venerdì 7 novembre 2008

Schopenhauer e la dote della modestia

Ecco le parole di Arthur Schopenhauer a proposito della modestia:
" La modestia in un grande spirito piacerebbe, certo, alla gente: purtroppo essa è una contradictio in adjecto. In tal caso, infatti, un grande spirito dovrebbe dare la preferenza e attribuire vaslore ai pensieri, alle opinioni e alle vedute, come anche ai modi e alle maniere, degli altri, e invero degli altri il cui numero è legione, e subordinare e adattare le sue idee, che sempre si distaccano da quelle, a quelle degli altri, oppure replimerle per lasciare che dominino quelle. Ma allora, egli non produrrebbe e farebbe nulla, oppure farebbe e produrrebbe ciò che fanno e producono gli altri. Egli piuttosto può produrre cose grandi, autentiche e straordinarie, solo in quanto respinge i modi, i pensieri e le opinioni dei suoi contemporanei, crea tranquillamente ciò che essi biasimano, e disprezza ciò che essi lodano. Senza questa arroganza non si diventa grandi. Ma, se la sua vita e la sua azione dovessero cadere in un'epoca che non può riconoscerlo e apprezzarlo, egli rimane pur sempre se stesso, e allora è paragonabile a un aristocratico viaggiatore che deve trascorrere la notte in una miserabile locanda: il giorno dopo, se ne va tranquillamente via. Forse, tuttavia, una testa che pensa o che crea può essere già soddisfatta della sua epoca, se questa appena gli concede di pensare e di creare nel suo angolino; e contentarsi della sua fortuna, se quell'epoca gli regala un angolo nel quale può pensare e poetare senza curarsi degli altri.
Infatti, che il cervello sia un puro e semplice operaio al servizio del ventre, è certamente la sorte comune di quasi tutti coloro che non vivono del lavoro delle loro mani, ed essi si trovano in ciò a proprio agio. Ma per le grandi menti, cioè per coloro le energie cerebrali dei quali superano la misura richiesta dai servigi della volontà, è una cosa da far venire la disperazione. Perciò un tal uomo preferirà, se necessario, vivere nelle condizioni più ristrette, se queste gli garantiscono il libero uso del suo tempo per svilupare e applicare le sue forze, dunque l'ozio, per lui inestimabile. Certamente le cose stanno in modo diverso per le persone volgari, l'ozio delle quali è senza valore oggettivo, anzi non è per esse senza pericolo: e sembra che lo sentano. La tecnica, infatti, giunta nei nostri tempi a livelli senza precedenti, in quanto moltiplica e aumenta gli oggetti di lusso, dà a coloro che sono favoriti dalla fortuna la scelta tra più ozio e formazione spirituale da un lato, e più lusso e agi con un'attività intensa dall'altro: queste persone scelgono, caratteristicamente, di solito la seconda cosa, e all'ozio preferiscono lo champagne. E ciò è coerente: infatti ogni impegno dello spirito non agli scopi della volontà sembra loro una stoltezza, e l'inclinazione a ciò la chiamano eccentricità. Perciò l'insistere negli scopi della volontà e del ventre sarebbe la " concentricità ": e del resto la volontà é il centro, anzi il nucleo, del mondo. "
Più oltre: " La modestia (...), questa astuta virtù inventata a favore della piatta mediocrità, la quale tuttavia, proprio per la necessità che essa rivela di risparmiarla, smaschera la meschinità. "
Arthur Schopenhauer,
Parerga e paralipomena, Vol. II
Traduzione di Mazzino Montinari
Ed. Adelphi

Nessun commento: