giovedì 13 novembre 2008

Lo specchio del Nome Divino

Indagando sul Nome Divino, scopriamo facilmente che esso è composto dalle seguenti lettere:
Yod-He-Vau-He.
Chi sa scrivere l'Ebraico, vede subito che esso è composto da una lettera a carattere maschile, una lettera a carattere femminile, un'altra lettera a carattere maschile, ma più allungata, e di nuovo una lettera a carattere femminile uguale alla precedente.
La prima cosa che notiamo, è che questo Nome non è assolutamente speculare, e ciò basterebbe ad inficiare tutte le nostre teorie, la seconda, invece, è che se la terza lettera è stata allungata, un motivo dovrà pur esserci.
Continuiamo la nostra indagine: ipotizziamo la prima Yod come elemento maschile ( Cosmo o Memoria Divina ), la prima He come elemento femminile ( Leggi fisiche o Corpo di Dio ), e qui troviamo anche la spiegazione del motivo per cui venga usato un termine maschile ( Eloah ) con un plurale femminile: Elohim, nonché il fatto che gli uomini vengano creati maschio e femmina secondo somiglianza, e a questo punto, scendendo proprio verso l'uomo, torniamo a Schopenhauer e all'Induismo, per decidere le attribuzioni delle altre due lettere: Vau ( Elemento maschile o Volontà ), He ( Elemento femminile o Conoscenza ). Renderci conto che ancora una volta il percorso non è speculare, ci permettere di decidere le attribuzioni delle prime due lettere in base ad un principio scalare secondo l'etereità della materia presa in questione.
In questo senso, comunque, possiamo ricordare la massima della Tabula Smaragdina: " Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, per compiere la meraviglia della Cosa Una. "
La Vau posta in quella posizione, dunque, stante il predominio della Volontà sulla Gnosi, implica quelle alterazioni di percezione di cui abbiamo parlato nell'articolo: " Corpo ed anima " e che, costituiscono, di fatto il " Kundabuffer " ( non a caso egli anticipa un termine fondamentale dell'informatica moderna associandolo alla radice della parola: " Kundalini " ) di G.I. Gurdjieff ( per chi fosse interessato a saperne di più, si ricorda che le dottrine essenziali del Maestro si trovano in: " Frammenti di un insegnamento sconosciuto " di P.D. Ouspensky, che andrebbe assolutamente letto prima delle opere scritte da lui stesso, mentre viene dedicata maggiore attenzione al Kundabuffer, attraverso una narrazione mitologica che ha realmente qualcosa di epico e straordinario, in G.I. Gurdjieff, I racconti di Belzebù a suo nipote, Ed. Neri Pozza, ma naturalmente ogni opera di questo autore, o raccolta delle sue lezioni, è caldamente consigliata ).
Il Nome Divino , dunque, designa un rapporto passivo dell'uomo con la Natura.
Ora, adottando un procedimento analogo a quelli della Temura, facciamo un piccolo scambio, liberandoci del Kundabuffer, e quindi accorciando la seconda Yod, così rivelando quello che potrebbe essere il Nome Divino Segreto:
Yod-He-He-Yod
A questo punto, notiamo che il Nome diventa speculare nella fonetica, ma non nella redazione scritta, e questo, per due motivi: 1) l'Ebraico è un linguaggio assolutamente sacro, e conseguentemente non solo non deve essere alterato in alcun modo, ma dovrà anche essere tracciato con il massimo rispetto e la massima considerazione. 2) Le lettere implicano la Volontà Divina, stante che il mondo fu creato con la Parola, di conseguenza, il fatto che il Nome non rimanga speculare nello scritto implica il procedere in ogni caso secondo questa Volontà.
Cos'è accaduto? Intanto che la Gnosi ha preso il predominio sulla Volontà, rendendoci attori attivi sul palcoscenico del mondo, e non, invece, agenti passivi del medesimo, così ristabilendo in noi quegli equilibri armonici ed ordinati che erano stati turbati da Satana con la sua ribellione la quale, lo ricordiamo, si configurava comunque come necessaria. Inoltre, con questo Nome abbiamo la reale conoscenza dell'ordinamento speculare dell'Universo, che si manifesta nell'androgino perfetto attraverso il riconoscimento, e l'attuazione, della Sophiah o Gnosi presente nell'uomo ( e a ciò allude anche Platone nel famoso episodio in cui Socrate riesce a far dimostrare da uno schiavo l'area di un triangolo ), e quindi come attuazione del feminino sacro, che prende il predominio sulla Volontà a carattere maschile.
