martedì 11 novembre 2008

L'Ouroboros

L'Ouroboros è uno dei più importanti simboli alchemici ( ed anche oggi, in matematica, simboleggia l'infinito ), ma soprattutto, si tratta di un tòde tì visto allo specchio, e che proviene da un certo mondo islamico compenetrato da concetti provenienti dall'India, come lo 0, che è l'opposto e il coincidente dell'infinito, i pezzi bianchi e neri degli scacchi ed il miscuglio che gli stessi formano e che, in ultima analisi, rispecchiano la battaglia tra i discendenti di Bharata che, esattamente come in questo millenario gioco, in realtà si compie e ricompie costantemente, trovando rigenerazione negli eventi dell'Universo come avviene per l'Araba Fenice, esattamente come la rincorsa del Sole da parte di Apophis, la morte di Osiride e la battaglia tra Horus ( il cui occhio sinistro, ferito e curato, rappresenta la Luna, perché anche questa si spegne lentamente come per una ferita vieppiù infertale dall'oscurità, e rinasce, ma il cui occhio destro rappresenta il Sole, perché, pur muovendosi questo nel cielo, è stabile e fisso nella sua radiosità ), e Set ( a loro volta nipote e zio, come i Kaurava e i Pandava erano cugini, e infatti un bellissimo cartone animato come " Il re leone ", della Disney, non fa altro che tornare a raccontarci questa antica leggenda, con tanto di inganno da parte di Scar/Set, resurrezione di Osiride/Mufasa che prende il proprio posto tra gli astri, o, se vogliamo, nell'Amenti, ritorno di Horus/Simba a dare battaglia all'usurpatore, anche se occorrerà pur riconoscere che ad Iside/Sarabi qui spetta veramente un posto di secondo piano, il che, assieme al posizionamento della Duat nel cielo e non in terra, sembra quasi voler alludere ad una mitologia veteroegizia, ossia precedente alla trascrizione del Mito di Osiride, quando la sopravvivenza alla morte era dote esclusiva dei faraoni e dei sacerdoti, e solo questi potevano accedere all'al di là: questa nozione fu la prima causa storica di rivoluzioni, e portò, dalla IV dinastia in poi, ad una più largo concetto della possibilità di accedere ad un oltremondo auspicabilmente felice, generalmente, in ogni caso, solo tra i ceti più abbienti, mentre i poveri facevano quello che potevano, avvolgendo i corpi dei defunti in un lenzuolo e poi lasciandolo alla " mummificazione " permessa dalle sabbie del deserto : più incerta però la prima attribuzione da parte mia, in quanto non si sa nulla, o almeno non ne so nulla io, del ruolo della donna durante le prime tre dinastie, od addirittura precedentemente ad esse, sebbene quanto so di Nefertiti, o addirittura di quella donna straordinaria che fu Acepsut, mi lascia immaginare che, successivamente, esse fossero piuttosto libere, forse come nel mondo etrusco, se non di più, comunque mi pare più storicamente fondata la seconda ), od ogni altro evento narrato nelle mitologie di tutto il mondo, o quella Bhagavad Gita che costituisce la più straordinaria esposizione di quello che, in Cina, diventerà il Tao, e in occidente la Magia, la Stregoneria e la Wicca, od ancora il Buddhismo, che, a sua volta, ebbe origine come eresia ( non diversamente dal Giainismo, il quale, nel corso dei secoli, passando attraverso lo Gnosticismo giungerà al Bogomilismo per arrivare al Catarismo francese, con particolare riferimento alla Lingua d'Oca e alla Provenza, a loro volta non a caso territori d'azione, assieme, guardacaso, alla Lombardia, unica regione d'Italia coinvolta nel fenomeno trobadorico, e, a sua volta, ospite di una nutrita comunità catara, di quei trovatori che diedero un nuovo significato alla guida spirituale incarnata nella donna ( abbiamo visto in Schopenhauer il ruolo spirituale della donna come datrice di conoscenza a proposito della nascita, e non ci resta che sottolineare il ruolo materiale dato dai poeti al ben più sottile concetto di Gnosi, un nuovo gioco di specchi, un nuovo contrasto, un nuovo rovesciamento ): la Sophia, o Gnosi, e che trovò la sua più alta espressione nei poemi danteschi, laddove Beatrice è manifestazione della Gnosi, e questo ci spiega perché sia inviata da tre donne ( quella parte della Sophia rimasta in Cielo, e che, secondo la numerologia dantesca, non può che rispondere al numero perfetto ), e come Dante, in ultimo, non fosse né guelfo né ghibellino, ma gnostico ) da quell'Induismo e da quei Veda che a loro volta sono radice di poemi epici come il " Mahabharata " ed il " Ramayana " che a loro volta, compreso il ratto della più bella donna del mondo ( ed in cui riscontriamo la Sophia catturata nel mondo materiale dopo essere precipitata a causa dell'incesto con Dio, come raccontato nei testi gnostici, il cui riscatto è la guerra di Troia, o la guerra narrata nel Ramayana, e che in entrambi i casi occorre uno stratagemma per recuperare: il cavallo di Troia nella narrazione omerica, ossia un luogo chiuso che porta dentro un luogo fortificato, od un tunnel sotterraneo nel Mahabharata, ossia un cunicolo che porta a recuperare la donna che era stata sottratta, in entrambi i casi: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem, insomma, si tratta di liberare la principessa dalle grinfie del drago, che in Dante prende l'aspetto dell'Inferno e del Purgatorio, per affrontare i quali occorrono le armi umane della logica, ma anche della sensibilità, manifestantisi in Virgilio, ma che non sono più sufficienti a raggiungere la Principessa, qualora il drago sia stato sconfitto, e segno di questa sconfitta sono le " P " che un po' alla volta vengono tracciate sulla fronte del Poeta dagli Angeli, perché a quel punto, avvicinandosi alla " sabidurìa " di cui parla il Picatrix, occorrono una rinascita, ed un modo diverso di porsi rispetto alla realtà, e rispetto alla confusione precedente rappresentata dalla " foresta " del canto I, e che è creata, psicologicamente parlando, dai Dèmoni di Abramelin non ancora assoggettati dalla Volontà del Mago: giacché " La Commedia " è anche un profondissimo grimorio iniziatico, come lo sono i Vangeli e molti altri testi fondamentali della religione, della filosofia, e della letteratura in genere di tutti i tempi e tutti i luoghi, i quali in ultima analisi costituiscono una rinascita ), trovarono permutazione nel mondo greco di quell'Omero dovizioso d'immagini, che seppe straordinariamente adattarle a quelle che erano la sensibilità e la cultura di un occidente greco ormai creato, attraverso la lente di una grecità in formazione, come la cultura micenea, togliendo sapientemente alcune cose ed aggiungendone mirabilmente altre; un certo mondo islamico dal quale ci è giunto il " Picatrix ", e che ispirò personaggi come Christian Rosenkreutz ( a prescindere dalla sua reale, o meno, esistenza ), Georges Ivanovitch Gurdjieff, etc.

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