venerdì 7 novembre 2008

Diario dal Ritiro Magico:11/09/08

" For pure will, unassuaged of purpose, delivered from the lust of result, is every way perfect. "
[ Aiwazz/Crowley, Liber AL vel Legis, I, 44]

" Dovreste conoscere la situazione di quei musicisti diplomatisi al conservatorio, esperti di Jazz, che suonano nelle bettole, con i tasti del pianoforte che si incastrano nella tastiera. "
Un maestro di musica.

Ore 8.25-8.45
Colazione a base di cappuccino caldo e brioches.
Orazione a Ra dal Liber Resh.

Ore 8.45-11.00
Al lavoro!
Omnia vincit amor: L'amore vince tutto. Era questo su cui riflettevo, mentre mi occupavo delle solite mansioni, quotidiane, ripetitive, comuni, del lavoro (ma del mio rapporto con il lavoro ho già parlato nel mio Tema Natale, non è il caso, qui, di discuterne oltre, solo, dirò che sui posti di lavoro ci sono molte pause, laddove è possibile sprecare tempo in chiacchiere, è possibile perdere tempo sfogliando un giornale, in alcuni casi si può addirittura guardare la televisione, ma è impossibile e addirittura vergognoso portare con sé un libro ). Questo istinto tanto più demoniaco, quanto più nasconde l'inganno sotto la maschera di un piacere momentaneo, che trova il suo trionfo nell'estasi della comunione dei sudori e dell'avvicentamento dei corpi, e delle loro secrezioni più nascoste, e nel mostrare apertamente quanto, nel corso della vita quotidiana, la stessa decenza consiglia di nascondere, e che ha come unico fine quello di intrappolare in cedevole e grezza materia quella che era un'anima libera di volare e di librarsi sull'Universo, in cambio di un piacere temporaneo e che, per quanto intenso, lascia al suo posto un senso di nausea e di disperazione; questo, senza considerare che la gran parte della gente urta il senso estetico altrui semplicemente con il proprio aspetto, in questo, però, maestre veramente consapevoli sono le donne ( e perciò più sono belle più si sentono brutte, più sono affascinanti e più non si sanno accettare ), le quali, pur di far cadere gli uomini nella trappola della riproduzione ( la quale, per quanto possano militarizzarsi, emanciparsi o, in generale, per dire le cose come stanno, mascolinizzarsi, resterà sempre lo scopo primario delle loro esistenze, e, nel contempo, il dramma dal quale vorrebbero realmente liberarsi, o appunto, emanciparsi, diversamente infatti non si spiegherebbe la corsa nel raggiungimento e nell'imitazione dell'altro sesso, che hanno portato avanti a rotta di collo non appena hanno ottenuto una certa libertà, e che è stata, di fatto, l'unica reale scaturigine di essa, invece che scegliere e costruirsi strade veramente autentiche e personali, ma, si sa, l'inconscio, che poi è la Volontà, è straordinariamente abile nel deviare i complessi in altre direzioni, in modo che non possano più essere riconosciuti dalla mente conscia, non solo, dunque, al livello della persona singola, ma anche a livello sociale, di lì, infatti, le famiglie hanno cominciato a diventare via via meno numerose ), si sono fatte vere e proprie incarnazioni del sofisma cosmetico e del vestiario, ma prima di procedere oltre, citiamo anche l'opinione dolcissima di Schopenhauer, evidentemente interessato al feminino sacro:

