Procedendo nella nostra tesi, abbiamo bisogno di risolvere una volta per tutte una questione fondamentale della metafisica di tutti i tempi, come possiamo rispondere all'interrogativo implicito in quella formula dei Veda: - Che cosa sono non so - ? Ossia, per essere più specifici, che cos'è l'essere umano?
Osservandoci, possiamo accorgerci di una cosa: la nostra essenza principale è esattamente la memoria, il corpo non essendo altro che un apparato straordinariamente evoluto finalizzato alla raccolta di informazioni, che queste siano volte alla sopravvivenza, o che sia la sopravvivenza accessoria all'informazione, è una questione di secondaria importanza: anche se la sopravvivenza fosse l'esclusiva e reale necessità della vita, in ogni caso per perseguirla sarebbe comunque necessario raccogliere informazioni. Questa è una caratteristica che accomuna tutte le specie viventi, dall'uomo fino agli organismi monocellulari, che raccolgono le informazioni all'interno del nucleo.
La memoria è al di là dei concetti spazio-temporali, ed al di là del principio di causalità, e la specie vivente che sa trarre maggior profitto dalla memoria è sicuramente quella umana, di conseguenza potremmo anche definire l'uomo come " animale dotato di applicazione razionale e strategica della memoria, finalizzata in primo luogo a scopi di sopravvivenza, ed in secondo luogo a migliorare la propria conoscenza di sé stesso ( arte ) e dell'Universo ( scienza )."
Così stando le cose, e se è vero che ciò che è in alto è come ciò che è in basso, arriveremo ad una conclusione molto simile per quanto riguarda l'Assoluto, definendo l'Universo come memoria di Esso, il tempo come suo Spirito ( a ciò corrisponderebbe in piccolo quel database della memoria di cui abbiamo parlato nel caso dell'uomo in precedenza ), e le Leggi Naturali come la sua manifestazione fisica ( nel caso dell'uomo, questo è il corpo ).
Non diversamente da Hegel, ma aggiungendo qualcosa, G.I. Gurdjieff sosteneva che ogni azione si sviluppa dal conflitto di due forze, ma aggiungeva che, per arrivare ad una risoluzione di esse, occorre il concorso di una forza che definiva " neutralizzante ".
In altri termini, ponendo l'esempio di Ouspensky, se io voglio fatrmi un panino, devo aprire il frigo, e perché questo avvenga, devono partecipare una Forza Attiva ( il tatto che io apra il frigo ), uuna Forza Passiva ( la presenza del commestibile nel frigo ), ed una neutralizzante, che in questo caso dà origine all'azione ( il fatto che io abbia fame ).
Possiamo osservare tale principio in azione anche nel modello dell'atomo, laddove il neutrone ( forza neutralizzante ), permette l'interazione tra l'elettrone ( forza Passiva ), ed il protone ( Forza Attiva ).
Questo stato di cose fu brillantemente esposto nel simbolo più nobile di tutti i tempi: l'Occhio nel Triangolo, laddove i lati della figura geometrica stanno nel concorso delle tre forze, e l'occhio, ben al di là di ogni tentazione di controllo e di punizione, si trova a rappresentare la funzione della memoria, che, non a caso, procede quasi esclusivamente per immagini, ma di questo vedremo meglio in seguito.
Altro esempio simbolico di questo principio fu il Tetragrammaton, o Nome Divino di Quattro Lettere Yod-He-Vau-He, ma come? Quattro lettere per tre principi? Proprio così, perché una di esse esprime il risultato e la nascita di una nuova forza, scaturita dall'interazione delle tre precedenti, e ad uno stadio più alto, o comunque diverso, come dimostra la permutabilità delle lettere nella Kabbalah.
Naturalmente, innumerevoli scambi di questo tipo avvengono nell'Universo ad ogni istante, tuttavia, percorrendone il percorso a ritroso, dovremmo riuscire ad intuire le motivazioni addirittura del Big-Bang.
