Non si esclude che si possa dimostrare una certa coincidenza tra le potenzialità mnemoniche e la Qabbalah ( che parrebbe uno degli enunciati più puri di quanto sarebbe rimasto della Religione Primordiale ), ma, approfondendo l'argomento, potremmo anche arrivare a dire che gli stessi Dèi costituirebbero un'estroiezione dei principi radicali della memoria: così, a Mercurio non potrebbe esser classificato ciò che procede dalla guerra o dai mari, mentre a Marte, il Dio caotico per eccellenza, non si pootrebbe attribuire qualcosa di affine all'amore od al retto governo, tuttavia, se " ciò che è in alto è come ciò che è in basso ", possiamo accorgerci di come non possa essere memorizzato quanto non sia, in qualche modo, manifesto, e dunque possiamo realmente verificare una presenza fattuale degli Dèi nel mondo.
In altri termini, la costruzione sarebbe la seguente_
Memorizzazione come informazione - Percipiente come agente di passaggio dell'informazione - Mondo esterno come manifestazione oggettiva dell'informazione sogggettivamente percepita ( O, per chi ama Schopenhauer, " Il mondo come volontà e rappresentazione " )
Di conseguenza, parlando del mondo interiore, non potremmo che descrivere gli Dèi come gigantesche cartelle mnemoniche atte alla preservazione dei dati.
Ci accorgiamo facilmente di come nel Paganesimo antico mancassero delle divinità preposte agli aspetti spiacevoli dell'esistenza ( ciò fu probabilmente una delle cause basilari della nascita della Tragedia ), e della sofferenza personale, tolto Ade, che è comunque un Dio dei morti, tolte le Furie, le Erinni vendicatrici, etc. Che in ogni caso risultano come divinità minori atte a razionalizzare miticamente l'esistenza. La vita, insomma, nell'antichità, doveva essere molto più lieta, o almeno doveva essere voluta tale, e più si va avanti con i tempi, più si focalizza l'attenzione sugli aspetti spiacevoli dell'esistenza, di cui la nascita delle religioni monoteistiche, delle filosofie pessimistiche ( già presenti nell'antichità, ma in modo diverso: il caso dello Stoicismo ), e delle utopie.
Ma da cosa nasce questa situazione? Forse, un confronto tra il mito del peccato originale, la vicenda degli Argonauti, o la storia di Sigfrido può aiutarci a illuminare la questione. Ovvero: si tratta sempre di un frutto ( o di un tesoro ) da ottenere con successo, dopo un duro conflitto con il mondo esterno, in alcuni casi, o dopo un'aspra battaglia interiore, in altri. In ogni caso, è un Drago a fare da guardia od a guidare verso il tesoro nascosto. Possiamo dunque vedere il Drago come le circostanze esterne, fatte ( lo sviluppo della Religione Primordiale avviene probabilmente nel neolitico, o forse anche prima ) di freddo, di fatica, di dolore, che, sia che si oppongano all'uomo, sia che lo spingano suadentemente all'opera, lo costringono alla conquista del tesoro, ovvero allo sviluppo della civiltà e dell'autocoscienza ( proprio la civiltà, fatta di un parto tra le sofferenze ed i un duro lavoro, sarà effettivamente la punizione che l'uomo dovrà subire per il suo sbaglio: sarebbe interessante, in questo senso, confrontare questo dato con il fatto che Caino vada a rintanarsi proprio in una città dopo aver commesso il suo crimine. )
In ogni caso, tutti coloro che intraprenderanno l'opera di fondazione della civiltà giungeranno ad una conclusione terribile: sappiamo bene del terribile fato di Giasone, della fine di Sigfrido, nonché della punizione inferta ad Adamo ed Eva, o, se è per questo, anche di Prometeo ( ed il mito di Ercole, in ultimo, servirà proprio a smorzare questa percezione tragica della costruzione della civiltà, non a caso sarà proprio lui a trarre Prometeo dalle catene. )
Non a caso, tra l'altro, in tutte le epoche ed in tutti i popoli sarebbe presente la concezione di un'Età dell'Oro, deputata al governo di Divinità come Crono, Dio del Tempo, o Saturno, Dio dela Morte, come qualcosa che dovesse percettibilmente finire. Insomma, in ultimo il peccato originale sarebbe né più né meno che l'abbandono dello stato animale, e conseguentemente la costruzione e la nascita della civiltà: in questo senso, la fine tragica dei personaggi citati sarebbe la scaturigine di una tremenda maledizione scagliata sui costruttori della civiltà da parte dei loro successori. Le guerre tra i Romani e i Celti, invece, o di Carlo Magno contro i Sassoni, sarebbero una continuazione storica di questo precedente cultura,e tant'è che sappiamo che il comportamento delle milizie romane in Corsica fu esattamente coincidente con quello che, molti secoli più tardi, avrebbero avuto i militari spagnoli con i Nativi Americani, giacché, attraverso il solito rovesciamento che si può riscontrare nel percorso storico, in questo caso fu la civiltà che prendeva forzatamente il predominio sulla libertà.
Per arrivare ad una trattazione più tecnica, l'uomo abbandona il piacere immediato per un piacere posposto: il piacere di cogliere un frutto e mangiarlo per il piacere, proprio a causa di questa posposizione si trasforma in dovere, di coltivarne e di accumularne tanti, etc. soprattutto a causa dei disagi e dei pericoli ( malattie, etc. ), che fanno abitualmente parte della vita allo stato animale: questo causa in lui una scissione in se stesso, ovvero da un lato egli dirige ogni sua azione verso il piacere, dall'altro si accorge che, per avee il piacere domani, dovrà sacrificarsi e soffrire oggi, da un lato vuole vedere solo la gioia e non la sofferenza, dall'altro la sofferenza si fa sempre più strada dentro di lui, e attorno a lui ( e in questo senso egli si accorge che la civiltà non ha eliminato la sofferenza, l'ha soltanto veicolata verso altre forme meno fisiche e meno pericolose, che tutto sommato parrebbero da preferire ), fin quando, non volendo vedere la realtà di sofferenza e noia che un po' fa parte della natura, sia umana che non, un po' si è costruito attorno, finisce per posticipare a dopo la morte la Vera Felicità, e per attribuire anche ad un tale stato post mortem la Giusta Punizione per i misfatti dei malvagi, e, aggiungerei, la soluzione di tutti gli enigmi.
In ultimo, possiamo riscontrare come l'obiettivo di molte filosofie, ma non solo, così come i tratti più sfrenati dell'edonismo, riscontrabili ad es. nelle cerimonie bacchiche, avessero lo scopo definito di riportare l'uomo alla pura felicità che si ritiene inconsciamente far parte di uno stato animale: per quanto riguarda il Dio Pan, la cosa si intende da sé, ma per il piacere tratto dall'ascetismo, in ultimo, il discorso è il medesimo: la totale rinunzia può dare risultati psichici paritetici alla totale soddisfazione, giacché si annulla il desiderio invece di appagarlo, cosicché possiamo definire che, attraverso l'ottenimento o attraverso la cancellazione, si tratti essenzialmente di liberarsi di una pulsione: in altri termini, non esiste Redenzione, ma solo Liberazione, la quale, nel suo percorso, va a coincidere con la naturale pulsione dell'uomo verso la Libertà! Dunque, se tracceremo un'analisi approfondita della filosofia di Lucio Anneo Seneca, così come dello stoicismo in generale, ma anche del'epicureismo, etc. scopriremo facilmente di come, in ultimo, esse consistano nel ritorno ad un'economia, almeno per il singolo, di caccia e raccolta; se poi, come avvenne ad es. in India, o in occidente con gli Stiliti, sarà la popolazione a fornire con liberalità l'alimentazione al filosofo, a quel punto i risultati voluti potranno dirsi efficacemente raggiunti; da tutto ciò può farsi seguire l'assioma:
Dio è il Piacere
Cui segue come inevitabile corollario:
Il Piacere Assoluto è il Dio Assoluto ( Kether )
Cominciamo dunque a comprendere la portata della massima neoplatonica secondo cui: " Il male è allontanamento da Dio ". La vista di un'aquila nel cielo ci dà maggior piacere che la contemplazione dei cocci di un piatto, mentre nuotare nellì'acqua limpida ci dà maggior piacere che arrancare nel fango di una pozzanghera all'esclusivo scopo di uscirne. Ciò portò i mistici ad ideare sempre nuovi mezzi per raggiungee l'Estasi ( come si può comprendere da unì'osservazione anche superficiale dello Sciamanesimo ), e da intenderla come comunicazione con Dio, il meccanismo che sta alla base della pratica della Magia Cerimoniale, dunque, non è poi così differente.