Il Nome Divino permutato, dunque, designa un rapporto attivo con la Natura.
Non solo, ma questa permutazione spiega anche la leggenda esoterica secondo la quale il Santo Nome, letto al contrario, causa l'Apocalisse: infatti vediamo che la pronunzia al contrario è identica a quella ordinaria; Gesù era un Grande Maestro, e quando disse quelle parole che sono state commentate per secoli: - Molti di voi saranno vivi quando arriverà la Fine dei Tempi. - Non le disse a caso, ma sapendo bene che l'Apocalisse si compie ad ogni istante, che l'Universo costantemente rigenera se stesso, e che ogni nostro atto è sottoposto a giudizio.
Notiamo, infatti, come questo lavoro qabbalistico coincida con quanto trattato nell' articolo: " Ancora sulla Sophiah ", e più in generale su tutto il blog.
Questa permutazione, dunque, è il grande segreto celato non solo nella Bibbia, ma anche nella dottrina pitagorica del Sole e del Fuoco Centrale, nei culti gnostici, nelle religioni vediche, e in generale nelle più importanti opere letterarie ed artistiche di tutti i tempi e tutti i luoghi. Ma allora, se questa conoscenza è così importante, perché fu celata?
Perché rivelare esplicitamente una conoscenza così importante, se non a pochi ( e di lì anche i tre anni di silenzio decisi da Pitagora prima di ammettere alla propria scuola ) prima dei tempi in cui sarebbe stato opportuno manifestarla, sarebbe stato un peccato gravissimo, ossia un vero e proprio tentativo di interferire con la Volontà Divina, che comunque, se conoscibile nella sua essenza, rimane ciònonostante imperscrutabile, stanti la natura, ma anche la realtà sociale, dell'Era dei Pesci. Oggi, invece, all'alba del Nuovo Eone, questa Conoscenza è giusto che diventi disponibile per la crescita spirituale di ogni uomo.
Allora continuiamo con una frase di Gesù Cristo: " Beati coloro che predicano la pace. " Questa tesi viene sviluppata non solo per armonizzare il mondo della scienza con quello della religione, ma anche, più in generale, i mondi delle religioni: smettete di contrastarvi, perché dite tutti le stesse cose, e l'unico vostro fine è esclusivamente il miglioramento dell'uomo, perché si renda degno dell'Universo che gli è stato donato, e di Dio, mentre, per chi procede invece sulla strada del male, vorrei dire: - Ravvediti, perché sarai giudicato, e lo sei tutt'ora. -
In ultimo si ricorda che questi ragionamenti, proprio in quanto tali, possono essere giusti o sbagliati, e che probabilmente sono entrambe le cose nel contempo ( occorre qui rammentare la natura parziale delle conoscenze impartite a Semjaza nel " Libro di Enoch ", nonché quelle ambivalenti della filosofia eraclitea, del Tao, dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, etc. ), io sono un sostenitore del panteismo, e cerco di fondare filosoficamente le mie credenze, ma anche buone ragioni appartengono al sostenitore della trascendenza, piuttosto che dell'immanenza, del teismo piuttosto che dell'ateismo, etc. Occorre però ricordare che proprio nella natura parziale della ragione si trova la sorgente di ogni conflitto, e si tende a dimenticare che fine di ogni religione, di ogni credenza, di ogni attività speculativa o pratica dovrebbe essere innanzitutto il miglioramento spirituale dell'uomo. Chi scrive, ricorda che non si sente di titolarsi alla schiera di quelli che si credono giusti, ma piuttosto a quella di coloro che si sentono peccatori, o almeno, fa quello che può per ricordarsi di sé stesso come tale, e magari non sempre ci riesce.

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