" L'uomo ermetico del Rinascimento può credere di possedere poteri divini; può costituirsi una memoria magica con cui catturare il mondo, riflettendo il macrocosmo nel microcosmo della sua mens divina. La magia della celeste proporzione fluisce dal mondo della sua memoria nelle magiche parole della sua oratoria e della sua poesia, nelle proporzioni perfette delle arti figurative e dell'architettura. "
La citazione di cui sopra, e quelle che seguiranno, sono tratte da Frances A. Yates, L'arte della memoria, ed. Einaudi, traduzione di Albano Biondi. In questo libro, l'autrice ci trasporta in un itinerario strepitoso che, partendo dall'antica Grecia e da Simonide, arriva fino a Leibniz, svelandoci gli arcani della mnemotecnica, ed i suoi significati spirituali.
Per quanto riguarda l'antichità, essa era semplicemente un modo per stupire, da parte di oratori, etc., gli astanti, e per catturarne l'attenzione ( e si sa quanto fosse importante nell'Evo Antico una corretta gestione della retorica per gli esponenti delle classi più alte ), non poco, sicuramente, ma la mnemotecnica non possedeva ancora i significati spirituali di cui, successivamente, si sarebbe intessuta.
E infatti, durante il periodo della Scolastica, l'arte della memoria, ancora basata sui testi antichi ( in primis Cicerone e l'Ad Herennium, a lui erroneamente attribuito ), svolge una funzione di peculiare importanza, aiutando, prevalentemente attraverso immagini di fantasia, esattamente come nell'antichità, purché abbiano un rapporto con l'oggetto, a ricordare le Sette Virtù Teologali, i Sette Peccati Capitali, e, in generale, tutti i percorsi che siano fomite della salvezza o della perdizione dell'anima.
Ma è con il Rinascimento che le cose cominciano a farsi davvero interessanti, attraverso le opere da un lato di Raimondo Lullo ( lontanissimo dalla concezione immaginifica della mnemotecnica, egli costruisce una sorta di ruote di lettere, basata sui Nomi Divini, attraverso le quali richiamare alla mente le cose da ricordare ), e dall'altro di Giordano Bruno, che porterà la mnemotecnica per immagini al più alto livello raggiungibile.
E, a proposito di Lullo, mi pare il caso di porre qui una disgressione: nonostante egli sia stato per lungo tempo ricordato come cabalista e praticante di alchimia ( in seguito alla falsa attribuzione a lui di alcune opere su queste tematiche ), rimase sempre molto lontano da questo campo di studi, esoterismo che invece fu coltivato dallo stesso Giordano Bruno, ma in particolare per quanto riguarda trattati ermetici come il Corpus Hermeticum, l'Asclepius, etc.
Io credo che conquiste sociali importantissime siano state fatte quando il lullismo incontrò l'esoterismo della Cabbalah: mi spiego meglio, provate a immaginare una girandola di parole legate alla lettera iniziale, e quindi fermate queste girandole su una pagina scritta, e ordinatele secondo l'ordine dei Sentieri dell'Albero della Vita; cosa vi viene in mente? A me il dizionario, l'enciclopedia, etc.
Tuttavia, quando l'enciclopedia nasce ci stiamo avvicinando alla fine del 1700, e siamo molto, molto lontani dall'epoca rinascimentale, che pure era maggiormente nutrita di questi concetti, come mai un passo così importante non è stato fatto prima?
Perché si compia una riuscita, occorre che ci siano i mezzi per essa, la quale è sempre risultante da un incontro tra due fattori, come secondo la classica dialettica hegeliana, ma cosa accade se ci sono i presupposti intellettuali per riuscire, ma non ci sono i mezzi? In quel caso, con ogni probabilità ( e qui mi riferisco prettamente alle controversie ideali ), non nascerà una sintesi, ma un conflitto, così come accadde tra studi esoterici, ad es., e lullismo, all'epoca in cui il libro era ancora molto costoso, il concetto di repubblica così come si attualizzerà in Francia era ancora lontano dalla mente di tutti, ma in particolare da quella degli intellettuali, etc., che non riuscirono a trovare una conciliazione.
Questa, io credo, è la causa di una quantità mastodontica di ritardi sul piano dello sviluppo storico: vedo i flussi che devono accordarsi perché si compia una riuscita calcolabili in molti fattori, di cui delineerò alcuni: mezzi sufficienti ( in questo caso una stampa accessibile ), tecnologie diffuse ( tipografie, etc. ), richiesta sociale, velocità delle comunicazioni, e così via.
Inoltre, l'enciclopedia porta alla prima forma di distacco della cultura dalla persona: la conoscenza non ha più bisogno di essere memorizzata, è esterna ( e in ciò si può ricordare il dialogo platonico legato a Thoth e alla scrittura, un processo che inizia molto tempo fa, e che giunge oggi, forse, al suo apice, con Internet ); il che da un lato è un bene, perché permette un più facile accesso al mondo dell'istruzione da parte di chiunque, ma dall'altro, se non sapientemente gestito, può diventare un male, perché indebolisce la funzione sociale della cultura, che, non essendo più veicolo di stima, è sempre pronta a venir soppiantata da altri prodotti di dubbia qualità ( e che si sia avuta, nel corso del tempo, una vieppiù accentuata decadenza dell'eleganza e dello stile mi par cosa nota, penso di poter dire, infatti, che il famoso apologo di Platone volesse significare, in ultima analisi, proprio questo ); è consequenziale, quindi, che l'unica soluzione sarebbe diffondere cultura e conoscenza attraverso tutti i sistemi massmediatici, in modo da parificare la discrepanza tra conoscenza interiore ed esteriore, e permettere uno sviluppo omogeneo sotto ogni punto di vista delle classi sociali ( cosa che purtroppo oggi come oggi ci si guarda bene dal fare ), assieme a, naturalmente, una corretta gestione dell'informazione, e magari a intrattenimento, che pur ci vuole , ma che sia auspicabilmente di qualità almeno un po' più alta di quanto siamo abituati a vedere, e decisamente meno clichettistico; insomma, il rapporto, non solo quantitativo, tra interiorizzazione ed esteriorizzazione dell'istruzione deve essere direttamente proporzionale, per una società sana.
