- In principio era il Verbo,
E il Verbo era presso Dio,
E il Verbo era Dio. -
Dal Vangelo di Giovanni.
Se volessimo azzardare una nuova, e appropriata definizione del concetto di " Materia ", potremmo in effetti usare questi termini: - La materia è un sinolo di parola e misura. - Laddove la parola si esaurisce nel tempo, e la misura nello spazio.
Mi spiego meglio: allo stesso modo in cui noi utilizziamo dei caratteri per illustare il nostro pensiero, dando, di conseguenza, origine ad un'opera letteraria o di altra natura ( ed è il caso, qui, di sottolineare come anche i colori del pittore, o le note del musicista, siano, di fatto, dei caratteri ), così la Natura fa uso di simboli per dare concreta espressione alla propria opera, in questo senso, potremmo citare ad es. il caso del DNA, laddove una catena di sostanze che può essere in ultimo ridefinita in un linguaggio di quattro lettere ( il che ricorda qualcosa ^.^ ), dà origine alle risultanze genetiche, e via dicendo, e questo è il primo appanaggio di similitudine tra l'espressione umana e quella naturale, determinata, in ultimo, proprio dal fatto che l'uomo è figlio della Natura medesima, così, la Natura crea il mondo attraverso i suoi simboli, e l'uomo crea mondi mediante caratteri a loro volta sintetizzati dai simboli naturali ( Somiglianza temporale o Logos, il Corpo di Dio ).
Ciò non di meno, qualunque parola, per essere espressa, ha bisogno di uno spazio in cui essere esercitata, così come qualunque simbolo ha bisogno di uno spazio in cui esercitare le sue proprietà, questa è in ultimo la definizione concreta della necessità di un continuum spazio-temporale, ed è per questo che ogni cosa in natura è suscettibile di essere misurata, eventualmente attraverso strumenti ideati dall'uomo. In questo senso dunque cogliamo l'equivalenza tra percettibilità dell'esistente e misurabilità in senso matematico da parte dell'uomo, la quale, agli inizi del percorso scientifico, diede adito alla teoria dell'universo-orologio nonché alla convinzione da parte dell'uomo della possibilità di cogliere, mediante la matematica, qualunque segreto del cosmo, il che non era, in ultimo, molto diverso dal porre la Terra al centro dell'Universo ( Somiglianza spaziale o mondo, la Memoria di Dio ).
Alla luce dei fatti esposti nelle precedenti esposizioni della nostra tesi, troviamo qui un'ulteriore conferma dell'essenza temporale dell'anima, e dell'essenza spaziale del corpo, nonché, in modo leggermente più indiretto, della natura delle Leggi Fisiche in quanto entità misurabili come Corpo di Dio ( Somiglianza Temporale ), e del Cosmo come Memoria Divina ( Somiglianza Spaziale ).
Tutto ciò può ancora una volta essere letto alla luce della Tabula Smaragdina: - Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, perché si compia la Meraviglia della Cosa Una. -
Possiamo avere una conferma più diretta di quanto viene qui affermato semplicemente muovendo un braccio: noteremo immediatamente la natura esclusivamente temporale dell'impulso che, partendo dall'anima, attraversa il percorso neurale per raggiungere alla parte del corpo che abbiamo deciso di muovere, e la natura perfettamente spaziale del movimento: la combinazione delle due attività costituisce di fatto l'espressione della natura del Cosmo, o Dio Pan, o Volontà Universale.
Scopo di questa tesi è unificare una volta per tutte i sentieri di religione, filosofia, e scienza, giacché compito di quest'ultima è indagare le leggi che regolano la fenomenologia del mondo fisico, mentre compito delle prime due è valutare l'essenza noumenica radicale di esse: ma solo ad una seconda occhiata ci si accorge che esse sono in realtà in reciproca interrelazione, mentre...ad una terza occhiata si finisce per non dubitare più che, in realtà, esse costituiscano una stessa cosa, anzi, la Cosa Una.
In questo senso, dunque, possiamo affermare che domandarci perché protoni ed elettroni si attraggano o si respingano ha lo stesso carattere che domandarci perché, nel sistema decimale, 2+2 fa 4 e non un altro numero: le espressioni matematiche o delle cariche elettriche hanno di fatto la stessa natura ( e così dividiamo i numeri in positivi e negativi ), perché entrambe rispondono ai caratteri delle somiglianze spaziali.
Possiamo dire di aver individuato la prova tangibile dell'immortalità dell'anima? Possiamo sostenere, alla luce di quanto osservato sinora, che se il corpo appartiene, come abbiamo dimostrato, alla categoria delle somiglianze spaziali, e l'anima invece, a quella delle somiglianze temporali, e ci riconduciamo al fatto che le somiglianze spaziali, in questo senso, appartengono al polo negativo, ovvero all'agito di mutazione, e le somiglianze temporali, invece, all'agente di mutazione, non ci sarà difficile tracciare questo schemino, che credo di un certo interesse per il futuro dell'uomo:
Corpo--->Spazio--->Agito di mutazione--->Mortalità--->Trasformazione
Anima--->Tempo---->Agente di mutazione-->Immortalità->Permanenza
In quanto Agente di Mutazione, comunque, possiamo dire il Tempo come imprescindibile fattore determinante di ogni manifestazione, e conseguentemente, esso per necessità interagisce con essa e non ne é soltanto il teatro. La mancata consapevolezza da parte dei filosofi metafisici a proposito della realtà del continuum spazio-temporale impedì loro di vedere con chiarezza la natura della realtà, e spazio e tempo ( critiche kantiane ) vennero considerati esclusivamente come strumenti di percezione da parte dell'uomo, e conseguentemente confinati nelle regioni aprioristiche, invece, questa tesi permette l'integrazione delle intuizioni einsteiniane nell'ambito della ricerca metafisica, considerando il Tempo, o Logos, sì come parte integrante di un continuum, ma anche come l'effettività di quel noumeno che si era perso sulla strada della ricerca, e il mondo spaziale come il fenomeno concretamente percepibile, riuscendo di fatto a ricostruire la metafisica riorganizzandone i ruderi e le macerie.
Arriviamo così al grande segreto nascosto nel Pentacolo degli alchimisti, espresso anche in quella straordinaria formula del Panteismo: " Igne Natura Renovatur Integra ", ossia il fatto che il vertice in alto dello stesso, non rappresenti in realtà nient'altro che il Tempo, il quale, abbiamo visto, coincide con lo Spirito, ed entrambi sono eterni ed immutabili.
In questo senso, esprime bene la Bibbia: " Lo Spirito di Dio si muoveva sopra le acque. " In altri termini, troviamo qui la spiegazione dell'Esagrammda di Salomone: il Tempo come Spirito o Spirito di Dio interagisce con il carattere negativo ( acqua ) e quello positivo ( fuoco: " si muove ": carattere di dinamicità ) e ciò dà origine alle ulteriori diadi di caldo e secco ( fuoco ), caldo e umido ( aria ), freddo e umido ( acqua ), e freddo e secco ( terra ). Lo stesso principio è sotteso alle mitologie di tutto il mondo nonché alle narrazioni bibliche, a cominciare dal Santo Nome Impronunciabile: Yod-He-Vau-He, che in realtà consiste nellì'espressione vivente di tutti i fenomeni naturali nella loro essenza più semplice, ossia secondo le somiglianze spaziali, e in quanto tale non è pronunciabile, perché ciò vorrebbe dire pronunziare il mondo intero.
Ma cosa vuol dire in termini più materiali? Le prime due lettere ( Yod-He ) implicano il principio maschile e femminile, o attivo e passivo, che giocano alla base della natura stessa del mondo, mentre le successive, che consistono in un principio maschile maggiormente pronunziato ( Vau ), e nella ripetizione della seconda lettera ( He ), implicano la necessità della riproduzione e dell'attività delle somiglianze spaziali nel perpetuo e incessante movimento fenomenico. In tutto questo, però, manca la necessaria partecipazione da parte dell'essenza spirituale o temporale, la quale si ottiene unendo al centro del nome la vivificante lettera Shin dello Spirito ( ottenendo di fatto il nome Yod-He-Shin-Vau-He, che alcuni hanno confuso con il nome di Gesù ). Il fatto che questa lettera non sia presente nel Santo Nome non è poi così sbagliato, infatti, agli occhi dell'uomo, il noumeno è stato talmente ben nascosto, che nessuno si era accorto, almeno fino a questa tesi, della sua natura essenzialmente temporale.
In seguito a quanto esposto, si può ribadire che l'universo ricorda sé stesso ( e che, quindi, la data cosa può accadere esclusivamente in un dato e certo modo ) perché potremmo definire il funzionamento di esso secondo i caratteri spazio-temporali con un intricato neologismo come automnemoazione, la quale, di conseguenza, sarebbe connaturata alla manifestazione stessa secondo la sua vera e propria essenza ( e fu intuita da Friedrich Nietzsche secondo la formula dell' " Eterno Ritorno dell'Uguale " ): questa tesi ha dunque l'ardire di usare le proprie armi filosofiche per entrase in frizione con alcune delle tesi della fisica contemporanea: in altri termini, non possono esistere altri universi basati su regole diferenti da quelle che conosciamo, perchè, qualora in qualche modo " sgorgassero " da un fonte indefinita, essi finirebbero per collidere con se stessi e quindi per autodistruggersi ( ricordate i Re di Edom? ), o comunque costituirebbero, di fatto, un'inutile ripetizione di quello che conosciamo, il che è impossibile per il principio di economia secondo il quale la Natura opera. Tutto questo a causa della necessità nel senso più prettamente geometrico dell'interazione spazio-temporale: pare infatti di aver sufficientemente appurato che il Tempo interagisce con lo Spazio secondo il principio della necessità del movimento, in ordine alla più essenziale natura ontica della materia. Il movimento, infatti, costituisce il fattore necessitante dell'interazione Spazio-Tempo la cui scaturigine é la materia, e in questo senso possiamo distinguere l'impermanenza secondo i caratteri così ben definiti da Martin Heidegger:
- Nell'essere dell'ente avviene la nientificazione del niente. - Ovverosia, comprendere il misticismo della formula +1(Spazio, formula positiva)-1(Tempo, formula negativa )=0( Materia in movimento, Essere, Nulla ).
In ultimo, posiamo quindi definire il Tempo come il contenitore dentro il quale si esercita l'attività del Mondo, e che, in quanto tale, partecipa nel modo più indiretto, ma efficace, delle trasformazioni fenomeniche: data per ammessa la coincidenza del Tempo come fenomeno spirituale, quindi Noumenico, in questo senso possiamo definire dunque la sua netta prevalenza sul Fenomeno, il che non è molto lontano dai caratteri dell'Onnipotenza Divina.
Ma allora, da dove nasce l'inconcepibilità del tempo presente nella mente dell'uomo, e la sua arbitraria distinzione tra tempi passato, presente, e futuro, così eloquentemente definita da Agostino di Ippona nelle sue Confessioni? Essa viene causata da un'alterazione tra il principio temporale animico e immortale e quello corporeo, spaziale e transitorio, laddove ci rimane facile definire il tempo passato come memoria, il tempo presente come transizione, e il tempo futuro come aspettazione.
In altri termini, la confusione nasce dal fatto che l'interazione tra principio spirituale animico e principio spaziale corporeo crea necessariamente delle ambivalenze: in altri termini, il principio animico e immortale non applica alla realtà corporea la sua percezione di un tempo presente e completamente statico, che il corpo, immerso e soggetto alle realtà materiali, e alle sue trasformazioni, concepisce invece come perfettamente transeunte, la memoria, d'altronde, non è un fenomeno che abbia a che fare con il corpo, ma è esclusivamente animico, tuttavia, deviata dalle somiglianze spaziali nelle quali il corpo è immerso, e magari, dalle sue preferenze, può rimanere, finché imprigionata in esso, alterata ( e ricordare ad es. un cappotto verde laddove questo era giallo, etc. ), tuttavia, la maggiore facilità di comprensione del tempo passato nasce dal fatto che esso è, in quanto fenomeno mnemonico, materialmente nella sua totalità staccato dalle funzioni corporee, il futuro in quanto aspettazione, invece, non viene distinto dal presente nella percezione temporale animica, in quanto essa riguarda l'immortalità e l'eterno, ma è fonte, per lo più, di grandi timori, e spesso di vane aspettative, per quella spaziale corporea, di qui la confusione che rende il nostro futuro spaventoso, angoscioso, e incerto, e che, invece, se fosse intravisto esclusivamente dalla natura temporale dell'anima, in questo caso totalmente unita con Dio, potrebbe essere staordinariamente ben tracciato, esattamente come un Tema Natale Astrologico traccia in retrospettiva il sentiero che più facilmente avremmo intrapreso nel corso della nostra vita ( e di qui i casi della veggente di Prevost, come quello di Eusebia Paladino, la quale, secondo le analisi di Lombroso, avrebbe subito, in seguito a una caduta, delle alterazioni nella struttura e nella funzionalità del sistema nervoso centrale, dando luogo a fenomeni medianici e di veggenza: forse era stato drasticamente diminuito il tremebondo impatto della realtà spaziale corporea su quella spirituale animica? )
E così, termino questa sesta parte della nostra tesi invitandovi a gioire perché, forse per la prima volta, è stata ormai dimostrata secondo criteri scientifici l'immortalità dell'anima di qualunque creatura, di conseguenza, potremmo quasi dire che quello che prima era oggetto di Fede, adesso può essere oggetto di Analisi e di Conoscenza, e, siccome ogni cosa partecipa del tempo, ogni cosa, paradossalmente forse, ma realmente, partecipa di immortalità.
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