Molto si è detto e contraddetto a proposito del concetto aristotelico di sostanza che, trovando origine nelle speculazioni dello Stagirita, venne in seguito negato dalla filosofia anglosassone e da Locke, per poi essere demolito dalle macchine di Heidegger. E chi sono io per contraddire tutte queste autorità?
Eppure, qualcosa doveva essere pur loro sfuggito, se consideriamo che ancora oggi identifichiamo una bottiglia per una bottiglia, un vaso per un vaso, od un fiore per un fiore.
Effettivamente, la sostanza di un oggetto trova la sua manifestazione nell'immaginazione dell'uomo ( ossia nella natura prettamente peculiare del tempo ), così come quest'ultimo trova realizzazione nell'Immaginazione Divina.
E infatti, poniamo, della sostanza di una bottiglia possiamo dire che è in fase di progettazione nella mente del costruttore, che è in fase di costruzione nelle mani del costruttore, che è in fase di vendita nelle mani del venditore, che è in fase di consumo da parte dell'aquirente, che è in fase di riciclaggio dal parte del consumatore, etc.
Tutto ciò senza che la bottiglia, di fatto, esista, e senza considerare che possiamo anche porre questi verbi nelle varie modalità passate, presenti, e future, senza distinzione.
In altri termini, l'oggetto trova la sua realtà sostanziale nel tempo, e nell'immaginazione dell'uomo, e la sua realtà materiale nell'oggettità, così come l'uomo trova la sua realtà peculiare nell'anima, manifestantisi necessariamente secondo le leggi fisiche*, o Corpo Divino, e la sua realtà fattuale nella manifestazione mortale secondo l'oggettivazione dell'Universo o Mnemotecnica Divina.
Come infatti una bottiglia verrà costruita in tale o tale modo, od in tale o tale materiale, a seconda degli usi cui verrà destinata, etc. allo stesso modo l'uomo nascerà in questo o quel paese, e con queste o quelle doti, etc. a seconda dei casi: e in entrambi i casi, come nel piccolo così nel grande, possiamo parlare di " predestinazione ", laddove strumento di questa irradiazione sono per l'uomo nel grande gli influssi astrologici, e nel piccolo la materia dalla quale egli si forma ed è costituito, e che si configurano veramente come quella che potremmo chiamare la Mano di Dio, e che in ultimo si risolve in un piano forse comprensibile, ma comunque imperscrutabile, da parte dell'uomo, e che riguarda il futuro e la crescita tanto del primo, quanto dell'Universo tutto.
Ma si ricorda che astra inclinant, non determinant: peculiarità della natura umana è infatti il Libero Arbitrio, e quindi possiamo definire la sostanza, a proposito delll'uomo, in questo modo: movimento sufficientemente predestinato nel tempo, ma con larghissimo margine di libertà etica e morale, al fine di una crescita spirituale.
Non potremmo comunque concludere questo articolo senza parlare dei nostri amici animali, per i quali, in base alla nostra tesi, potremmo definire la sostanza come: movimento necessariamente predestinato nel tempo, al fine di una crescita spirituale. Infatti gli animali non possiedono il Libero Arbitrio, ma quant'è vantaggiosa e conveniente per l'uomo la loro compagnia! Infatti, come l'uomo assistendolo aiuta un'anima a raggiungere uno stato più elevato, così l'animale stando vicino all'uomo gli ricorda tanto le virtù quanto i vizi ( come il cane, che è fedele ma anche avido, od il gatto, che è sincero e indipendente ma anche opportunista e indomabile ), e soprattutto, gli porta il conforto del suo affetto e del suo amore.
Per quanto riguarda i vegetali, potremmo definirne la sostanza come: movimento assolutamente predestinato nel tempo, al fine di una crescita spirituale. E infatti vediamo che non solo il vegetale è assolutamente immobile nella sua situazione, e quindi la sua predestinazione non è più necessaria, ma diventa addirittura assoluta e irremovibile, stante anche la sua mancanza di anima sensitiva, capace di sentimento, o comunque presente sia pure in minima parte, invece propria all'animale, ciònondimeno, in base alla nostra tesi, ispirata all'antica saggezza orientale, il fine per ogni creature è il medesimo, e per questo occorre prendersi cura anche del mondo vegetale da parte dell'uomo, che è veramente il guardiano, il curatore e l'ordinatore: il Druido posto da Dio a sentinella dell'Universo.
Possiamo quindi immaginare quanto siano colpevoli il nostro attuale rapporto con la Natura, l'inquinamento, lo sfruttamento indiscriminato del mondo animale nonché vegetale, etc.
Più difficile invece la definizione della sostanza a proposito dell'infinità di oggetti come sassolini, minerali, etc. Mi azzardo però ad un tentativo, che il lettore potrà modificare come meglio gli sembrerà opportuno per una maggiore chiarezza razionale: Movimento totalmente predestinato nel tempo, al fine di un'utilità pratica da parte dell'uomo, o di una crescita spirituale. Infatti ci accorgiamo che, qualora un'anima umana abbia commesso peccati di così grave rilevanza da essere costretta non più a reincarnarsi, ma addirittura a oggettivarsi, sicuramente le Sentinelle che necessariamente regolano il funzionamento del Cosmo faranno sì che il suo veicolo di punizione terrena non venga scelto dall'uomo per i suoi fini, deviandone l'interesse verso altri oggetti esclusivamente materiali.
La questione è però molto dubbia in tutto il mondo della Wicca, e conseguentemente preferirei lasciarla cadere, stante che una reincarnazione nei vari mondi animati potrebbe essere più che sufficiente per gli scopi cosmici.
Infine, potremmo definire la sostanza degli oggetti e degli strumenti di lavoro come movimento totalmente predestinato dall'uomo nel tempo di un qualunque tòde tì, al fine di un'utilità pratica.
Stante dunque che occorre una differente definizione del concetto di sostanza per quanto esiste, le nostre Leggi trovano per natura attuazione in ogni cosa coinvolta nei mutamenti materiali, e rispondono esattamente agli stessi canoni e motivazioni, sia in salita che in discesa, per ogni oggetto esistente, e quindi, vivente, perché: " Tutto è pieno di Dèi. "
* Ci accorgiamo infatti ad una seconda lettura che la psicanalisi non è altro che la definizione del metodo attraverso il quale la stessa anima trova rispondenza e risoluzione nelle leggi attinenti alla natura del cosmo, stante una rilettura dell'idea bruniana, e non solo, secondo cui tutto è materia più o meno rarefatta.
giovedì 13 novembre 2008
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