Ti gratti le croste,
E ne cavi il pus,
Mentre i tuoi pidocchi
Affondano in esso
Come in sabbie mobili,
E le tue pulci
Saltellano tra i peli.
I tuoi occhi lacrimano
Inconcepibili schifezze:
Tutto il croccume
Da anni accatastato,
E sembra quasi vivo
Quanto si muove lì dentro,
E' arzigogolato.
I peli del tuo naso
Ti arrivano fino alla bocca,
Tutti appiccicati di cacchette,
Che suggi con le labbra,
Ma è una valanga
Infinita
Quella che arriva.
Dai fianchi del tuo naso
Si dipana
Una lunghissima peluria,
Rigida come setole
Di cinghiale,
Quando stacchi quei crini li usi
Per stuzzicare i tuoi denti incastonati di vermi che fanno lo yo-yo.
E i tuoi capelli,
Tutti arruffati,
Sono come
Lunghissimi peli di mosca,
Di cui paiono le ali
Quegli strati di grasso untuoso e oleoso
Che li ricoprono e colano.
Ed il tuo odore
Non è paragonabile
A nulla che si conosca,
Per la sua potenza
E intensità,
E si appiccica agli altri.
E adesso smetto
Perché se no
Pure io
Rimetto.
martedì 11 novembre 2008
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