Cionondimeno, ci accorgiamo anche di come avessero potuto coesistere due correnti apparentemente antitetiche come lo Gnosticismo libertino, e lo Gnosticismo ascetico, ovvero due forme di tecniche dell'Estasi basate la prima sulla soddisfazione del desiderio, la seconda sull'annullamento di esso ( il che costituisce, di fatto, un piacere: il piacere di liberarsi di una necessità ). La pulsione, in entrambi i casi, è la soddisfazione che coincide con la libertà assoluta.
Possiamo dunque proseguire con il successivo assioma:
La strada verso Dio coincide con il percorso di liberazione, e conduce alla Libertà.
( Tiphareth )
Tuttavia, l'uomo si accorge che la scintilla divina, presente in tutti, e perennemente unita in Kether, è tuttavia allo stato materiale delle cose, o in Malkuth, scissa tra una mastodontica quantità di esseri viventi, che vanno da presumibili specie aliene fino all'organismo monocellulare. Dunque il Piacere che è Dio, in Kether, diventa il Piacere della LIbertà in Tiphareth ( non a caso tutti gli Dei in Tiphareth, Da Dioniso a Osiride, ad es., si liberano del corpo, o fonte delle pulsioni ), per diventare Libertà sotto una fortissima e coercitiva responsabilità in Malkuth, secondo le esigenze della frammentazione. Infatti, l'aggregazione sociale richiede una fortissima responsabilità, dimodoché ognuno possa inserire il suo mattoncino verso la società futura, proiettata verso un piacevolissimo equilibrio ed armonia uomo-universo-natura, finalizzata ad una convivenza massimamente piacevole ed alla conquista degli Spazi Esterni: il concetto di responsabilità viene dunque a smorzare fortemente l'impatto della libertà nella vita, che chiaramente non può essere assoluta, ma solo condizionata dalla libertà altrui: soltanto in questo senso ogni uomo potrà raggiungere il massimo piacere, in uno scambio sociale mediato dalla consensualità delle volontà partecipanti ad ogni atto di volontà, il cui fine ultimo non può che essere uno straordinario valore e benessere di carattere comune, secondo la regola d'oro di tutte le religioni, che qui viene spiegata analiticamente: " Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te stesso ". In altri termini:
Sia la Libertà la Legge, sotto una fortisima e coercitiva Responsabilità. ( Malkuth )
Possiamo dire, dunque, di aver sinora rintracciato i seguenti assiomi della Religione Primordiale, valevoli anche per l'Età dell'Aquario:
Gli Dèi sono archiviatori mnemonici immanenti all'uomo, e nello stesso tempo estrinsecazioni delle energie naturali, secondo la dinamica:
Memorizzazione come interiorizzazione soggettiva dell'informazione oggettivamente manifestantesi <---> Percipiente come agente di passaggio dell'informazione <---> Percepito come manifestazione oggettiva dell'informazione oggettivamente percepita ( Mondo come volontà e rappresentazione ).
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La civiltà viene costruita secondo necessità oggettive, ma i fondatori di essa sono soggettivamente da punire.
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Il Piacere Assoluto è il Dio Assoluto.
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La strada verso Dio coincide con il percorso di Liberazione, e conduce alla Libertà.
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Sia la Libertà la Legge, ma sotto una fortissima e coercitiva Responsabilità.
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