Ma, divagazioni a parte, torniamo alla Yates:
" Da potere inferiore [ la mnemotecnica, NdB ], che può essere utilizzato nella memoria come una concessione alla debolezza dell'uomo, che ricorre a simboli corporei, perchè solo così può memorizzare le sue " intenzioni " spirituali verso il mondo intelligibile, essa è diventata il potere più alto dell'uomo, per mezzo del quale gli è possibile afferrare il mondo intelligibile, di là delle apparenze, impadronendosi di immagini significative. "
(...)
" Poiché è un unico e uguale potere psichico che agisce sulle cose infime e su quelle elevate e che ha prodotto tutti i grandi capi religiosi dai poteri miracolosi.
E Giordano Bruno presenta se stesso come uno di questi capi, offrendo una religione, o un'esperienza ermetica, o un culto misterico interiore mediante quattro guide, che comprendono; amore, da cui le anime sono innalzate al divino da divino furore; arte, per cui ci si congiunge all'anima del mondo; mathesis, che è uso magico delle figure geometriche; magia, intesa come magia religiosa. Seguendo queste guide possiamo cominciare a scorgere i quattro oggetti, il primo dei quali è luce. "
E qui vediamo come la mnemotecnica sia cambiata ancora, allontanandosi dalla filosofia scolastica per assumere, grazie a Giordano Bruno, un significato nuovo, un significato ermetico legato, in ultima analisi, alla filantropia ( e non è un caso che il Bruno dicesse al processo che l'unica regola che veramente serviva nella vita era il " non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te ", regola infatti d'oro di tutte le religioni ), e ad un'amore per il prossimo che in questi tempi di Medio Evo tecnologico sempre più si sta perdendo, ma sicuramente, perché l'uomo riesca ad amare il suo prossimo, dovrà stare bene con sé stesso, dovrà sentirsi sicuro nell'affrontare le prove della vita, come potrà tendere la mano a chi è sul precipizio chi a sua volta è in bilico ed instabile? ( Il cieco guiderà lo zoppo? ) Ma andiamo avanti con la Yates:
" La religione di amore e magia è basata sulla potenza dell'immaginazione e su un'arte dell'immaginario, per il cui tramite il mago cerca di catturare e tenere entro di sé l'universo in tutte le sue forme sempre cangianti, attraverso immagini che passano l'una nell'altra in intricati ordini associativi, riflettendo i movimenti sempre variabili dei cieli, cariche di sensi emotivi, unificando o sempre tendendo a unificare, a riflettere la grande monade del mondo nella sua immagine, la mente dell'uomo. "
Dice Gesù: - Ama il tuo Dio con tutte le tue forze, ed ama il tuo prossimo come te stesso.
Ma attenzione, amare Dio con tutte le proprie forze non è forse cercare di accoglierlo? Tentare con tutta la volontà di accoglierlo? A quel punto io amerò Dio in me, amando me stesso in grande misura, ma sarà per vedere Dio nel mio prossimo, e quindi amare lui, e me stesso, allo stesso modo, come scintille divine della stessa essenza incarnate.
Ed ecco che il gioco di specchi si rivela, ecco l'importanza della mnemotecnica rinascimentale ed il fascino di un'ermetismo dimenticato, che porta a orizzonti di sole e luce per il futuro della società umana, a qualunque religione si appartenga!
Ma andiamo avanti:
" C'era, nella mente di Leibniz, il progetto per un'enciclopedia, che doveva unificare tutte le arti e le scienze conosciute dall'uomo. "
Il progetto non venne realizzato, i tempi non erano ancora maturi.
In ultimo, un interrogativo, un po' ozioso, ma affascinante:
" C'è attorno a Leibniz [ per inciso, il percorso passa anche da Cartesio, NdB ] un'aura " rosacrociana ", un sospetto, spesso vagamente suscitato e lasciato cadere, senza esame o discussione dei molti passi delle opere di Leibniz, in cui egli menziona " Christian Rosenkreuz ", o Valentin Andreae, o si richiama, direttamente o indirettamente, ai manifesti dei Rosacroce. E' impossibile approfondire il problema qui: tuttavia è ipotesi possibile che le curiose connessioni fra Bruno e Leibniz - che senza dubbio esistono - possano essere spiegate con la mediazione di una società ermetica, fondata da Bruno in Germania e sviluppatasi in seguito come movimento dei Rosacroce ".
Giordano Bruno è Cristiano Rosacroce? L'ipotesi è interessante, ma gli scritti che possiedo al riguardo di questo leggendario personaggio suggeriscono che abbia appreso le sue conoscenze, in particolare in fatto di taumaturgia, che il Bruno non esercitava, presso paesi Arabi che, a quanto mi risulta, Giordano Bruno non ha mai visitato, eppure....l'ipotesi mi pare suggestiva; in ogni caso, ai lettori l'ardua sentenza, ma leggete questo libro, è affascinante e rivela intuizioni molto difficili da trovare sui correnti manuali di filosofia.
mercoledì 5 novembre 2008
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