martedì 11 novembre 2008

Gli uomini e il lavoro

A suo tempo leggevo sopra un testo universitario che " la storia degli uomini è la storia del loro lavoro. "
Naturalmente, mi permisi di dissentire.
Correggerei questo scritto con: La storia degli uomini è la storia del loro rapporto con il lavoro.
Stante che le leggi economiche di domanda e offerta costituiscono, di fatto, le catene prometeiche tali da vincolare l'uomo, e le sue facoltà creative e realizzatrici, non si può negare, ad es. nel mondo antico, che gli Spartani preferissero esercitare il ruolo di guerrieri, stante la maggiore richiesta nel mondo antico, e nonostante le apparenze che traiamo dai libri di scuola, di lavoratori della terra, perché questa attività era, per motivi storici, ma anche sociali, religiosi, etc. considerata più virtuosa, sebbene con ogni probabilità consistente in un percorso di maggiore rinunzia, sofferenza fisica, e fatica, e soprattutto di minore adattamento alle necessità terrene.
Vediamo la stessa staticità di orientamento svolgersi in ogni situazione storica in cui abbia avuto preminenza il principio passivo o rinunciatario ( Dèa vista allo specchio nell'uomo), come nel Medio Evo dominato dalla Scolastica, nell'attuale mondo islamico, etc.
Tutto ciò stante che, naturalmente, il principio attivo o desiderativo ( Dio visto allo specchio nell'uomo) è fattualmente il contrario, ed oggi trova espressione nell'Occidente moderno e nel suo continuo incameramento e consumo di combustibili fossili.
Riconosciamo in ultimo come tali princìpi trovino svolgimento l'uno dall'altro, e viceversa, come ad es. dall'Induismo ( principio attivo ) avessero avuto origine il Giainismo e il Buddhismo ( principio passivo ), e mentre il primo diede origine, spostandosi in occidente, ai movimenti rinunciatari, ma riconoscenti le necessità della Chiesa Militante, come manifestazione terrena di quella Trionfante, in cui il rapporto, se pur non sembra essere rovesciato ( ma che in realtà lo è, stanti le necessità terrene della prima rispetto alla seconda ), è pur sempre scalare, e così i Domenicani e i Francescani ( principio attivo ), il secondo, spostandosi in Oriente, diede nascita alla sua versione " Zen ", alla base del pensiero giapponese moderno, e trovante riscontro negli attuali sviluppi scientifici ( principio attivo ), etc.
Non diversamente per ogni altra forma di percorso storico.
D'altronde il Tao non è altro che l'espressione delle fasi calanti e crescenti lunari, il cui contrasto è sottilmente identificato dai due puntini opposti sistemati ai lati, per significare che, perché qualcosa si illumini, occorre prima che sia oscurata, e viceversa, ma anche, come diceva ancora Eraclito, che " ogni salita è anche una discesa ", ed ondulate al loro incontro per significare l'impatto della Luna sul mare esplicitamente, ma implicitamente sul mondo tutto, il che ricorda molto non solo il " Raggio di Creazione " gurdjieffiano, ma anche, appunto, la sostanziale unità di cause e di effetti tra tutte le cose ( almeno nella loro manifestazione percettibile, esiste infatti un quid che trova manifestazione nella natura temporale delle cose, statica nella sua essenza ma transitoria nella sua manifestazione, e che è totalmente impercettibile, nonchè inspiegabile: questo quid è il noumeno, o cosa-in-sé ).

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