mercoledì 5 novembre 2008

Semplicità del misticismo

Ho suonato al pianoforte brani di Mozart e di Bach, ho recitato opere di Shakespeare e di Milton, ho contemplato dipinti di Leonardo e di Van Gogh, ho sentito propagare le proprie melodie, attraverso celestiali accordi, le orchestre sinfoniche di tutto il mondo, ho saputo delle Piramidi, e delle meraviglie architettoniche che antiche età ci hanno lasciato, ho scoperto spiragli aperti su un'infinità di conoscenze lontane da questo mondo. Ho assistito, seduto il mio scranno presso i rostri, alle orazioni che decisero la condanna, sia pure fittizia, del terribile Gaio Verre, ed ho seguito le legioni romane muoversi in tutto il mondo, senza sosta alla loro incontenibile espansione, e ho visto l'Impero espandersi, contrarsi, autodistruggersi. Ho avuto modo di frequentare le accademie dei filosofi, e di comprendere quanto lontani nel tempo, ma vicini nell'essenza, e all'Essenza, fossero Platone, Kant, e Schopenhauer. Ho viaggiato su continenti meravigliosi e terre dimenticate, costeggiando abissi e rasentando monti scoscesi, e di mole altre cose ancora vi potrei parlare, ma nessuna di esse mi donò mai il tiepido tepore che emana da una candela accesa.

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