sua natura, abbisogna di una polarità positiva e di una negativa ) e sbloccare quella staticità di cui parlavamo in qualche articolo precedente. In questo modo, dunque, Angeli e Dèmoni si configurerebbero come vere e proprie forze naturali, e la nostra lontananza dalle sfere celesti spiegherebbe, stanti gli insegnamenti della Qabbalah, perché qui in Terra è più facile, ad es., distruggere qualcosa che costruirlo ( ma si confrontino anche la Legge delle Ottave nonché più in generale le Leggi alle quali sono sottoposti i mondi in P.D. Ouspensky, " Frammenti di un insegnamento sconosciuto ", Ed. Astrolabio ).
Sarà ormai chiaro al lettore che stiamo procedendo sui binari del più schietto panteismo.
Ma arriviamo all'uomo, e, stanti gli insegnamenti di cui sopra, chiariamo una volta per tutte quale sia l'insegnamento concernente la Sophia, o Gnosi, presente in tutte le culture del mondo, attraverso paralleli con due narrazioni lontane nel tempo e nello spazio come l'Iliade e il Ramayana.
Una donna viene rapita ( qui vediamo una corrispondenza con la Sophiah decaduta che, di fatto, corrisponde ad una donna lasciva che si lascia tentare e si fa rapire volentieri: Ramayana, Odissea, mentre nella Genesi la donna è " rapita " da un serpente dal quale si lascia facilmente " sedurre "), a questo punto si scatena una guerra ( sia nel Ramayana che nell'Odissea, invece nella Genesi viene scatenata una punizione che però, pur avendo conseguente devastanti, ha anch'essa, come vedremo tra poco, fine purificatorio ), la quale può essere vinta esclusivamente da un sotterfugio ( Cavallo di Troia, ma ora ci spostiamo sull'Odissea, e cunicolo sotterraneo nelle narrazioni induiste ), che riporta le cose a posto, ristabilendo il matrimonio; più articolata invece la narrazione biblica, ma comunque con una conclusione purificatoria riguardante tutta l'umanità: infatti la discendenza di Caino verrà estirpata dal Diluvio Universale, e sostituita dai figli di Noé, a sua volta discendente di Set, dato ad Adamo ed Eva per compensare la perdita di Abele. Vediamo che nella narrazione della Genesi c'è uno spostamento d'ottica, infatti, mentre nelle altre due narrazioni gli eventi si compivano attraverso una guerra, in questo caso si compiono attraverso un fratricidio, ma, stante la nota leggenda riguardante Romolo e Remo a proposito dei confini della città ( e che quindi lascerebbe immaginare un'invasione, guerre tra fratelli erano molto comuni, purtroppo, all'epoca, chi non ricorda le " Anabasi " ? ), nonché la funzione metaforica dei due fratelli, l'uno come pastore, l'altro come agricoltore, classi sociali che a loro volta entravano facilmente in conflitto, possiamo configurare questo fratricidio come la metafora di una guerra a sua volta, ripristinando la condizione originaria del nostro percorso, o quasi, perché manca, in questa narrazione, il sotterfugio, e questo cambiamento è, in ultimo, determinato dalla presenza di un Dio misericordioso ( e che si esprime, in questo contesto, nella nascita di Set ), piuttosto che da un Fato immutabile, al quale soggiacciono anche gli Dèi, e che, di fatto, ne annulla la necessità.
Tuttavia, scegliamo ora una delle vicende in questione per esaminarla meglio secondo un canone attinente alla nostra ricerca, e prendiamo la Guerra di Troia, perché più facile da ricapitolare.