" La partecipazione della donna alla generazione è, in un certo senso, più innocente di quella dell'uomo; in quanto, cioè, quest'ultimo fornisce a colui che dev'essere generato la volontà, che è la prima colpa e perciò la fonte di ogni male e afflizione; la donna, invece, gli fornisce la conoscenza, che apre la via alla redenzione. L'atto della generazione [ è il nodo del mondo, in quanto ] dice: " la volontà di vivere si è affermata di nuovo ". In questo senso un ritornello brahmanico si lamenta: " ahimé, ahimé! Il linga è nella yoni. " - Il concepimento e la gravidanza, invece, dicono: " alla volontà è stata data di nuovo la luce della conoscenza. "- con la quale potrà ritrovare la sua via; dunque, si è di nuovo aperta la possibilità della redenzione.
Dui qui si spiega il notevole fenomeno per cui, mentre ogni donna, se sorpresa nell'atto della generazione, vorrebbe morire dalla vergogna, invece porta in giro la sua gravidanza senza traccia di vergogna, anzi con una specie di orgoglio; mentre infatti in tutti gli altri casi un segno inequivocabile è inteso come equivalente della cosa significata, e perciò ogni altro segno del coito consumato fa vergognare al massimo la donna, solo la gravidanza no. Ciò è da spiegarsi in base al fatto che, secondo quanto si è detto, la gravidanza porta in certo senso con sé, o almeno crea la prospettiva della cancellazione della colpa contratta dal coito. Per questo, il coito porta l'onta e la vergogna della cosa, invece la gravidanza, che gli è così affine, rimane pura e innocente, anzi diventa in un certo senso onorevole.
Il coito è principalmente affare dell'uomo, la gravidanza invece soltanto della donna. Il bambino riceve dal padre la volontà, il carattere; dalla madre, l'intelletto. Quest'ultimo è il principio liberatore; la volontà, invece, il principio che lega. Il sintomo della costante esistenza nel tempo della volontà di vivere, nonostante ogni accresciuta illuminazione da parte dell'intelletto, è il coito: il sintomo della luce della conoscenza, che di nuovo è stata associata a questa volontà e mantiene aperta la possibilità della redenzione e invero nel più alto grado di chiarezza, è la rinnovata umanazione della volontà di vivere. Il segno di questa è la gravidanza, che perciò se ne va in giro libera e franca, anzi orgogliosa; mentre il coito si nasconde come un delinquente. "
Arthur Schopenhauer
Parerga e paralipomena
Trad. di Mazzino Montinari
Ed. Adelphi

