sabato 1 novembre 2008

La storia di un giullare

Rieccomi qui; ieri giornata libera dal lavoro, così ho redatto " La storia di Francia " e " Per i genitori ", impegno che mi ha occupato dalle 11.00 del mattino fino alle 15.00 del pomeriggio, poi mi sono riposato un po' ( il che è un ottimo eufemismo per dire che non ricordo cosa ho esattamente combinato ), e, nel pomeriggio sono uscito a passeggiare.
Ero presso via Garibaldi, quando sono stato sorpreso da uno straordinario acquazzone, che, fortunatamente, ha preferito annunciarsi con qualche goccia di pioggia, così, sono tornato rapidamente in piazza Statuto, e, rendendo il tempo la passeggiata improponibile, mi sono rifugiato a mangiare qualche cosa presso il McDonald's ( che, essendo effettivamente una corporazione che ha bisogno di soldi, dovevo necessariamente lasciarle qualche soldino anche io, e con questo, viva gli anacoluti ! )
In seguito, ho continuato la mia passeggiata passando da via Cernaia, che è un luogo che mi piace molto, ma che, purtroppo, non visito più molto spesso.
In seguito, sedutomi a riflettere su una panchina in piazza Castello, ho fatto due chiacchiere con un passerotto, e da questa esperienza è nata, appunto, " Scusa passerotto ".
Tornato a casa, ho voluto cimentarmi con il verso libero, e così sono nate: " Senza rime tranne una ", " I dischi in vinile ", e, qualche ora fa, " Un mattino ". La mia decisione di tornare al verso rimato ha poi dato origine a " Mi piace il verso libero ", scritta ancora quest'oggi.
Lasciato il computer, mi sono recato a teatro ( che per me significa mettermi comodo, spegnere le luci, lasciar scivolare il dischetto dentro il lettore DVD, e godermi lo spettacolo ), a vedere il " Rigoletto ", musiche di Giuseppe Verdi, e sono tra le più belle che io conosca, libretto di Francesco Maria Piave, interpreti vari, tratto dall'opera per il teatro di Victor Hugo: " Le roi s'amuse ".
L'opera tratta di Rigoletto, un povero gobbo, costretto dal destino a fare il buffone alla corte del duca di Mantova, grande amatore che ebbe tra le sue vittime anche la figlia del nobile Monterone, il quale, presentatosi a chiedere conto, verrà puntualmente schernito dal giullare, che Monterone maledirà assieme al duca. Rigoletto, dunque schernisce i cortigiani, ma questi, a causa dei suoi motteggi, lo odiano; una donna lo ha amato per compassione, è morta, ma gli ha lasciato una figlia, della quale il duca s'invaghisce. Approfittando del rapimento di essa compiuto dai cortigiani a scopo di scherno, il nobile disonora la figlia del giullare, Gilda, che aveva già corteggiato da qualche tempo.
Rigoletto, una volta venuto a conoscenza del misfatto, ingaggia un criminale per vendicarsi ponendo fine alla vita del duca, ma egli rimane vivo, perché Gilda si offre come vittima al suo posto.
La chiave dell'opera, a mio avviso, sono le parole di Monterone:

- Ah! Siate entrambi voi maledetti,
E vile, o duca, e tu, serpente,
Tu che d'un padre ridi al dolore,
Sii maledetto !

In realtà, il duca non risentirà della maledizione, il povero giullare gobbo sì, perdendo la figlia, il che lascia spazio a parecchie considerazioni...

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