L'azione storica di ogni popolo è contraddistinta dalla necessità di salvaguardare la propria identità ed il proprio patrimonio culturale, a prescindere dal fatto che questi siano vincenti o perdenti, buoni o malvagi, onesti o ribaldi: qui identifichiamo il primo grado, in ultima analisi costituito dall'egregora degli antenati.
Quando e a seconda di quanto queste egregore abbiano identità avvicinabili, le Nazioni possono confederarsi, e così vediamo il rapido sviluppo degli Stati Uniti d'America, segnata dal conflitto con l'egregora più debole, perché maggiormente spirituale ( viviamo pur sempre in un mondo demiurgico ), e radicalmente opposta, dei Pellirosse, nonché i difficili passi compiuti dall'Unione Europea, partita da un semplice accordo commerciale, dopo secoli, per non dire millenni, di guerre e di turbolenze che segnarono questo continente, e le difficoltà dell'Italia nell'introdursi e mantenersi in essa: questo può in ultimo essere identificato come il secondo grado e la seconda modalità d'azione dell'inconscio dei popoli.
Il terzo grado è la percezione degli Dèi, esso non può più essere raggiunto, almeno allo stato attuale delle cose, e a differenza del mondo antico, da grandi masse di persone, e richiede mistici,
filosofi, o menti illuminate come quella di un Carl Gustav Jung, di un Richard Wagner, o di un Friedrich Nietzsche per essere di nuovo compreso: esso è il bel mondo della Grecia, onnicomprensivo, che sapeva vedere il bello anche nella bruttezza ( si confrontino le suggestive raffigurazioni scultoree di mostri come la Gorgone, oppure piatti in cui si vedono uomini ubriachi che rimettono in scodelle, etc. ), e la bruttezza anche nel bello ( Athena che nasce e si dipana dal cervello di Zeus, o Venere che nasce dalla spuma formata dai genitali amputati di Urano), e riconosceva le entità archetipali, o Dèi, costituenti di fatto le ragioni motorie delle percezioni, delle emozioni, e del pensiero dell'uomo, iniziando a volare via via più lontano rispetto al mondo degli antenati ( per quanto questo sia, in realtà, radicalmente importante, nonché solida base di ogni comportamento religioso: l'egregora degli antenati risponde anche alla famosa domanda di Abelardo, che si chiedeva perché una persona si mantenesse sempre nelle credenze religiose determinate da fattori ambientali, e non capitava spesso che si convertisse o ne scegliesse un'altra, e infatti ancora oggi, se si domanda perchè si pratichi una religione, ci si sente, molto spesso e molto opportunamente rispondere: - Perché mi è stato insegnato così, ed è sempre andato bene. - ), nonché il vertice più alto, nelle Divinità, di ogni Idea raggiungibile: ci si avvicina, insomma, ad un motore di fratellanza umana, motivato dal riconoscimento dei caratteri comuni dell'esistenza; ma i Greci, sapendo da chi erano circondati, e riconoscendo intuitivamente che gli altri popoli erano pressochè tutti al primo grado, tranne forse i Persiani, che avevano raggiunto una distorsione del quarto che sarebbe diventata molto comune nella storia, forse primariamente per loro responsabilità ( il caso dello Zoroastrismo ), furono costretti a prendere a pretesto la straordinaria fluidità, musicalità e bellezza della loro lingua per distinguersi dagli altri, che chiamarono collettivamente barbari; d'altronde, è pur vero che i Greci erano confederati suorum generis, e quindi, passato il secondo grado, erano riusciti ad arrivare ad un terzo pulito ed armonico: i primi nello sviluppo della storia, se togliamo gli Egizi, che oscillarono per tutta la loro storia tra il raggiungimento del livello greco, la distorsione del successivo, ed il superamento del primo grado nella " confederazione " dei Due Regni unita nella doppia corona del faraone: per mettere dei puntelli in questa confusione, idearono il nomoteismo, e quest'attribuzione campanilistica di Dèi maggiormente importanti a seconda del " borgo ", nonché lo strapotere conseguente dei sacerdoti, ne bloccò lo sviluppo, gli Egizi infatti si presentano storicamente come il Prometeo in ceppi sopra le sabbie del deserto, i Greci invece come il Prometeo liberato tra le bellezze delle montagne e dei mari dell'Arcadia.