Per quanto riguarda me, invece, tento di attenuare lo spiacevole impatto della mia figura lasciandomi crescere la barba, ma forse, facendo così, peggioro soltanto la situazione, mentre, sebbene mi compiaccia anche io della sessualità, come tutti, o quasi, preferisco però che sia sicura in tutti i sensi, e quindi anche non riproduttiva: se infatti non c'è concepimento, non c'è bisogno di redenzione, e se non c'è bisogno di redenzione, non c'è bisogno di sofferenza, e se non c'è bisogno di sofferenza, non c'è bisogno neanche della conoscenza per affrontarla e capirne le motivazioni. Che senso ha poi, continuare la rappresentazione in un teatro in cui gli attori, modificati un po' alla volta i customi e l'aspetto, sono basicalmente sempre gli stessi, e recitano un copione ripetitivo, consumato dall'usura e dai millenni?
E poi, chi nascerà in questo mondo, si ritroverà, se vorrà studiare e farsi una posizione, ben presto a capire che la sua erudizione gli servirà a poco, e che sarà più opportuno coltivare la dote del baciapile, per tacer d'altro, supponendo che, risalendo nella scala sociale, avrà sempre meno fastidi, ed accorgendosi poi che si sbagliava, perché, in generale, ci sarà sempre qualcuno sopra di lui al quale dovrà inginocchiarsi e sottomettersi, che sia fisicamente o solo virtualmente, con la magra consolazione che, in realtà, non si sta abbassando di fronte a una persona, ma a una carica, e cioè alla società stessa, che, di fatto, l'ha fregato, e che quella persona, in quel momento, rappresenta; e se invece dovesse nutrire un vero interesse per le materie di studio, allora si accorgerà facilmente di quanto poco, in qualunque settore, la società possa offrirgli, e deciderà, magari, di isolarsi da essa, per finire in un contrasto con la stessa che durerà tutta la vita, una titanica battaglia tra lui e il resto dell'umanità, che non brama d'altro che di sottomettere le sue parti migliori, per sistemarle una volta per tutte in ceppi, così come essa stessa è incatenata, alle rupi del Caucaso.
E qualora invece decidesse che studiare non gli piace, di accontentarsi di una posizione sociale semplice, ma dignitosa, e di dedicare le sue energie al lavoro, allora scoprirà molto facilmente, se gli sarà dato di salvarsi la vita, perché, oggi come oggi, neppure questa è un'attività sicura, che dovrà o dedicare un tempo doppio rispetto agli altri alle fatiche, non per arricchirsi, certo, che questo non gli è dato, ma per conquistarsi un tenore di vita che sia quanto meno adatto alle sue esigenze, ed eventualmente alla costruzione di una famiglia, e lasciando in eredità, naturalmente, le sue stesse problematiche ai figli, oppure il tempo che tutti vi dedicano, in ogni caso logorandosi il corpo, e soprattutto la mente, in occupazioni che, tutt'al più e se gli andrà bene, gli permetteranno di sopravvivere, di arrivare a casa stanco e incapace di pensare, o di leggere, o di ascoltare musica, od in ogni caso di esercitare una qualunque attività che sia spiritualmente proficua, e magari con il dispiacere di non riuscire a comperare un giocattolo a suo figlio.
Sia piuttosto per me motivo d'orgoglio quanto per altri è lesione dell'onore.
Questo è il prezzo e il sacrificio, frutto di un atto di violenza necessariamente perchè violenza è imporre la propria volontà sugli altri, ed il nascituro, se venisse a sapere che cosa lo aspetta, sicuramente declinerebbe l'offerta, di quella maledizione che vince ogni cosa. D'altronde, specialista in maledizioni è il Diavolo, e, lo sappiamo tutti, questi è una creatura androgina.
Eppure, le tematiche della noia e della sofferenza, così presenti in Charles Baudelaire, in Giacomo Leopardi od in Arthur Schopenhauer, quasi non compaiono nelle tematiche precedenti alla nostra epoca, modernista, orrendamente meccanica e industriale; nel Rinascimento, ad es. l'enfasi era posta sulla letizia che si poteva riuscire a strappare all'esistenza, la morte era vista come la dolorosa interruzione di una festa che durava per tutta la vita, i colori dei dipinti e degli affreschi erano sgargianti e soprattutto vivaci, ed ovunque si alzavano monumenti che celebravano un forse irripetibile attimo di fioritura dello Spirito, mentre si diffondeva un nuovo interesse per la Magia e per le fiabe. L'epoca che ci ha fatto dono dei Borgia ( esaltati da Nietzsche, da Machiavelli, e in una quantità di dipinti e di sculture in cui dimostrano, resi immortali a beneficio dei posteri, la loro solennità aristocratica e la monumentalità del loro assoluto potere ), insomma, fu davvero un momento in cui trionfarono i migliori e più sinceri istinti dell'Uomo. Ma tutto questo è perduto, forse per sempre, e rimane soltanto la consolazione che esso sia potuto appartenere all'Italia.
Il bilancio al bar è di un latte macchiato e due cannoli.

