L'onniscienza divina è la completa contrazione dei contrari, è l'androgino perfetto, è il Verbo fatto carne, e la manifestazione del mondo. Questa scienza è universale perché universale è la natura e il prodotto di essa: è l'intero universo, e il suo significato. Soprattutto è la comprensione che perchè ci sia un più, è necessario che esista un meno, perché ci sia un bene, è inevitabile che ci sia un male, perché esista un positivo, è doveroso che esista un negativo, perché l'uno crea l'altro secondo reciproca integrazione, così come l'unione tra maschio e femmina crea il figlio, maschio o femmina a propria volta. Questa comprensione perde di intensità man mano che ci si allontana da Dio, perché, diversamente, sarebbe di tale potenza da distruggere il ricevitore: di lì, l'errore di Lucifero, il più vicino a Lui inizialmente, e quindi il meno capace di comprenderlo, investito da tale Magneficenza, così come il recipiente spezzato dalla Gloria del ricevuto: il segreto dei vasi infranti della Qabbalah, i cui frammenti vanno a formare le Qlipoth. La storia di Lucifero è una storia di dolore, ma di dolore necessario e coessenziale alla natura stessa del mondo.
Lo stesso per l'onnipotenza divina, manifestantesi secondo le stesse modalità, e gli stessi princìpi del " come in alto così in basso ", nelle Leggi universali delle corrispondenze, ma costituenti di fatto il corpo di Dio, o la struttura universale esattamente specificata nell'Albero della Vita, e l'immortalità divina, che, in ultimo, pare corrispondere alla costante autorigenerazione ed automnemoazione dell'universo tutto, e delle sue leggi, ed alla sua totale ed onnicomprensiva esseità.
Possiamo dunque dire che l'onniscienza divina e l'onnipotenza divina si attuano naturalmente nell'immortalità divina, e ciò corrisponde alla realtà universale, secondo le modalità strutturali e di reale svolgimento della stessa, ed al più assoluto panteismo. Il che non è molto lontano dal dire che, sui generis, l'universo è un fenomeno statico, mentre ciò che scorre è l'apparenza che lo riveste, così come un Immortale che, pur amando cambiarsi d'abito, rimane, nella sua natura propria ed essenziale, sempre lo stesso.
martedì 11 novembre 2008
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