Elena è la nostra anima, bella, nobile e graziosa alla nascita ( ed è la più bella di tutte le donne perché è la più dotata di tutte le anime, ovverosia, di tutte le creature visibili e non visibili, è l'unica dotata di Libero Arbitrio ), è però soggetta ad allontanarsi dalla nostra conoscenza della medesima ( o conoscenza di sé ), man mano che andiamo avanti con il tempo ( Gnosi decaduta ), e infatti il matrimonio, che è poi in realtà il matrimonio del corpo ( Menelao, padre, Volontà ) con lo Spirito ( Elena, madre, appunto Conoscenza ) all'atto del rapimento, è già concluso, a causa delle difficoltà via via maggiori che incontriamo lungo il nostro percorso di vita, e che si configurano vieppiù come una guerra, e questo costringe generalmente l'uomo, chi più chi meno, a lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative, che si esprimono più generalmente attraverso la paura, la quale crea una doppia specie: da un lato infatti essa è socialmente inaccettata: si teme di far la parte dei vigliacchi, dall'altra essa è comunque preferibile alle altre, non solo alle più antisociali e quindi giustamente improponibili, ma anche alla sofferenza e al pianto, che invece di essere, come dovrebbero, sinonimi di umanità e di sensibilità, è stigmatizzata quasi come un torto, se dimostrata in pubblico. Lascio immaginare quale sia la condizione dell'uomo sistemato in questo modo tra le sue emozioni come una pallina da flipper: magari scorgerà questo stato di cose direttamente in sé stesso.
Tuttavia occorre considerare che anche la sofferenza è un'emozione negativa, e, in quanto tale, occorrerebbe liberarsi anche di essa, e ritrovare la gioia del cuore, che, una volta imparato ad accettare la vita, è più facile da raggiungere di quanto non si pensi, e che coincide con la Vera Fede. Per raggiungere la Fede, però, secondo Omero è necessario compiere un sotterfugio ( e vediamo che si passa di luogo chiuso in luogo chiuso, ovvero dal Cavallo di Troia all'interno di una città fortificata ), ossia occorre prima occultarsi alle emozioni negative, ed osservarle quasi dall'esterno: cosa le genera, perché si manifestino, etc. E potremmo facilmente scoprire che qualcosa che ha causato il nostro turbamento in realtà è totalmente innocente, ma ha scatenato un'associazione di idee che ci ha resi vittime delle nostre emozioni ( o armate di Ilio ).
A questo punto riusciremo a prendere il predominio nella roccaforte da espugnare ( il corpo ), e non dovremo fare altro che disciplinare ( e ciò, grazie al sotterfugio precedentemente adoperato, sarà molto più facile a farsi che a leggersi ) le nostre emozioni, che poi coincidono con i nostri Dèmoni, riportando a casa Elena ( Gnosi dell'Alto ), e cioé la nostra anima purificata, affinché possiamo portare avanti un matrimonio felice. Non mi resta, però, che concludere con una citazione da Aristotele ( se ricordo bene, come sapete, sono costretto a citare a braccio, ma quello che è importante è ricordare che l'uno, poniamo Platone, era rigidamente contrario al dionisiaco, mentre l'altro diceva quanto riportato più sotto ):
" Possiamo concederci ai riti dionisiaci, ma con moderazione, affinché essi non prendano il sopravvento su di noi. " Non diversamente Jim Morrison: " Il sesso deve essere un nostro strumento, non dobbiamo diventare schiavi noi dello stesso . " Con una traduzione un po' articolata, ma efficace. Infatti i nostri desideri vanno controllati e disciplinati e non repressi.
Naturalmente, questo è un percorso altamente formativo e liberatorio, che può essere intrapreso da chiunque, a prescindere da qualsivoglia religione appartenga.
E' questo l'insegnamento di cui tutti i grandi saggi, da Valmiki a Omero, da Dante Alighieri a Sigmund Freud ci hanno fatto dono, e io lo lascio a voi, sintetizzato in poche righe, perché ne facciate buon uso.
E a proposito di buoni usi e ottimi consigli, una raccomandazione che è sempre importante: qualsiasi siano i vostri orientamenti sessuali, chiunque sia il vostro o la vostra partner, se non ne avete la maggiore conoscenza, non ne provate la più certa fiducia, o comunque nutrite il minimo dubbio sui suoi trascorsi, USATE SEMPRE IL PRESERVATIVO!! Perché, dicevamo, questo è un mondo in cui è molto più facile distruggere ( e distruggersi ) che costruire o guarire.
giovedì 13 novembre 2008
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