Ore 12.00-13.45
Finalmente ho terminato lo studio di Scott Joplin, The easy winners, a rag time two steps, in Edizioni Musicali Itras; ma prima di continuare: che cos'è il ragtime? Si tratta di uno degli innumerevoli generi musicali, come il Blues o, successivamente, il Jazz ( sia detto per inciso che quest'ultimo genere non mi piace proprio ), nato dai canti dei neri, strappati ed esiliati dalle loro terre, e che tanta influenza avrebbero avuto sullo sviluppo della musica leggera in particolare americana. In questo caso, si tratta di un genere esclusivamente pianistico laddove l'accompagnamento è uniforme, secondo un metro classico, mentre la melodia, naturalmente affidata alla mano destra, è sincopata ( e ciò diede origine al nome del genere musicale: ragtime, che significa, appunto, " tempo stracciato " ). Non molto è stato degno di rimanere nella storia, ma in questo occorre distinguere l'opera di Scott Joplin, che dedicò la sua intera vita a portare il ragtime alla dignità di musica colta. Non ci riuscì, a mio avviso, perchè il rag è troppo ripetitivo, troppo monotono, per certi aspetti troppo superficiale, ed una volta che lo si sia ascoltato a lungo non lo si riprende poi più per molti anni. Tuttavia, è piacevole e merita di essere ascoltato: se ricordate la colonna sonora del film " La stangata ", con Paul Newman e Robert Redford, ecco, quella è " The Entertainer ", proprio di Scott Joplin, ed è un perfetto esempio di rag.
Quindi sono passato a Mozart, Sonata per pianoforte K.V. 333, in Edizioni Musicali Konemann Music Budapest, un brano malinconico, che però riesce a diventare anche giocoso, su alcune battute, ecco, secondo me il Genio di Mozart consisteva proprio in questo: anche nei momenti più difficili, anche negli attimi più disperati, poteva essere capace di abbandonare tutto, e di mettersi a giocare. Avevo già studiato questo brano a suo tempo, perchè ho sempre avuto un'affinità naturale per la musica del Grande di Salisburgo, così oggi ne ho già recuperate quattro pagine, tanta è la potenza della mente inconscia, che, una volta che vi si sia sigillato uno spartito musicale, lo afferra e non lo abbandona più; certo, con qualche errorino qui e là, e, in un paio di passaggi, un dolore particolare, quasi confinante con un senso di stanchezza, tanto più coinvolgente perchè instantaneo, alla giuntura tra l'anulare e il mignolo. Pazienza, gli errori verranno corretti e le dita si riattiveranno, un po' alla volta. Per adesso, però, ho la soddisfazione di aggiungere, al termine di questo scritto, la dicitura: " Il mio repertorio ", sebbene sia fatto, per ora, di un solo brano musicale.
Orazione ad Aathor dal Liber resh.
Stesura di questa parte dell'articolo, e apportate alcune correzioni al blog.

Ore 13.45-14.00
Orazione " Will ".
Pranzo a base di: bistecca, grappolo d'uva, caffé.

Ore 14.00-14.10
Tempo passato cantando " The shrine in the gloom " con i Death SS

Ore 14.10-15.00
Letture: Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, vol. 2, Ed. Adelphi, 20 pg.
Esecuzione del RMIP.
Lettura rituale dei Versi aurei di Pitagora.

Ore 15.00-19.30
Al lavoro! ( Oggi niente pausa-bar, solo un frullato al fondente ).
Orazione a Tum dal Liber Resh.

Ore 19.30-20.00
Pausa.

Ore 20.00-20.30
Orazione " Will ".
Cena a base di maccheroncini con sugo di pomodoro, patate, pomodoro con cetrioli, squisito branzino cotto al forno, pochi acini d'uva.
Stesura di questa sezione dell'articolo.

Ore 20.30-22.37
Molte piccole pause.
Letture: Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, vol.2, Ed. Adelphi, 35 pg.

Ero in cerca di una citazione da questo volume, per concludere la stesura di questo articolo, ma tutto mi sembrava così saggio e opportuno, da non riuscire a trovare nulla che potesse prendere la preminenza sul resto che leggevo, fin quando ho incontrato questi capoversi, che non solo anticipano la Teosofia e l'enfasi posta da Aleister Crowley sul concetto di Samadhi, ma addirittura arrivano a spiegare gli obiettivi della pratica del Libro di Abramelin, nonché di numerosi Grimori Magici, più o meno importanti, senza che il filosofo tedesco li abbia, presumibilmente, mai studiati ( ma non dimentichiamo che egli basava le sue speculazioni, oltreché sulle critiche kantiane, anche sul divino Platone e sui Veda ):