Il quarto grado è il più pericoloso, perché può di nuovo affacciarsi all'accettazione delle masse, ma in un modo distorto, dando luogo ad imperi ed alle più varie soppressioni, anche molto pericolose per l'integrità fisica del singolo, della libertà personale. Esso consiste nell'unificazione, nella totale omogeneizzazione e nella conseguente soppressione di tutti gli Dèi nella manifestazione di un Dio unico ( nel quale in realtà troverebbe permutazione l'egregora degli antenati, e di lì la differenza con cui in vari popoli e in varie epoche il Dio unico fu percepito, nonché la straordinaria varietà di tradizioni religiose pertinenti a tale percezione, e infatti notiamo che a Lutero appartiene un cristianesimo prettamente tedesco e aristocratico, e non a caso prima opera della letteratura della Germania fu la Bibbia tradotta nella lingua di questo paese dal monaco agostiniano, il Calvinismo si manifestò come cristianesimo prettamente svizzero e borghese, mentre il cattolicesimo prese un aspetto prettamente italiano, vieppiù proletario ( tolta la parentesi abbondantemente aristocratica del Rinascimento), tant'è che al giorno d'oggi si è perduta ogni velleità artistica e si costruiscono chiese sul modello delle fabbriche, e propriamente romano già con Gregorio I Magno, papa giustamente celebre non solo per le sue straordinarie doti organizzative, ma anche per la considerazione che ebbe per la musica: la riforma del canto che da lui prese il nome e la redazione dell'Antifonario avvenuta sotto il suo pontificato, infatti, furono, con ogni probabilità, quel sassolino che, lasciato rotolare, diede luogo ad una valanga che portò a Benedetto Marcello, agli Scarlatti, e poi a Bellini, a Rossini, e a Donizetti, ed ancora oggi nei musical è facile che si adottino parole italiane, mentre i tempi musicali furono scritti in italiano in tutta Europa, finché Beethoven non si rivoltò decidendo di scriverli in tedesco), costituente non certo l'essenza stessa radicale dell'universo, nonché il primo motore immobile di ogni manifestazione, umana o meno, ma un Entità trascendente ed inavvicinabile, almeno in vita, e comunque difficilmente affrontabile, anche da morti ( si confronti il Paradiso dantesco, con i suoi vari livelli di beatitudine ). Idea nobile, straordinaria e poetica, e molto facilmente rispondente alla dimensione ed alla realtà delle stelle, che però, come su uno smeraldo si può evitare la realizzazione delle sfaccettature, lasciando luogo ad un sasso che, tolto il valore commerciale, rimarrebbe sgraziato e piuttosto spiacevole, se non fosse per il suo colore graziosissimo e riposante per l'occhio, così è soggetta a perdere la necessaria sfaccettatura della stessa Entità Unica in numerosi Dèi, spesso sostituiti da permutazioni confusionarie e di incerta attribuzione rispetto alla psiche umana, nonché alla realtà universale, dando origine a un Dio onnipotente e vendicatore che perde di umanità, e cioé delle caratteristiche umane di pietà, ma anche di vizio, sublimate negli Dèi ( e in questo senso non ci si può che trovare in contrasto con l'idea bruniana di riformare gli Dèi: d'altronde, a quei tempi, l'idea di " dionisiaco " era ancora di là da venire ). Ed è così che questo quarto grado, il più potente motore di fratellanza universale tra gli uomini, dà origine ad un'idea demonica e sbagliata di potenza, causata da una radicale perdita di umanità da parte di un Dio sistemato veramente troppo in alto e lontano dagli uomini. Non diversamente, vediamo il Dio d'amore e di benevolenza predicato da Gesù, uno tra i più grandi mistici di tutti i tempi, risorgere, nell'Apocalisse, come un Dio di vendetta e di castigo ( questo a causa del riemergere in essa del primo grado, od egregora degli antenati, strenuamento difensivo e cautelativo, confuso con il quarto, a causa della perdita del " ponte " costituito da una pluralità di elevatissime entità divine ); non a caso, per custodire la democrazia confederativa, gli Americani si rifecero a modelli neoclassici, ed a questi dovrebbero rifarsi anche gli Europei per custodire la propria unità e la propria democraticità, in un mondo che sempre più inclina verso modelli orientali). Avvaliamoci, a tale proposito, della formulazione junghiana: - Il Dio dell'Apocalisse può essere amato, ma deve essere temuto. -
Insomma, gli Dèi sono tornati a svegliarsi, e ci porgono le braccia, per guidarci verso un Dio d'amore, pace, e benevolenza, che, pur guidandoci verso la virtù, conosce l'importanza di una moderata autoindulgenza: ci avvicineremo loro, oppure torneremo a voltargli le spalle?
martedì 11 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento