Qualunque critica alla quale veniamo sottoposti, trova generalmente la sua ragione nei fondamenti dell'economia ( la quale pare essere l'unica cosa rimasta delle antiche arti e della scienza dell'uomo, per così dire, perché, tolti alcuni riferimenti in Aristotele e, se la memoria non m'inganna, in Senofonte, è moderna, essendo stata fondata da Adam Smith nel 1776 ), ossia in questo semplice assioma:
- Quello che tu produci non ci interessa, e non lo vogliamo, produci quindi quello che vogliamo noi. - Considerati quelli che sono gli ordinari consumi delle masse, quanto ciò corrisponda realmente alla libertà personale, nonché quali siano i danni ambientali, sociali, etc. di quello che è generalmente quel lavoro di cui sono tanto orgogliosi ( prendono a pretesto il fatto che gli serva per sopravvivere onestamente, quando per lo più il loro scopo è di riprodursi come ricci, secondo i criteri determinati, in ultimo, dalla Wille, il che è un'ulteriore conferma dei danni inflitti alla società dalle attività lavorative, almeno come attualmente organizzate, dacché prima l'uomo dovrebbe provvedere a migliorare la propria situazione, e quella del suo prossimo, e solo conseguentemente occuparsi di prolificare, in modo da far vivere i suoi figli in un modo migliore, e non costantemente deteriorantesi ), si capisce come ciò dovrebbe essere una spinta in più per proseguire con determinazione sulla propria strada.
Vorrei sottolineare che io non sono assolutamente, come chi abbia letto alcuni dei miei versi saprà, contro il lavoro, che rimane la più bella e la più gratificante in assoluto delle attività umane, ma mi sia permesso, però, di citare una delle poche cose imbroccate da Karl Marx: - Noi non vogliamo liberare gli uomini dal lavoro, ma vogliamo liberare il lavoro degli uomini. -
L'uomo dovrebbe avere la libertà di scegliere il proprio lavoro, e di avere voce in capitolo sopra i tempi da dedicare ad esso, ovverosia, essere eventualmente pagato in tempo libero, piuttosto che in denaro, se così desidera ( d'altronde le esigenze sono diverse di persona in persona, e che il denaro trovi rispondenza nel tempo è ormai concetto stabile e diffuso ), e determinare autonomamente quanto tempo dedicare alle proprie attività sociali, personali, od anche ricreative.
Il consumismo, infatti, nonché l'attuale diffusione dell'oniomania, nascono da un desiderio di riscatto dell'uomo che dedica uno spazio decisamente esagerato alle attività sociali imposte dal sistema: l'errore più serio compiuto dalle civiltà occidentali è quello di aver portato nella società industriale ( che dovrebbe conferire enormi privilegi all'uomo, compreso quello assoluto di disporre del proprio tempo come meglio crede, di vivere nelle grandi comodità fornite dalle macchine, di avere la sicurezza della casa: ma tutte queste comodità, quando realmente vi siano, vengono letteralmente, sempre o per lo più, fatte pagare all'uomo attraverso un sistema economico realmente esoso ) i ritmi e le motivazioni di quella agricola ( chi ricorda " Il sabato del villaggio ", ma anche " La sera del dì di festa " del grande Leopardi, sa che egli lamenta proprio questi ritmi, visti come disumanizzanti, serrati, e totalmente inadatti a quella che è la realtà dell'uomo, il cui paradosso è che potrebbe essere felice, e non lo è).
In altri termini, l'attuale crisi economica, che sta sconvolgendo il mondo occidentale, ma che rimane di fatto uno dei prodromi della globalizzazione, così come è stata precedentemente descritta in questa sede, perché diffonde povertà e timori, e conseguentemente fornisce uno straordinario aiuto nell'organizzare il mondo in un vincolante e inestricabile gomitolo strutturalmente gerarchico, non è che un ulteriore segnale di quello che sta arrivando, e che sarà molto, molto peggio di qualunque cosa stiamo vivendo attualmente: quindi spegnete la televisione, e ricominciate a leggere.
Intanto, chi può converte le sue ricchezze in oro, che, per quanto instabile, è sicuramente più sicuro dell'attuale moneta corrente, il che dimostra come il mondo, più che andare in una direzione sociale, vada in realtà in una direzione prettamente personale, e quindi distruttiva: questa è una delle poche occasioni storicamente rimaste in cui lo Stato può interferire con la volontà dei potenti ( e questo, per inciso, non in tutti i paesi ), e permettere al cittadino ( che si avvia sempre più facilmente a ritornare suddito, di fatto, se non di diritto ) di gestire appropriatamente la propria situazione: ecco la mia ricetta per salvare l'occidente ( fatta da uno che economista non è, essendosi occupato nella vita di tutt'altro ) e che sicuramente avrà molte pecche; tuttavia, la storia dimostra come la voce dei filosofi, e cioé di chi cercava la saggezza ad uso e consumo del prossimo, sia sempre rimasta inascoltata, e così sarà anche in quest'occasione. Inutile dire che questo potrebbe anche essere un elenco di assurdità, ma d'altronde, ci si prova con i mezzi che si hanno, si dà uno spunto per chi ne sa di più, e magari ha modo di cancellare quello che non serve, prendere un paio di idee che possano rivelarsi buone, e modificarle appropriatamente in modo che siano utili per il benessere di tutti, e permettere di vivere in una società maggiormente fluida e mobile:
1. Opportuna gestione della concorrenza internazionale, leggi stabili a proposito dell'economia interna e valide per tutti, ricezione oculata delle merci utili e dazio protezionista sulle inutili o sulle prodotte internamente.
2. ( Questa appartiene alla misura dell'ovvio, ma i dati della cronaca dimostrano quanto sia quotidianamente disattesa). Adozione delle maggiori misure cautelative possibili a proposito della sicurezza e del benessere del lavoratore, massima vigilanza sui settori maggiormente pericolosi.
3. Emissione degli stipendi proporzionata alla dimensione delle aziende, nonché alla difficoltà ed alla pesantezza del lavoro, e alla reale importanza sociale del medesimo ( è giusto, ad es., che un chirurgo guadagni proporzionalmente più di un impiegato d'ordine): questo in sostanza vuol dire che gli stipendi dovrebbero rimanere gli stessi per quanto riguarda le aziende piccole, ma arrivare ad essere anche raddoppiati o triplicati per le aziende più grandi, ma tutto ciò dovrebbe avere come misura di contraltare l'importanza sociale del lavoro svolto nei singoli casi presi in considerazione, e ciò a prescindere dal fatto che le imprese siano pubbliche o private. ( Questo, in ultima analisi, permetterebbe al lavoratore di risparmiare, e conseguentemente, sul lungo periodo, di fondare ulteriori aziende piccole che fornirebbero impeto e slancio all'economia, inoltre, creerebbe un mercato straordinariamente più mobile e fluido ); insomma, se ci sono ricchezze da convertire in oro per i " tempi magri ", ci sono anche per pagare i lavoratori. A chi, invece, mi obietterà che questo provvedimento darebbe esclusivamente luogo ad un'inflazione galoppante, risponderò che non è così: quello che dovrebbe variare non è la misura del denaro circolante, ma più semplicemente la distribuzione dello stesso, che dovrebbe farsi più equa e solidale.
4. Tassazione realmente proporzionale agli introiti, i cui proventi siano destinati esclusivamente a fini socialmente utili ( ed anche questa misura apparterrebbe al criterio dell'ovvietà, se non fosse che ancora una volta, in Italia, avviene esattamente il contrario ). Ritorno dei mass-media alla loro funzione originaria e principale, ossia a denunciare pubblicamente gli abusi. Misure oculate ma rigorose per incentivare il risparmio ed ostacolare la tesaurizzazione.
5. Decisione autonoma del lavoratore, da stabilire mese per mese, a proposito della conversione del salario in tempo libero, o del tempo libero in salario ( ciò significherebbe maggiore tempo libero, maggiore felicità familiare e conseguentemente maggiori consumi, inoltre, permetterebbe una maggiore mobilità ed un notevole disincremento della disoccupazione ).
6. Finanziamenti alla ricerca delle nuove fonti energetiche, attuazione delle stesse, nonché maggiore attenzione finalizzata alla tutela dell'ambiente, alla convivenza con gli animali, etc.
7. Adozione di sistematiche misure condotte necessariamente a livello di economia interna, allo scopo di prevenire la benché minima forma di concorrenza sleale.
8. Soprattutto per l'Italia: il Mediterraneo è destinato a tornare luogo di rilievo sul piano internazionale a causa dello spostamento verso Est degli equilibri economici mondiali: tornare a portare un occhio sul Mare Nostrum, che potrebbe davvero tornare ad essere tale, economicamente se non di fatto, almeno in auspicio, ed incrementare con oculatezza le attività marine e mercantili in questo senso, potrebbe portare il nostro paese, sul lungo periodo, ai vertici dell'economia europea. ( Mentre adesso è esattamente il contrario ). Questo, per non arrivare a considerare un futuro ed ipotetico sviluppo dell'economia africana.
9. Maggiormente per l'Europa: sovvenzionamenti per lo sviluppo dell'Africa ( vigilati dai fornitori, non come accadde attorno agli anni '70, se la memoria non m'inganna, quando ciò era già stato fatto, ma i gerarchi africani si mangiarono tutto, e rifiutarono la consulenza europea, con il risultato di " modernizzare " le coltivazioni distruggendole attraverso sistemi inappropriati di semina, etc. ), questo continente può essere una vera e propria fonte inaspettata di ricchezza e di scambi commerciali ( la produzione di cioccolato e di diamanti dello stesso è leggendaria ), e può fornire un'utile zeppa contro l'espansione orientale, percepita come minacciosa per la nostra economia; e soprattutto dimostrerebbe che diffondere latte contaminato, costringere la gente a lavorare quattordici o più ore al giorno in quartieri a dir poco insalubri, per salari da fame, senza vacanze ( per aver diritto alle vacanze in Cina bisogna essere almeno dipendenti pubblici ), etc. Al di là di essere profondamente immorale, è cattivo gioco anche a livello economico. Inoltre, ciò risponde a un'ideale altamente umanitario.
10. Esclusivamente a livello confederativo: vigilare perché la potenza degli Stati, anche confederati, sia sempre almeno un gradino più in alto di quella delle industrie e delle imprese più forti ( il che vuol dire tutelare gli interessi del cittadino, ma, come al solito, naturalmente avviene esattamente il contrario ), assicurare che una casa e che almeno la possibilità di una vita modesta e dignitosa siano alla portata di tutti, lavorare perché la situazione dei molti migliori il più possibile e costantemente a scapito, se è necessario, di quella dei pochi, conferire mobilità nel lavoro e permettere al maggior numero possibile di persone di scegliere l'attività lavorativa che più risponde alle loro competenze ( perché il lavoro è la vita dell'uomo, in tutti i sensi del termine, e non può essere sicura una società che non permette la sicurezza del lavoro ed il libero svolgimento delle attività creative e produttive dell'uomo in questo senso), accertarsi che la concorrenza determinata dagli altri giganti mondiali attualmente in crescita sia vincolata in senso positivo per tutti da opportune misure economiche, etc.
11. Qualora si volesse fondare un movimento politico che abbia come proposito quello di proporre queste perle di esperimenti sociali, gradirei che venisse chiamato Partito Marcellista d'Italia, inoltre, se proprio non mi si volesse conferire una poltrona di senatore a vita, essendo io, lo ribadisco, uno che si accontenta, mi andrebbe bene, come ricompensa per queste mie meraviglie, anche un vitalizio, fermamente irrevocabile ( non facciamo scherzi, che prima me lo date e poi me lo togliete, piuttosto non datemelo per niente!!! ), e sufficientemente sostenuto da permettermi la realizzazione di tutte le mie esigenze aristocratiche: sarebbe soddisfacente anche un'eventuale aggiunta di viaggi, alberghi, pizzerie, ristoranti e cinema rigorosamente gratuiti.
Questo mi sembra mantenere l'impianto della globalizzazione, ma secondo un'ideale etico ed umanitario, ma a me piace fare le profezie all'incontrario: tutto questo è quanto, almeno a mio avviso, impedirebbe non solo ulteriori crisi economiche, ma permetterebbe anche a tutti gli uomini di vivere un'esistenza maggiormente felice e gradevole, perché la Terra è il Paradiso, ed è in grado, specialmente grazie alle nuove tecnologie, di produrre per l'uomo, e per tutte le altre specie, animali o vegetali che siano, che convivono con lui, tutto quanto è necessario, utile o gradevole ai bisogni della vita. Io credo che avverrà esattamente l'opposto, tuttavia, questi sono, lo ribadisco, pensieri di chi economista non è, quindi provveda chi è maggiormente capace ed informato, ed ha maggiori possibilità di intervento per le mani, anche se mi pare, dagli ultimi risultati, che non abbia saputo lavorare così come avrebbe dovuto, tutti, infatti, si sentono autorizzati, e capaci di fare meglio degli altri, quando da questi ultimi vedono il peggio, e non quanto vorrebbero vedere.
Questo, senza considerare che in libreria troviamo sempre più volumi motivati esclusivamente dalla diffusione dell'odio, tra moglie e marito, tra capufficio e dipendenti, più generalmente tra i familiari, etc. come avrà notato chiunque abbia dato una scorsatina sugli scaffali debordanti, in libreria, di questa vera e propria spazzatura: non dovremmo stupirci se poi la gente smette di leggere, e se i rapporti sociali peggiorano costantemente, invece di, come dovrebbero, migliorare; tuttavia, bisognerà pur riconoscere che questa vera e propria immondizia letteraria trova rispondenza nel modo in cui si stanno strutturando i rapporti sociali, ma anche quelli familiari, sempre o per lo più.
martedì 11 novembre 2008
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