- Noi non possiamo rappresentarci uno stato non incosciente altrimenti che come uno stato di conoscenza, quindi, come uno stato che comporti la forma fondamentale di qualsiasi conoscenza, cioé la scissione in soggetto e oggetto, in conoscente e conosciuto. Ma dobbiamo considerare che tuta questa forma del conoscere ed essere conosciuto è condizionata semplicemente dalla nostra natura animale, dunque una natura molto secondaria e derivata; quindi, non è affatto lo stato originario di ogni essenza e di ogni esistenza, e perciò questo stato può essere di tutt'altro genere e pur tuttavia non incosciente. Del resto, il nostro stesso essere attuale, in quanto siamo in grado di coglierlo nella sua interiorità, è mera volontà, ma questa, in sé, è già qualcosa di privo di conoscenza. Se, ora, con la morte perdiamo l'intelletto, veniamo in tal modo messi semplicemente nello stato originario privo di conoscenza, che perciò non sarà uno stato semplicemente privo di coscienza, ma piuttosto uno stato superiore a quella forma. Uno stato nel quale viene a mancare l'antagonismo tra soggetto e oggetto; perché qui ciò che dev'essere conosciuto coinciderebbe realmente ed immediatamente con colui che conosce, dunque viene a mancare la condizione fondamentale di ogni conoscenza ( che è appunto quell'antagonismo ). (...) Un altro modo di dire ciò (...) è la sentenza di Giordano Bruno: (...): " La divina mente, e la unità assoluta senza specie alcuna è ella medesima lo che intende e lo ch'è inteso. "
Più oltre ( tra l'altro, avevo segnato questa pagina, non potendo sottolinearla per questo motivo, con una matita verde, che però aveva fatto il bagno nell'inchiostro rosso, e mi era sfuggito un trattino di questo inchiostro sulla pagina, il che mi aveva fatto passare alcuni momenti di grande costernazione, che mi impedivano di leggere, per questo, non avendo a disposizione una gomma per cancellare, ho passato più volte il pollice sul danno che avevo fatto: la pagina non ne è uscita pulita, in quanto, dal sudore ad eventuali altri depositi organici, molto è quanto viene rilasciato dal corpo umano in caso di sfregamento, però il segno d'inchiostro è sparito, e così ho recuperato la mia pace. ):
" Ma, per quanto a causa della generazione e della morte, nonché dell'evidente decomposizione e quindi scomposizione degli individui in volontà e intelletto, l'elemento fisico possa dominare in modo singolare e preoccupante, tuttavia l'elemento metafisico che è alla sua base è di essenza così eterogenea che non ne può essere intaccato, e possiamo essere tranquilli.
Perciò si può considerare ogni uomo da due punti di vista opposti: dall'uno, egli è l'individuo che ha un inizio e una fine nel tempo, che trapassa fugacemente, skias onar, gravato per di più di errori e di dolori; - dall'altro, egli è l'essere originario indistruttibile, che si oggettiva in ogni esistente e, in quanto tale, può dire, come l'immagine di Iside: - Egò eimì pàn tò ghegonòs, kai òn, kai esòmenon. - Certamente, un tal essere potrebbe fare qualcosa di meglio che rappresentarsi in un mondo come questo. Giacché è il mondo delle cose finite, del dolore e della morte. Ciò che è in esso e viene da esso deve finire e morire. Ma ciò che non è e non vuol essere in questo mondo lo attarversa con onnipotenza facendolo fremere, come un fulmine che esplode verso l'alto e non conosce tempo nè morte. " [ Da: Arthur Schopenhauer, op. cit. ]

E' il Santo Angelo Guardiano.

Ore 22.27-23.00
Pausa di grande ristoro.

Ore 23.00-23.37
Stesura di questa sezione dell'articolo.

Ore 23.37-2.00
Termine della redazione dell'articolo.
Letture: Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Vol.2, Ed. Adelphi, 45 pg.
Orazione pasticciata a Khephra, dal Liber Resh.
Esecuzione del RMBP.
Lettura rituale dei Versi aurei di Pitagora.

Il CD del giorno: Death SS, Do what thou wilt.
Il mio repertorio: Scott Joplin, The easy winners, a rag time two steps, in Ed. musicali Itras.

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