martedì 11 novembre 2008

Un pomeriggio con Lord Byron

Se devo scegliere tra passare un pomeriggio lavorando, oppure seduto tra i fiori ed i magnifici palazzi di Piazza Castello con un libro tra le mani, è chiaro che, se appena appena stia nelle mie possibilità, scelgo la seconda ipotesi.
Così ho deciso di approfondire la mia conoscenza di Lord Byron, del quale, attualmente, ho letto soltanto il magnifico " Cain: a mistery ", ed ho deciso di acquistare un volume che, possibilmente, raccogliesse il maggior numero di opere del poeta, magari con testo originale a fronte.
E' stato così che ho fatto una vera e propria scoperta da obitorio, ovverosia che i nostri critici considerano i classici come morti e sepolti ( il che pare rispondere, in ogni caso, all'opinione comune ), oppure, quantomeno, come oggetto di autopsia: non si spiegherebbero diversamente, infatti, quei quattro o cinque volumi di poesie raccolte alla rinfusa, atti teatrali singoli raccolti in volumetto, senza che se ne vedesse il seguito, o quant'altro. Il peggio l'ho riscontrato negli Oscar Mondadori ( casa che comunque ammiro molto per la qualità dell'edizione de " I capolavori " di Gibran Kahlil Gibran forse motivata dalle forti connotazioni teosofiche di questo autore ), dove si è lavorato di bisturi, forbici e coltello ( ma vedremo tra poco che l'uomo conosce modi ben peggiori per lavorare di lama ) per giustificare l'opinione del curatore a proposito dell' " eroe byroniano ". Insomma, attualmente è facile che il curatore prenda il predominio sul classico, e non viceversa, come dovrebbe essere! E così opere teatrali di cui alcuni atti erano presenti, ed altri no, e via dicendo in questo senso, un vero e proprio scempio, almeno a mio avviso. Ma santo Cielo, io voglio leggere le opere complete dell'autore, o siano pure scelte, ma quanto si trova all'interno del volume, che non venga manipolato! Non certo la giustificazione di delle tesi, magari di laurea, che in ogni caso possono trovare spazio nell'introduzione. D'altronde, che anche opere cinematografiche siano costantemente interrotte dagli spot pubblicitari, io lo trovo un abuso ( ed è pur vero che queste in televisione sono, non a caso, sempre maggiormente sostituite dagli " spettacoli " ), e mi domando quando troveremo, tra una pagina e l'altra, delle belle fotografie in cartonato che ci presenteranno detersivi che fanno il bianco più bianco oppure l'ultimo modello di telefonino cellulare.
Comunque, al fianco di quell'accozzaglia di volumi sparsi, ho trovato una bella edizione rilegata dell'opera omnia del Carducci, a soli 9,90 euro: mi pare evidente da questo fatto come, nonostante la sua imperterrita presenza sui libri scolastici, questo autore non se lo fili proprio più nessuno.
D'altronde, sappiamo bene come noi Italiani disprezziamo e detestiamo la nostra letteratura ( per non parlare di come se ne parla in televisione, quando se ne parla ), e quindi non potremmo certo usare un trattamento di favore quando si tratta dei classici degli altri; che poi, stando così le cose, gli altri popoli disprezzino sentirci parlare la loro lingua, e si facciano in quattro per usare la nostra, sia per una forma di cortesia, ma anche per non sentirci biascicare la loro, dovrebbe essere da tutto ciò reso ampiamente comprensibile.
In ogni caso, colto dalla più totale esasperazione, sono andato a parare in libreria internazionale, dove ho acquistato, spendendo, tra l'altro, dieci euro in più del previsto, la bella edizione dei " Collected poems ", nella edizione Penguin classic, e sono andato a sedermi su una panchina, per cominciare a leggerla.
Questa è un'edizione come piacciono a me, poche chiacchiere in introduzione, ma un breve resoconto della vita e del carattere della persona, con particolare rilievo sui ritratti ( a proposito, avete mai notato come quanto più un paese è clientelare, tanto più sono lunghe le introduzioni, tanto che a volte, esse prendono decisamente la preminenza sul testo che si sarebbe voluto leggere? Rincarando, tra l'altro, di non poco anche il prezzo), e poi via, si parte con la lettura dell'Autore ( e in questo caso la maiuscola è d'obbligo a dir poco ), cosicché uno possa lavorare di cervello, e farsi un'idea personale di quanto trova scritto.
In ogni caso, durante la lettura, rallegrata da tre vecchie comari che parlavano ad altissima voce, masticando biscotti, un gentile passerotto è venuto a trovarmi, ma questo evento, di solito fomite di grande gioia e piacere, è stato in questo caso motivo di sofferenza e di offesa, infatti, qualcuno doveva aver studiato stratagemmi ed essersi accanito per riuscire a tagliargli le ali con precisione chirurgica, e la povera bestia, con ogni probabilità dimentica di poter continuare a volare, continuava a saltellare disperatamente, senza riuscire a prendere il volo: il che dovrebbe dimostrare cosa riesca a fare l'uomo quando decida di sistemarsi sul trono di Zeus, e di punire severamente chi porta all'uomo il fuoco della grazia e della dolcezza. Povero Prometeo! Abituato a volare nei Campi Elisi del cielo, ed ora incatenato allo sporco e ruvido suolo da una mano infame, ma nessun Ercole, ché queste cose accadono solo nelle mitologie e nelle fiabe, verrà a liberarti se non la morte, che si vorrebbe pietosa, ma che sarà invece dolorosa e miserabile come ogni altra, e forse peggio.

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