Applicando la nota coincidenza degli opposti, possiamo considerare un tempo infinito e vuoto ed uno spazio infinito e vuoto come un tempo inesistente, ed uno spazio inesistente, tale coincidenza darebbe luogo alla prima manifestazione delle due forze, mentre la neutralizante sarebbe il conflitto ontologico tra di ersse, unico caso riconoscibile come in potenza ed in atto contemporaneamente.
In altri termini, sarebbe sia possibile che impossibile concepire un tempo precedente alla nascita dell'Universo, in quanto esso esisterebbe in eterno pur non esistendo mai: proprio questa contraddizione avrebbe dato luogo alla nascita dell'Universo in quanto terza forza neutralizzante.
A tale proposito, si possono confrontare i dati dei Veda, o quelli della Kabbalah a proposito dell'Ain Soph, manifestantesi prima come Ain ( Forza Attiva ), poi come Ain Soph ( Forza Passiva ), infine come Ain Soph Aiur ( o Forza Neutralizzante ), naturalmente i primi due termini sono permutabili.
In conseguenza di ciò, l'Universo avrebbe cominciato a plasmarsi secondo Leggi Fisiche inalterabili proprio a causa delle contraddizioni implicite che sono chiamate a risolvere, in questo caso, dunque, la nota equazione
E=mc2
Sarebbe un'esposizione concreta, per così dire, in tal senso, ed il più efficace esempio storico di coincidentia oppositorum, formula che ritroviamo dunque alla radice stessa delle cose, e che fu non a caso tanto cara agli alchimisti.
Queste Leggi, dunque, costituirebbero la necessaria, inevitabile, ed unica manifestazione dell'Assoluto, sarebbero, insomma, il corpo di Dio.
Cionondimeno, le Leggi Naturali presumono di applicarsi sempre allo stesso modo, in sempre determinate condizioni, e perché ciò avvenga, è necessario che lo spazio prosegua il proprio percorso determinandosi come tempo, in altre parole, che esista un continuum spazio-temporale.
Ma mentre lo spazio ha un'istanza fisica e misurabile, il tempo ha un'istanza misurabile, ma non fisica, sostanzialmente, quindi, potremmo dire che il tempo corrisponde allo Spirito di Dio, ossia costituirebbe quel database di cui parlavamo in precedenza a proposito della mnemotecnica, il che è come dire che l'Universo ricorda se stesso ( di qui l'assoluta immutabilità delle sue Leggi, e l'occhio nel triangolo ), e la conseguente esistenza di esso come Memoria Divina.
Dunque arriveremmo ad una conclusione religiosa di questo tipo: Lo Spirito Divino è il Tempo, la Memoria è la scaturigine di esso costituente l'Universo, mentre il suo Corpo sono le Leggi Naturali, che si esplicano attraverso una polarità attiva ( il Dio ), una polarità passiva ( la Dèa ), ed una neutralizzante ( Il Matrimonio Mistico di Essi ).
Che da ciò si individuasse in qualche modo un Principio di Piacere, corrispondente all'Essenziale Natura Divina, fu evidentemente contraddistinto da opere come il " De rerum natura " di Lucrezio, o dalla concezione della " musica delle sfere " di Pitagora.
In ultimo, possiamo aggiungere che, nell'uomo, incontriamo la stessa situazione nel continuum corpo-mente, ovvero, possiamo supporre che, come il corpo si muove nello spazio, così la memoria si muova nel tempo, il quale costituirebbe, di conseguenza, quel gigantesco database di informazioni sul quale ci siamo già sufficientemente soffermati.
A questo punto mi pare sufficientemente dimostrata, su basi scientifiche, l'immanenza di Dio nella Natura, ovvero l'essenziale panteismo dell'Universo, lo scopo è infatti di raggiungere l'obiettivo della Vera Religione, attraverso la pratica dell'Osservazione Scientifica.
mercoledì 5 novembre 2008
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