giovedì 13 novembre 2008

A Olivia

- Dedicata a tutti gli studenti dei Licei, ma in particolare del Classico, di ieri, di oggi, di domani, e di sempre. -

Olivia, rimembri ancora
Quando i denti ti facevan male,
Ed il tartaro oscurava
I tuoi incisivi neri e fuggitivi,
E tu, incerta e pensosa, sulla sedia
Del dentista salivi?

Sonavan le sale
D'attesa, e le vie d'intorno
Alle tue perpetue urla,
Allor ch'all'opre del dentista attenta,
Sedevi, assai tormenta
Di quel trapano vago che in bocca avevi?
Era un paese curioso: e tu solevi
Mandare proprio a quello il tuo dentista.

I miei passatempi da perdigiorno
Talor lasciando e le carte da gioco,
Ove tutto il mio tempo
E di me si spendea la peggior parte,
D'in su i veroni della bettola vicina,
Porgea gli orecchi al suon delle tue urla,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa arcata.
Mirava il ciel gioioso,
E quinci il mar da lungi, e quinci il monte.
Lingua mortal non dice
La mia soddisfazione.

Che me l'hai sempre menata
Con la tromba ed il trombone, Olivia mia!
Quale allor mi apparìa
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di quel tal casino
Un affetto mi preme
Lieve e soddisfatto,
E tornami a gioir di tua ventura.
O natura, o natura
Perché solo or le rendi
Quanto mi diede allora? Perché di tanto
Fai aspettare i figli tuoi?

Tu pria che il dente le cadesse infermo
Da chiuso morbo combattuto e vinto
La carie tenerella le mostravi,
Annerire sopra tutti i denti in fiore,
E le molcea nel cuore,
Il dolce masticato o il nero specchio
In cui vedeva i denti andare a male;
E neanche le compagne ai dì festivi
Con lei masticavano d'amore.

Anche perìa tra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Breve pausa fu data al tuo trombone.
Ah come passato sei,
Caro compagno dell'età mia nuova,
Mio lacrimato dente cariato!
Questo è il mondo?
Questi i trapani e strumenti
Onde cotanto ragionai da solo?
All'apparir del vero, tu misero, cadesti,
E con la mano,
Perdite al gioco ed una fredda tromba
Mostravi di lontano.

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